I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Sicuramente oltre la passione per i fuochi artificiali, altre passioni possono accumunare le persone. Questa pagina out vi permette di discutere su altri argomenti come auto, moto, sport e quant'altro possa diventare argomento di discussione e motivo di conoscenza.
Sono assolutamente vietate discussioni su sesso, warez e p2p.

Moderatori: Gj Power, salvatore

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 5.2
  • In secondo luogo, esistono dei programmi cartacei all’interno dei quali la riproduzione dell’immagine del santo festeggiato appare inopportunamente marginalizzata, mentre le fotografie, i simboli e i marchi rimandanti all’ambito profano giovano di un incredibile risalto visivo.
Esempi negativi.

Sant’Agata di Militello (ME), festa della Madonna Immacolata del Telegrafo, 2022, locandina delle manifestazioni ludiche curate dall’ente comunale

Immagine


Giugliano in Campania (NA), festa di s. Giuliano m.re, 2022, locandina delle manifestazioni ludiche curate dall’ente comunale

Immagine

Ciò che accomuna i due supporti cartacei appena riportati è il forte impatto visivo proveniente dall’annuncio degli eventi canori e cabarettistici ‒ dato l’utilizzo di immagini fotografiche, anche molto grandi, di accompagnamento ‒ e la corrispondente irrilevanza delle riproduzioni dei santi festeggiati, le quali sembrano perfino messe all’angolo, abbandonate nel loro cantuccio in alto.

Approfittando della circostanza, s’osserva che in casi simili a quelli di Giugliano in Campania resta assai arduo celare il dubbio che chi commissioni un certo tipo di comunicazione cartacea lo faccia ‒ anche con l’appoggio del tipografo di turno ‒ piú per evidenziare l’enormità dello stanziamento pubblico previsto per un insieme di eventi profani, anziché per mostrare un sincero rispetto nei riguardi di ricorrenze di natura anzitutto spirituale.
Ultima modifica di Raffaele2012 il sabato 20 gennaio 2024, 14:30, modificato 2 volte in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 5.3
  • In terzo luogo, non mancano dei supporti cartacei all’interno dei quali la riproduzione dell’immagine del santo festeggiato tende visivamente a confondersi rispetto alle fotografie, ai simboli e ai marchi rimandanti all’ambito profano.
Esempi negativi.

Colli a Volturno (IS), festa di s. Antonio abate, manifesto 2023

Immagine


Alcamo (TP), festa di Maria ss. dei Miracoli, manifesto 2017

Immagine

Nel caso di Colli a Volturno 2019, un’immaginetta del santo festeggiato (vedasi il cerchio viola), posta in una sezione semicentrale del manifesto, sarà di certo apparsa, a causa della sua dimensione, nettamente indistinguibile da ben altre sei fotografie e a marchi che alludono a manifestazioni canore e al puro folclore locale.

Il manifesto di Alcamo 2017, a sua volta, è stato caratterizzato dall’impiego di tre immagini: della santa protettrice (cerchio viola), accompagnata altresí dalla parola “religione”; di un pupo, affiancato anche dal termine “cultura”; di coni di noccioline, ai quali risulta pure associato il vocabolo “tradizione”

Volendo generalizzare, s’osserva che programmi cartacei simili ai due appena mostrati, rendendo indistinguibili le riproduzioni che alludono al sacro da quelle che riconducono agli aspetti ludici, possono trasmettere a chi li legge un messaggio deleterio: la pari importanza di ciò che è religioso e di ciò che non lo è, se non addirittura l’interscambiabilità di quanto attiene al primo con quanto concerne il secondo.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 5.4
  • In quarto luogo, spiccano dei supporti cartacei contraddistinti dalla totale assenza di riproduzioni dell’immagine del santo festeggiato e dalla sola presenza di fotografie, simboli e marchi rimandanti all’ambito profano.
Esempio negativo.

Fornelli (IS), festa dei ss. Pietro m.re e Domenico abate, manifesto 2019


Immagine

Si afferma che locandine, opuscoli, pieghevoli e volantini simili al riportato supporto cartaceo di Fornelli 2019 rappresentano fra le peggiori forme di comunicazione festaiola in senso assoluto, perché è come se mostrassero i veri soggetti profani a maggior gloria dei quali verrebbe organizzata un’intera kermesse: a seconda delle circostanze, un cantante, un comico, una ditta di addobbi elettrici, una banda musicale, dei meri fuochi pirotecnici, e cosí via.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 5.5

L’inserimento di immagini, di simboli e di marchi di qualsiasi tipo all’interno dei programmi cartacei delle Feste Patronali Meridionali rappresenta una realtà che è andata consolidandosi in via definitiva soltanto negli ultimi tre decenni. A conferma di ciò, può bastare la semplice consultazione di manifesti oppure di opuscoli risalenti al Secondo Dopoguerra o a periodi ancor piú antecedenti, e caratterizzati anche dall’assenza di riproduzioni delle effigi dei santi festeggiati.

Alla luce di quanto appena sintetizzato, e a scanso di qualsivoglia equivoco, si precisa che il problema non consiste nell’utilizzo di riproduzioni fotografiche microscopiche del Patrono di turno o, addirittura, nell’assenza delle medesime, bensí nell’odierna, corrispondente e diffusissima preponderanza visiva di aspetti che rimandano al versante puramente profano (esibizioni canore e comiche, addobbi elettrici, eccetera) di una kermesse.

In una società occidentale oggi come non mai dominata dalle immagini ‒ nonché da ciò che quest’ultime fanno percepire alla gente ‒ il pericolo derivante di accorgimenti visivi come quelli qui evidenziati è notevole: un’irrimediabile perdita di importanza della dimensione del sacro a discapito di quella puramente profana; una trasformazione delle ricorrenze patronali del Sud Italia da appuntamenti in origine pur sempre religiosi a un insieme esclusivamente raffazzonato e indistinto di momenti chiamati ad attrarre abitanti del posto e forestieri.

È, in ultimo, quanto mai vitale che organizzatori e tipografi tengano ben a mente ALMENO l’esigenza di non maltrattare sul piano puramente visivo le riproduzioni delle effigi dei santi festeggiati.


Ritornando ai riportati esempi negativi, l’autore della trattazione in corso desidera ripubblicarne tre in una versione che da egli viene ritenuta meno “irriguardosa” (seppure realisticamente brutta da un punto di vista soltanto grafico).

Sant’Agata di Militello (ME), 2022 (si veda l’eliminazione della foto dei due cabarettisti posta proprio nella parte centrale del supporto cartaceo originario, comprovata dall’uso di una “X” e di un cerchio di colore marrone)

Immagine




Alcamo (TP), 2017 (si noti, in particolare, la cancellazione delle immagini del pupo e delle noccioline, resa lampante attraverso dei riquadri di colore azzurro)

Immagine




Fornelli (IS), 2019 (si presti attenzione sia alla riformulazione testuale dell’annuncio dell’esibizione canora, evidenziata con un riquadro e una freccia rosa scuro, sia alla sparizione della gigantografia del cantante, confermata dall’apposizione di un segno “X” verde all’interno di un rettangolo dello stesso colore)

Immagine

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

:smt023 :smt023 :smt023 :smt023 :smt023

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 4 ‒ L’UTILIZZO DI IMMAGINI, STEMMI, SIMBOLI E MARCHI CHE SONO SBAGLIATI OPPURE FUORVIANTI

La posizione numero quattro della Classifica delle 10 Impostazioni Grafiche piú incomprensibili consente di prendere cognizione di quegli innumerevoli programmi cartacei delle Feste Patronali del Sud Italia contraddistinti da un utilizzo di immagini, stemmi, simboli e marchi che sono sbagliati oppure fuorvianti.

Va sottolineato che l’impiego di tali immagini, stemmi, simboli e marchi può coinvolgere gli aspetti tanto religiosi quanto profani di una ricorrenza in onore di questo o quel santo o beato.


NOTA BENE
Si rimanda al POST 6 (cioè alla precedente pagina n. 2 della corrente discussione) per qualsiasi eventuale veloce ragguaglio in merito agli stemmi, ai simboli e ai marchi.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 21 gennaio 2024, 15:45, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 4.1 ‒ Utilizzo di immagini, stemmi, simboli e marchi SBAGLIATI
  • In primo luogo, si rammenta la pessima usanza dei tipografi ‒ che agiscono di propria iniziativa oppure su sollecitazione dei Comitati Festa ‒ di impiegare delle immagini, degli stemmi, dei simboli e dei marchi semplicemente sbagliati, anziché quelli corretti.
Si condivide codesto esempio negativo che rimanda, per la precisione, al versante religioso di una kermesse patronale del Basso Casertano.

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, opuscolo 2015, parte superiore del frontespizio, ‘stemma’ personale vescovile (fonte: supporto cartaceo nella sola disponibilità del sottoscritto)

Immagine

Nello specifico (come mostrano le evidenziazioni in rosa scuro), il grave errore è consistito nella reiterata presenza dello stemma personale riferito a mons. Mario Milano, il quale, però, già dal mese di gennaio del 2011 (fonte: Wikipedia) risultava sostituito da mons. Angelo Spinillo alla guida della diocesi di Aversa.

Allo scopo di aiutare chi legge, si vogliono riportare gli stemmi di mons. Mario Milano (il vescovo uscente) e di mons. Angelo Spinillo (il vescovo subentrante) allo scopo di evidenziarne le differenze.


Immagine


Immagine


Ebbene, s’osserva che lo stemma di Mario Milano (il primo dei due) è sovrastato da un galero (una sorta di cappello ecclesiastico) di colore verde ed è circondato da venti nappe anch’esse verdi. Sopra lo scudo, invece, sorge una croce gialla con doppia traversa orizzontale, mentre al suo interno sono raffigurati due simboli di colore giallo siti in campi nettamente separati: la M mariana su sfondo blu e le “chiavi di san Pietro” su sfondo rosso. Al di sotto dello scudo, infine, appare la dicitura: “Cum Maria Matre Jesu et cum Petro et sub Petro”.

Lo stemma di Angelo Spinillo (il secondo dei due), invece, è sovrastato da un galero di colore verde ed è circondato da sole dodici nappe anch’esse verdi. Sopra lo scudo, poi, sorge una croce gialla con singola traversa orizzontale, mentre al suo interno lo sfondo rossastro è segnato da una croce bianca in mezzo alla quale compaiono una spiga di grano ed una corona di spine. Al di sotto dello scudo, infine, appare la dicitura: “Gratis accepistis, Gratis date”.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 21 gennaio 2024, 15:50, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 4.2 ‒ Utilizzo di immagini, stemmi, simboli e marchi FUORVIANTI
  • In secondo luogo, si segnala la terribile usanza dei tipografi ‒ che agiscono di propria iniziativa oppure su sollecitazione dei Comitati organizzatori ‒ di impiegare delle immagini, degli stemmi, dei simboli e dei marchi addirittura fuorvianti, poiché capaci di creare in chi legge una percezione inesatta di questo o di quell’aspetto festaiolo, tanto religioso quanto profano.
Segue, al riguardo, un primo esempio negativo, il quale costituisce in realtà un vero e proprio “classico”: la presenza (in buonafede, si suppone) della lira, la quale vorrebbe simboleggiare la musica, in prevalenza classica, suonata dai Concerti Bandistici.

Otranto (LE), festa dei santi Martiri, manifesto 2013, 13 e 14 agosto, ‘simboli’ raffiguranti la lira

Immagine

Occorre ribadire una volta per tutte che la lira, strumento a corde pizzicate, direttamente o indirettamente, con una o due mani, risale al periodo dell’Antica Grecia ed è appartenente, appunto, alla famiglia dei cordofoni (all’interno della quale rientrano, fra gli altri, la cetra, l’arpa, la chitarra e il pianoforte). Ciò basta per rimarcarne l’assoluta estraneità rispetto al mondo dei Concerti Bandistici i quali, come arcinoto ai piú, rappresentano delle “orchestre di fiati e percussioni”.

Stando cosí le cose, si afferma che un’allusione visiva ai Concerti Bandistici riuscirebbe meglio qualora vi fossero associati un tamburo o un trombone, una tromba o un clarinetto, oppure, in senso lato, una cassa armonica (chiosco).

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 4.2.1 (segue dal post 4.2)

Di seguito, ecco una coppia di esempi negativi che, a differenza di quello condiviso nel precedente messaggio, si contraddistingue addirittura per un’alterazione ricercata della realtà, per un vero e proprio inganno ordito ai danni del popolo devoto e (pure) contribuente.

San Martino fraz. di Taurianova (RC), festa di s. Martino vescovo, manifesto 2012, ‘marchio’ del gruppo canoro dei “Pooh”

Immagine

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, opuscolo 2012, pagina degli annunci a margine e del saluto finale del Comitato organizzatore

Immagine


Annunci come quello di San Martino di Taurianova 2012 possono far erroneamente pensare all’esibizione di un celeberrimo cantante o di un famoso gruppo canoro, quando a essere ingaggiata è soltanto una dignitosissima cover band.
Per l’esattezza, l’equivoco può nascere dall’utilizzo del marchio ufficiale dell’artista (o degli artisti) di riferimento.

Avvisi come quello di Parete 2012 rappresentano, purtroppo, un caso di enfasi comunicativa spinta talmente all’eccesso da rischiare di tramutarsi in una vera e propria cialtronata.
Nello specifico episodio casertano, per la precisione, a essere riprodotta non è un’immagine di parte del locale parco giostre (magari risalente a qualche anno addietro), bensí del Luna Park di Sydney, in Australia.
Nel dettaglio, alle spalle della ruota panoramica, emerge in tutta la sua stazza il Sydney Harbour Bridge, costruito sopra le acque del vasto porto naturale di Port Jackson, mentre sullo sfondo svettano alcuni grattacieli della parte sud della città.

Questa immagine, datata 2015, dovrebbe eliminare qualsiasi dubbio in merito a quanto appena sostenuto dal sottoscritto che, per ulteriori delucidazioni, invita chiunque a utilizzare i software Google Maps e Google Earth.

Immagine
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 23 gennaio 2024, 23:26, modificato 3 volte in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 4.3 ‒ Conclusioni

In merito al tipo di fattispecie negativa qui segnalata, appaiono evidenti le responsabilità dei tipografi e dei Comitati organizzatori.

In particolare, l’impiego di riproduzioni errate (post 4.1) o semplicemente fuorvianti (post 4.2) trova una spiegazione nella scarsa (o perfino mancata) indagine preventiva sul loro significato o sulla loro perdurante attualità.
Invece, l’utilizzo di immagini, stemmi, simboli e marchi addirittura ingannevoli (post 4.2.1) può dipendere dalla poca (o nulla) correttezza mostrata nei riguardi di qualsiasi individuo che consulta il programma.

Ad ogni modo, ciò che ne esce sconfitta è la necessità di una chiara e corretta comunicazione festaiola, la quale risulta sacrificata ora sull’altare di una trascuratezza pur sempre in buonafede e ora sull’ara della piú bieca malafede.

Ecco perché, al contrario, diventa quanto mai necessario che ogni tipografo e ogni Comitato mostrino sempre meticolosità e correttezza nella scelta delle immagini e dei contrassegni da riportare all’interno di un supporto cartaceo. Difatti pure ciò costituisce tanto una giusta dimostrazione di rispetto nei confronti di qualunque persona che legge, quanto ‒ e soprattutto ‒ una preziosa prova di devozione nei confronti di quel santo o beato che si presume di voler onorare mediante la preparazione di eventi pubblici sacri e profani.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 21 gennaio 2024, 16:01, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

:smt023 :smt023 :smt023 :smt023 :smt023

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 3 ‒ L’UTILIZZO DI IMMAGINI, STEMMI, SIMBOLI E MARCHI CHE SONO ESTRANEI AL CATTOLICESIMO O CHE SONO ADDIRITTURA ANTICATTOLICI

La posizione numero tre della Classifica delle 10 Impostazioni Grafiche piú incomprensibili consente di prendere cognizione di quegli innumerevoli programmi cartacei delle Feste Patronali del Sud Italia contraddistinti (per sola iniziativa del tipografo o dietro iniziale sollecitazione del Comitato organizzatore di turno) da un utilizzo di immagini, stemmi, simboli e marchi che trasmettono valori o messaggi estranei al Cattolicesimo o che sono addirittura anticattolici.


NOTA BENE
Si rimanda al POST 6 (cioè alla precedente pagina n. 2 della corrente discussione) per qualsiasi eventuale veloce ragguaglio in merito agli stemmi, ai simboli e ai marchi.
Ultima modifica di Raffaele2012 il lunedì 22 gennaio 2024, 22:18, modificato 2 volte in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 3.1 ‒ Immagini, stemmi, simboli e marchi che sintetizzano valori o messaggi estranei al Cattolicesimo
  • Al riguardo, si afferma che i supporti cartacei festaioli contengono talvolta delle immagini, degli stemmi, dei simboli e dei marchi cosí distintamente inappropriati da rendere difficile ogni tentativo (pure minimo) di connessione coi valori cattolici (che dovrebbero essere) alla base di ogni ricorrenza patronale meridionale.
Esempio negativo.

San Vito Lo Capo (TP), festa di san Vito, manifesto 2022 (fonte: pagina Facebook "Parrocchia San Vito Martire San Vito Lo Capo")

Immagine

Nello specifico, si nota che il supporto cartaceo siciliano è stato contraddistinto dalla riproduzione di quattro opere dell’artista francese Henri Matisse (1869-1954).
In alto (cerchiata in azzurro dal sottoscritto), risulta ubicata una parte del dipinto “La Danza” (seconda versione, 1909), la quale funge (se si osserva con la dovuta attenzione) anche da sfondo dell’intero manifesto.
Sul lato destro, scendendo verso il basso, rispettivamente indicate con le frecce viola, blu e marrone chiaro, sono state posizionate le immagini di “La Musica” (1910), “Il gioco delle bocce” (1908) e “Icaro in volo” (1947, inserito all’interno di “Jazz”, una raccolta di stampe di collage a colori).
Inoltre si evidenzia come le immagini siano state perfino accompagnate da ben due frasi, un po’ didascalia e un po’ slogan: “Armonia, vitalità, festa, equilibrio, serenità in un nome Vito, il gusto della vita” (cerchio arancione) e “San Vito… musica, danza, gioco e gioia di vivere” (riquadro verde chiaro).

Allo scopo di meglio inquadrare l’inopportunità delle suddette immagini, si cerca adesso di riassumere quanto viene scritto all’interno di alcune pagine web dedicate all’arte visiva (inclusa, perciò, quella pittorica).

Ne “La Danza” (cerchio azzurro, si rammenti), appaiono alcuni corpi nudi e in torsione che danno vita a un movimento rotatorio. Si tratta di uomini e donne che ballano insieme al ritmo di una musica felice.
Da un punto di vista puramente simbolico, il dipinto rappresenta la gioia di vivere e la felicità derivanti proprio dal danzare; la nudità, in particolare, vuole indicare il ritorno a uno stadio naturale privo di sensi di colpa (https://www.analisidellopera.it/henry-m ... a/#analisi).

All’interno de “La Musica” (freccia viola, si badi), taluni uomini nudi sono intenti a suonare uno strumento oppure a cantare. Essi non comunicano tra loro, ma è come se guardassero idealmente al di fuori della tela, nella direzione di un imaginario direttore d'orchestra (http://ruggeroremaforte.wdfiles.com/loc ... 201909.pdf).
Similmente a “La Danza”, l’ambientazione è del tutto ideale, ma indefinita, quasi a voler delineare una sorta di distacco rispetto al mondo reale. La posizione accovacciata delle quattro figure sedute può farle assomigliare a note musicali disegnate su un immaginario pentagramma, mentre il violinista sulla sinistra può rappresentare simbolicamente la chiave di violino (http://www.arteinlab.it/blog/wp-content ... usica.docx).

Nel dipinto “Il Gioco delle bocce” (freccia blu), tre figure maschili, due delle quali completamente nude e un’altra seminuda, sono rappresentate mentre giocano.
Quelle in primo piano appaiono completamente impegnate nella competizione, mentre la terza sta in disparte, calma, quasi indifferente.
Nell’opera, il gioco viene concepito come parte della creatività dell’uomo, strumento da utilizzare per meglio comprendere i “codici” della vita (pagina Facebook “Arte e parole”, post del 3 maggio 2020).

Ciò che accomuna queste tre opere è la rappresentazione visiva della gioia e dell’armonia interiore che un uomo può raggiungere lontano dalla frenesia della vita moderna. Lo stesso Matisse, in effetti, trascorse gran parte della propria esistenza in un quieto ambiente familiare, distante dai clamori della mondanità.

“Icaro in volo” (freccia marrone chiaro), infine, trae ispirazione dalla storia di Italo, celeberrimo personaggio della mitologia greca.
Nel collage ‒ di natura astratta ‒ la figura di Italo, di colore totalmente nero e priva di qualsivoglia lineamento del viso, appare quasi goffa, ma tuttavia impegnata nell’impresa di salire verso uno spazio cosmico punteggiato di stelle allo scopo di rompere le traiettorie del tempo e dello spazio e di conoscere di nuovi orizzonti.
Il disegno può essere visto come una rappresentazione della volontà dell’uomo di superare i limiti del reale, e quindi innanzitutto i limiti dettati dalla propria condizione esistenziale, fragile e breve.
Una conferma di tale interpretazione può essere ricercata nel puntino rosso posto al centro della sagoma: esso, infatti, indica il cuore, simbolo della passione e dello slancio verso la vita che conducono una persona ad ascoltare la voce silenziosa della propria anima e dei propri sentimenti (https://colibrigalleryarte.com/2020/05/ ... -del-volo/).
Ultima modifica di Raffaele2012 il lunedì 22 gennaio 2024, 21:59, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 3.1.1 (segue dal post 3.1)

Effettuata la suddetta breve rassegna di considerazioni sulle opere di Matisse apparse all’interno del supporto cartaceo della ricorrenza patronale del 2022 di San Vito Lo Capo, diventa urgente evidenziare come da nessuna di esse emergono dei pur minimi rimandi al Cattolicesimo che, in quanto religione, guarda ad una dimensione trascendente, che va oltre la semplice materialità del Mondo e il pur sterminato cosmo stellato.

In particolare, la fuga dagli assili della vita moderna rappresentata ne “La Danza”, ne “La Musica” e ne “Il Gioco delle bocce” tende a risolversi in una sorta di desiderio di ritorno ad uno stato primitivo (effigiato dalla nudità dei vari personaggi), all’interno del quale domina l’assenza di qualsiasi consapevolezza legata tanto alla colpa quanto alla necessità di un susseguente e salvifico ravvedimento alla luce dei valori cristiani, unico modo per cercare di conseguire già in codesto Mondo un’esistenza realmente e moralmente migliore.

La stessa ascesa di Icaro (in “Icaro in volo”) rappresenta la brama di un moto interiore sí a salire, ma, a onor del vero, senza una destinazione finale né certa né ultraterrena né soprattutto eterna, vista innanzitutto la mancanza di una direzione da seguire, ovvero sia di convincimenti assoluti in grado di orientare il viaggio dell’anima e che soltanto una fede religiosa come quella cattolica può dare. In quest’ottica, lo slancio verso la vita ‒ ma che tipo di vita, verrebbe poscia da chiedersi ‒ simboleggiato da Matisse non fa altro che correre il rischio di esaurirsi all’interno di un universo di semplici idee banali, contingenti, spacciate ogni volta per “conquiste di civiltà”.

Stando cosí le cose, si sostiene che i messaggi evasivi o comunque essenzialmente terreni di Matisse non hanno nulla da condividere con una ricorrenza patronale cattolica come quella svolta, nel caso specifico, a San Vito Lo Capo (TP) nel 2022 in onore di san Vito, martire proprio in virtú di quei valori cristiani dei quali anch’egli è stato promotore.

Si afferma, in chiusura, che le medesime frasi, un po’ didascalia e un po’ slogan, presenti sul manifesto siculo (“Armonia, vitalità, festa, equilibrio, serenità in un nome Vito, il gusto della vita” e “San Vito… danza, musica, gioco, gioia di vivere”) sembrano essere state piú funzionali a un’istantanea interpretazione dei quattro lavori artistici di Matisse che importanti per ribadire, attraverso quest’ultimi, la centralità dei valori cattolici a beneficio di un pubblico lettore che ‒ si suppone ‒ sia in primis appartenente al Cattolicesimo o comunque dotato di una pur minima sensibilità trascendente.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 23 gennaio 2024, 23:27, modificato 3 volte in totale.

Avatar utente
Raffaele2012
Pirovago Senior
Messaggi: 2907
Iscritto il: giovedì 22 marzo 2007, 16:49
Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 3.2 ‒ Immagini, stemmi, simboli e marchi che sintetizzano valori o messaggi semplicemente anticattolici
  • Sull’argomento (per quanto possa sembrare strano a tanta gente) si riferisce che un posto preminente spetta al diffuso richiamo alla bandiera arcobaleno, simboleggiante l’istanza di pace universale proveniente da vari settori sociali. Nella sua versione piú nota, essa annovera, dall’alto verso il basso, sette colori (viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso) e reca assai spesso, in posizione centrale, la scritta in bianco "PACE".
Esempi negativi.

Caltanissetta, festa di Gesú Nazareno, manifesto 2023

Immagine


Baiano (AV), festa di santo Stefano protomartire, manifesto 2022

Immagine


In entrambi i casi, la bandiera della pace appare richiamata nella parte superiore dei rispettivi supporti cartacei.
Nel caso di Caltanissetta 2023, però, essa è stata posta sul lato destro rispetto a chi legge e privata della caratteristica parola “PACE”.
Nel caso di Baiano 2022, invece, essa ha occupato il lato sinistro, racchiusa all’interno di un cuore bordato di nero e recante al centro il termine “PACE”.

Occhio, però! Per la Chiesa Cattolica, come rammentato in una nota dell’Agenzia Fides del 20 Giugno 2008 (http://www.fides.org/it/news/20555-EURO ... smo_o_pace), la bandiera arcobaleno della pace si pone in contrasto con quella che è, appunto, la religione di Gesú, dato che tale vessillo rappresenta nei fatti la sintesi di due correnti di pensiero anticristiano: la Teosofia e la New Age.

La Teosofia rappresenta un movimento, di origine assai remote nel tempo, che ricerca una conoscenza intuitiva del divino. La sua moderna versione risale, in particolare, alla fine del XIX secolo per mezzo della Società di Teosofia, fondata da Helena Petrovna Blavatsky.
Il programma di tale Società, ispirata alle dottrine orientali dell’Induismo e del Buddismo, mira alla formazione di un nucleo di fratellanza universale, coinvolgente l’intera umanità, senza alcuna distinzione di razze, di credo e di casta; allo studio comparato delle religioni; all’indagine delle leggi inesplicabili della natura e dei poteri celati nell’uomo.
La stessa Blavatsky era dell’idea che in ciascuna persona coesistessero una natura umana e una divina, alla quale collegarsi tramite la preghiera, pena la morte definitiva. Ella sosteneva, inoltre, che era possibile ascendere verso la natura divina attraverso un processo di sette tappe (dal “corpo fisico” a “il sé cosmico e divino”), al culmine del quale l’individuo approdava a uno stadio di grande saggezza e al pieno possesso di poteri mistici.

La New Age, emersa attorno alla metà del XX secolo, costituisce un movimento che, in linea di partenza, predica la libertà assoluta.
Per l’esattezza, si sostiene che ogni individuo ha la possibilità di definire una propria concezione del Mondo e una propria verità, le quali mantengono una pari dignità rispetto a quelle individuate da chicchessia.
Secondo il pensiero New Age, ciascun uomo contiene in sé una scintilla divina, cioè una parte dell’energia cosmica universale. Non esiste il peccato cosí come classicamente inteso: eventuali comportamenti inadeguati sono invece ascrivibili a condizioni di malattia fisica o psichica, superabili attraverso delle apposite terapie.
Nella mentalità New Age l’arcobaleno gioca un ruolo fondamentale: esso funge infatti da ponte di passaggio da una dimensione puramente umana a una divina, la quale, in ultimo, risulta accessibile a chicchessia prescindendo da qualsiasi idea e religione.

In breve, Teosofia e New Age hanno in comune diversi aspetti: una percezione divina dell’uomo ‒ il quale è egli stesso una divinità ‒ senza alcuna necessità di definire un Dio trascendente; l’assenza di qualsiasi idea dell’immortalità personale; il relativismo religioso, in virtú del quale ogni credo risulta di uguale importanza rispetto ad altri; l’indifferentismo culturale e politico, spiegabile con la mancata ricerca di una visione del Mondo perlomeno condivisa dalla maggioranza dei membri di una comunità sociale.
In quest’ottica, l’impiego della bandiera arcobaleno rimanda a un’idea di pace che si caratterizza per la convivenza di innumerevoli idee (ad esempio, dalla difesa dei diritti delle donne alla pedofilia), anche se fra loro inconciliabili, vista la pari dignità di ognuna di esse.
Ultima modifica di Raffaele2012 il lunedì 22 gennaio 2024, 22:58, modificato 5 volte in totale.


Rispondi

Torna a “Oltre la pirotecnica”