I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

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Raffaele2012
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Re: I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le impostazioni grafiche piú incomprensibili

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POST 8.3

In linea generale, s’osserva che lo sciagurato risalto visivo degli eventi “secondari”, delle “scenografie” e delle “installazioni” varie all'interno dei supporti cartacei contenenti i programmi delle ricorrenze patronali meridionali tende a confondere la gente, la quale viene a subire una vera e propria alterazione percettiva.

Per l’esattezza, si sostiene che possa aumentare il rischio di una mancata presa di coscienza della centralità artistica e artigianale dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica da parte di chiunque.

Ancor piú nel dettaglio, si afferma che tale pericolo cresce a dismisura qualora l’annuncio dei suddetti concerti e fuochi non sia accompagnato da identici accorgimenti visivi.

È quindi assolutamente necessario che i Comitati vigilino anche sotto codesto aspetto, evitando che la presentazione su carta degli eventi “secondari”, delle “scenografie” e delle “installazioni avvenga mediante il ricorso a caratteri testuali ingigantiti e/o a delle immagini fotografiche (piú o meno grandi).

In chiusura, in virtú delle considerazioni or ora effettuate, si offre una riscrittura di tre dei quattro esempi negativi intravisti. È da notare, in particolar modo, come le relative proposte di "correzione" grafico-testuale abbiano la capacità di non danneggiare la percezione del lettore rispetto alla già evidenziata centralità artistico-artigianale dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica aerea e di terra nell’ambito del c.d. programma civile delle Feste Patronali Meridionali.

Viggiano (PZ), 2017 (le linee rosa scuro mostrano il rifacimento degli annunci delle esibizioni canore attraverso dei caratteri testuali “normali”)

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Santi Cosma e Damiano (LT), 2013 (la freccia verde mostra la riformulazione testuale dell’annuncio canoro, ora visivamente uguale a quelli circostanti; è da sottolineare altresí l'eliminazione della foto del gruppo).

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Diso (LE), 2007 (già la sola cancellazione della foto ritraente il pannello luminoso, testimoniato dalla presenza di una grande “X” verde, ha il pregio di riequilibrare sul versante visivo la presentazione degli addobbi elettrici, da un lato, e l’annunzio dei Concerti Bandistici e dei Fuochi Pirotecnici, dall’altro)

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Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 16 gennaio 2024, 21:54, modificato 3 volte in totale.

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POST 7 ‒ L’INSENSATO “PRIMATO VISIVO” DEL C.D. PROGRAMMA CIVILE SUL C.D. PROGRAMMA RELIGIOSO

Come noto a tanti, esiste la possibilità di suddividere il calendario degli eventi di un programma cartaceo festaiolo in due sottogruppi: uno incentrato (in via pressoché esclusiva) sugli avvisi liturgici, l’altro annoverante le comunicazioni degli appuntamenti profani.

La posizione numero sette della Classifica delle 10 Impostazioni Grafiche piú incomprensibili consente di focalizzare l’attenzione su quei manifesti, opuscoli, volantini e pieghevoli che, in modo insensato, sono caratterizzati da un maggiore risalto visivo dato al c.d. programma civile a discapito del c.d. programma religioso.
Ultima modifica di Raffaele2012 il mercoledì 17 gennaio 2024, 16:17, modificato 1 volta in totale.

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POST 7.1
  • Innanzitutto, si nota come il “primato visivo” relativo alla comunicazione del c.d. programma civile a discapito del c.d. programma religioso sia espresso attraverso una differente dimensione dei caratteri testuali e dei numeri: relativamente piú grande per l’annuncio degli eventi profani; relativamente piú piccolo per l’avviso degli appuntamenti sacri.

Esempio negativo.

San Nicandro Garganico (FG), festa dei santi Patroni, manifesto 2013

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Già una superficiale occhiata al supporto cartaceo appena postato consente di notare un dato di fatto semplicemente innegabile: ogni parola e perfino ogni numero del locale programma civile è stato scritto mediante delle lettere e delle cifre decisamente piú grandi. Il contrario, invece, risulta fatto per ciascun annuncio afferente alle funzioni religiose.

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POST 7.2
  • In secondo luogo, non mancano perfino dei supporti cartacei che sono contraddistinti dall’illustrazione dapprima del c.d. programma civile e poi degli eventi religiosi.
Esempio negativo.

Vallelunga Pratameno (CL), festa di santa Maria di Loreto, manifesto 2010

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Per quanto concerne Vallelunga Pratameno, non occorre alcun ulteriore tentativo di zoomare l’allegata immagine per capire cosa sia avvenuto nel 2010: un totale rovesciamento di prospettiva, colla dimensione liturgica finita addirittura “ai piedi” di quella ludica.

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POST 7.3
  • In terzo luogo, soprattutto tra i manifesti e i volantini, non difettano di far capolino anche dei casi in cui l’annuncio del programma religioso, pur essendo effettuato per primo, risulta visivamente e “spaventosamente” ai margini a causa del pochissimo spazio cartaceo occupato.
Esempio negativissimo.

San Cassiano di Lecce (LE), festa di san Rocco da Montpellier, manifesto 2010

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A occhio e croce, si può supporre che la comunicazione dei momenti liturgici abbia occupato addirittura meno di 1/7 dell’intera sezione del calendario degli eventi di San Cassiano del 2010.
Tutto all’interno del programma religioso appare visivamente striminzito: dalle parole ai numeri. Al contrario, il c.d. programma civile può contare su una parte, scritta e grafica, notevolmente estesa e che plana verso il basso, in direzione del grazioso decolleté di due cantanti di musica leggera.

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POST 7.4

Una Festa Patronale del Sud Italia è anzitutto una ricorrenza di carattere sacro. In quest’ottica, qualora all’interno di un programma cartaceo avvenga la suddivisione della sezione del calendario degli eventi in due sottogruppi, risulta quanto mai privo di ogni logica il riconoscimento al c.d. programma religioso di un impatto visivo relativamente piú limitato di quello concesso al c.d. programma civile.

Ancor piú nel dettaglio, si sostiene che l’attuale agire di numerosi fra Comitati e, in ultimo, tipografi possa far cadere la gente in un grosso equivoco: farle ritenere che un qualsivoglia appuntamento profano (ad esempio, un’esibizione canora o cabarettistica) abbia, in fondo, un’importanza pari se non addirittura superiore a ciascun evento liturgico (ad esempio, una Santa Messa o una processione con la stessa immagine del Protettore).

L’augurio, allora, è che committenti e tipografi possano, ricordando la genesi sacra delle kermesse patronali meridionali, concordare la preparazione di supporti cartacei in cui:
  • vi sia almeno una “parità dimensionale” fra i caratteri testuali e i numeri tanto del c.d. programma civile quanto del c.d. programma religioso;
  • l’annuncio degli eventi liturgici preceda sempre quelli profani;
  • specialmente nel caso dei manifesti e dei volantini, che la comunicazione dei momenti sacri occupi uno spazio identico (o pressoché identico o, come minimo, non eccessivamente inferiore) a quello dedicato agli avvisi afferenti agli appuntamenti ludici.

In chiusura, alla luce degli auspici appena formulati, il sottoscritto desidera procedere colla pubblicazione di una propria versione, “riveduta e corretta”, del manifesto della ricorrenza patronale di Vallelunga Pratameno (CL) del 2010, il quale si mostra ora caratterizzato da una piú opportuna precedenza data agli avvisi liturgici (posti ora nella parte superiore) rispetto a quelli profani (ubicati nella sezione inferiore):

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Ultima modifica di Raffaele2012 il mercoledì 17 gennaio 2024, 16:05, modificato 1 volta in totale.

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POST 6 ‒ L’INCONTROLLATA INQUIETANTE SOSTITUZIONE DELLE PAROLE DEGLI ANNUNCI CON IMMAGINI, STEMMI, SIMBOLI E MARCHI

La posizione numero sei della Classifica delle 10 Impostazioni Grafiche piú incomprensibili consente di riflettere su quei programmi cartacei delle Feste Patronali del Sud Italia che, purtroppo, risultano caratterizzati da un impiego cosí smodato delle immagini, degli stemmi, dei simboli e dei marchi da generare addirittura un’illogica sostituzione di una o piú parole all’interno dei vari annunci.

Anche lungo tale versante è opinione dello scrivente che un ruolo primario spetti tanto al tipografo, continuamente desideroso di dare un tocco di originalità ai propri lavori, ma non sempre capace di comprendere la necessità di non oltrepassare certi limiti, quanto ai committenti, a maggior ragione quando siano proprio quest’ultimi a chiedere l’eccessiva aggiunta di immagini e contrassegni visivi.


A questo punto, prima di entrare nel merito, si desidera effettuare alcune puntualizzazioni a proposito degli stemmi, dei simboli e dei marchi.

Lo stemma è un contrassegno di riconoscimento impiegato dagli stati, dagli enti (pubblici e privati), da persone che ricoprono particolari cariche e, storicamente, anche da famiglie appartenenti alla nobiltà.
Tipici esempi sono quelli dello stemma di un Comune o quello di un vescovo cattolico a capo di una diocesi.

Il simbolo (grafico) consiste in un «(…) qualsiasi elemento (segno, gesto, oggetto, animale, persona) atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l’elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare in particolare entità astratte, di difficile espressione (…)» [vocabolario on line della Treccani].
Un esempio in tal senso è la palma, la quale sembra che stia per morire nel momento in cui fiorisce, e che, proprio per tale caratteristica, risulta storicamente associata al martirio dei cristiani, destinati alla vita eterna dopo l’atroce patire.

Il marchio, impiegato principalmente dalle aziende per garantirsi una riconoscibilità a livello pubblicitario, si compone in realtà di due parti: di un logotipo (o logo), che è una parola leggibile, e di un pittogramma, che rappresenta un vero e proprio simbolo, piú o meno astratto.
Occhio, però. Può capitare che un operatore economico possa optare per il solo uso del logo oppure del pittogramma.

A proposito del marchio, si rinvia per ulteriori approfondimenti alle seguenti pagine web:

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POST 6.1
  • L’inquietante tendenza qui attenzionata si appalesa innanzitutto colla sostituzione di intere parole mediante delle semplici riproduzioni fotografiche.
Negativo esempio.

Cittanova (RC), festa di s. Girolamo, manifesto del programma civile 2022, 28 Settembre (fonte: pagina Facebook "Ass San Girolamo Patrono di Cittanova")

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Nello specifico ‒ come confermano i punti interrogativi in blu ‒ è mancato qualsiasi passaggio testuale in grado di far comprendere con rapidità alla gente il nome dell’autore e il titolo del libro oggetto di presentazione in pubblico.

In sostituzione è apparsa difatti una mera riproduzione fotografica della copertina anteriore del medesimo libro, la quale, però, sembra aver essere stata a sua volta poco leggibile, anche accostandosi di molto al manifesto.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 18 gennaio 2024, 22:56, modificato 4 volte in totale.

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POST 6.2
  • In secondo luogo, non mancano dei supporti cartacei dove la sostituzione delle parole si evidenzia perfino colla sola pubblicazione di un marchio, di uno stemma o di un simbolo.
Terzetto di esempi negativi.

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, opuscolo 2016, annotazioni a margine (fonte: supporto cartaceo nella sola disponibilità del sottoscritto)

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Gioia del Colle (BA), festa di s. Filippo Neri, manifesto del programma civile 2023, 25 Maggio (fonte: pagina Facebook “Festa patronale san filippo neri gioia”)

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Lucera (FG), festa di s. Maria, manifesto 2010, 15 Agosto

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Nel caso dell’opuscolo relativo alla festa patronale del 2016 di Parete (CE), s’osserva ‒ come confermano le evidenziazioni in verde ‒ che ogni aggiuntiva espressione testuale utile a rimandare chicchessia alla consultazione della pagina Facebook del Comitato dell’epoca è stata inelegantemente rimpiazzata dal semplice marchio della relativa azienda americana (la quale, poi, ha cambiato la propria denominazione in Meta nel 2021).

Con riferimento alla kermesse di Gioia del Colle (BA), si nota che il testo puntualizzante il nome della ditta degli addobbi elettrici è stato appena sostituito dal marchio della stessa (cerchio verde).
Probabilmente chiunque abbia consultato il manifesto può essere stato in grado di leggere il logotipo dell’impresa (“ArtLux”) ‒ accompagnato peraltro dal suo pay off (“Lighting and decorations”) ‒ seppur con una certa fatica a causa della sua contenuta dimensione e soltanto avvicinandosi di molto al supporto cartaceo.

Infine, per quanto concerne lo stralcio del programma del 2010 della ricorrenza di Lucera (FG), si evince l’uso del solo marchio della ditta fungente da sponsor (Irri system) e non di parole atte a indicare la denominazione della stessa.
Ciò malgrado, a modestissimo avviso del sottoscritto, la gente può aver fatto molta difficoltà a comprendere l’identità del contribuente, vista la non immediata chiarezza di qualsiasi parte del logotipo.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 19 gennaio 2024, 18:24, modificato 3 volte in totale.

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POST 6.3

A scanso di equivoci, l’autore della corrente trattazione desidera spiegare che non è a priori contrario all’uso di immagini, stemmi, marchi e simboli all’interno dei programmi cartacei delle Feste Patronali del Sud Italia, purché di essi non ne venga fatto un uso talmente fuori controllo da portare addirittura alla sostituzione di parole o addirittura di intere frasi all’interno di un determinato annuncio.

Gli esempi negativi sovraesposti, infatti, non costituiscono ‒ sempre a umile avviso del sottoscritto ‒ una forma innovativa della comunicazione cartacea, bensí, purtroppo, una sorta di ritorno all’Età della Pietra, un tempo assai lontano in cui non esisteva l’alfabeto e le popolazioni primitive si affidavano, appunto, alla semplice esecuzione di pitture all’interno delle grotte.

In breve, la qui attenzionata fattispecie negativa rappresenta un indizio di regresso della scrittura tramite parole, anziché un trampolino di lancio verso un futuro contrassegnato da una comunicazione istantanea, perfino ai limiti dell’intuitivo; una caduta all’indietro, invece di un balzo in avanti; un fallimento piuttosto che un miglioramento.

Va inoltre segnalato come ‒ già oggigiorno ‒ iniziative del genere riescano a rimanere minimamente plausibili qualora le riproduzioni fotografiche, gli stemmi, i simboli e i marchi siano subito riconoscibili, dato il fortissimo rischio, al contrario, di esporre uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale alla lettura di avvisi unicamente privi di senso compiuto, illeggibili e perciò incomprensibili.

Occorre rammentare, allora, che qualsiasi supporto cartaceo (manifesto, opuscolo, pieghevole e volantino) illustrante il programma di una Festa Patronale Meridionale non costituisce un mero album da disegno, ma innanzitutto una forma di comunicazione che non può assolutamente prescindere dalla parola scritta.


Riconsiderando i suesposti esempi negativi, si ripropone una possibile riscrittura di ciascuno di essi.

Cittanova (RC), festa di s. Girolamo, 2022
<< 28 Settembre ‒ Ore 19.00, Chiesa Matrice: presentazione del libro “Identità dell’uomo digitale. Antropologia del linguaggio digitale e implicazione catechetiche” scritto da frate Rocco Pedroti, docente di Catechetica presso l’Istituto Teologico Calabro San Pio X di Catanzaro. >>.

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, 2016
<< Ulteriori informazioni ed eventuali aggiornamenti riguardanti la festa patronale di Parete sono disponibili, tramite la rete Internet, nella pagina Facebook “Solenni Festeggiamenti in Onore di Maria SS della Rotonda” >>.

Gioia del Colle (BA), festa di s. Filippo Neri, 2023, 25 Maggio
<< Ore 19.30: accensione delle luminarie a cura della ditta Art Lux di Paternopoli (AV). >>.

Lucera (FG), festa di s. Maria, 2010, 15 Agosto
<< Ore 07.30: sparo di mortaretti con il contributo della ditta Irri System S.r.l. di Lucera. >>.


----------------------


NOTA BENE
Le descrizioni dettagliate degli appuntamenti di Cittanova (RC) del 2022 sono state possibili grazie al reperimento di notizie utili all’uopo nella pagina Facebook "Ass San Girolamo Patrono di Cittanova".
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 18 gennaio 2024, 22:47, modificato 1 volta in totale.

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POST 5 ‒ L’ASSURDA ESALTAZIONE VISIVA DEGLI ASPETTI PROFANI A DISCAPITO DELLE RIPRODUZIONI SU CARTA DELLE IMMAGINI DEI SANTI FESTEGGIATI

La posizione numero cinque della Classifica delle 10 Impostazioni Grafiche piú incomprensibili è incentrata sulla quella scelta infelice ‒ operata in via del tutto autonoma dal tipografo o meno ‒ di esaltare visivamente gli aspetti profani (concerti bandistici, fuochi pirotecnici, esibizioni canore e cabarettistiche, luminarie, eccetera) di una ricorrenza patronale meridionale a discapito della riproduzione all’interno del medesimo programma cartaceo (manifesto, volantino, pieghevole oppure opuscolo) dell’immagine del santo festeggiato.

Per l’esattezza, è possibile individuare quattro tipi di ipotesi negative:

a) l’apparente prevalenza visiva delle immagini sacre, laddove fotografie, simboli e marchi che illustrano gli aspetti profani tendono (ambiguamente) ad attrarre l’attenzione di chi legge;

b) l’inopportuna marginalizzazione delle riproduzioni delle immagini sacre e la preponderante presenza di fotografie, simboli e marchi rimandanti all’ambito profano;

c) la confusione delle riproduzioni delle immagini sacre e delle fotografie, dei simboli e dei marchi che alludono a un contesto profano;

d) la totale assenza delle riproduzioni delle immagini sacre, mentre permangono fotografie, simboli e marchi che riconducono ad aspetti profani.

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POST 5.1
  • In principio, come preannunciato poc’anzi, spiccano dei supporti cartacei che, pur mettendo in bella vista l’immagine sacra del santo festeggiato, si contraddistinguono per un’esaltazione visiva degli aspetti profani cosí forte da “sviare”, negativamente (o perfino in malafede?), l’attenzione di chicchessia.
Esempio negativo:

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, opuscolo 2009, copertina

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Nello specifico, appare in primo piano l’effige della Protettrice locale posta all’interno di un tempietto in legno impiegato annualmente per le processioni. Ciò nonostante non sfugge come essa sia posizionata di profilo, quasi come se il reale scopo fosse stato, in realtà, quello di lasciare intravedere una strada brulicante di persone e, soprattutto, il sovrastante impianto luminoso installato dalla ditta del sig. A. Criscuolo per l’edizione 2008 della ricorrenza mariana.

A modestissimo parere del sottoscritto, orbene, codesta copertina è ambigua poiché può aver trasmesso alla gente non solo la poco piacevole sensazione che a Parete le luminarie debbano godere di un tributo religioso-devozionale simile a quello da indirizzare alla Vergine Maria, ma soprattutto l’orribile sospetto che alle stesse lampadine elettriche sia da attribuire un ruolo di “marchio distintivo” dell’intera ricorrenza, celebrazioni liturgiche incluse.

Ancor piú nel dettaglio, l’autore del presente messaggio sostiene che l’ambiguità è suscitata da due elementi: da un lato, dalla circostanza che, pur stando apparentemente sullo sfondo, la riproduzione visiva degli addobbi elettrici abbia occupato all’incirca tre quarti della copertina dell’opuscolo (prima foto condivisa); dall’altro lato, dal fatto che il nome della ditta Criscuolo sia stato addirittura impresso nel residuo spazio lasciato al baldacchino processionale, a pochissimi millimetri dal quadro della Madonna (seconda foto condivisa).


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