I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: le formulazioni testuali piú malriuscite

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Raffaele2012
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POST 10 ‒ I “ROCOCÒ”

Nel senso negativo del termine, per «rococò» s’intende quella creazione ‒ manuale o intellettuale ‒ realizzata con una tale eccessiva cura del dettaglio da divenire incredibilmente incomprensibile o piú semplicemente brutta.


Nell’ambito dei programmi cartacei (manifesto, pieghevole, opuscolo, volantino) delle Feste Patronali Meridionale, invece, per rococò si può alludere a quell’infelice stesura di un singolo annuncio per cui l’informazione principale presente al suo interno viene affiancata, in modo piú o meno evidente, da una serie di notizie meramente secondarie o di contorno oppure, peggio ancora, da una sfilza di dettagli francamente inutili.

Si entra dunque nel merito della posizione numero dieci della Classifica delle 18 Formulazioni Testuali piú malriuscite.

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Raffaele2012
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POST 10.1 ‒ Notizie meramente secondarie o di contorno
  • Esperienza di lettura di tanti supporti cartacei festaioli consente di notare frequentemente come un singolo avviso sia caratterizzato dall’improduttiva aggiunta di notizie meramente secondarie, di contorno.
Esempio negativo.

Misterbianco (CT), festa di s. Antonio abate 2007, Sabato 4 Agosto

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Per la specifica circostanza di Misterbianco, s’osserva che le informazioni essenziali da dare erano soltanto due: la traslazione delle reliquie del patrono da una chiesa all’altra e la benedizione conclusiva con le stesse. Rispetto a ciò, quindi, l’articolato elenco dei soggetti, amministrativi e no, invitati all’appuntamento liturgico (si veda la sottolineatura rossa) ha rappresentato una puntualizzazione di scarso rilievo.

In breve, si sostiene che sarebbe stato consigliabile l’impiego di una quantità circoscritta di parole, in modo da redigere un avviso simile al sottostante:

<< Sabato 4 Agosto (…)
Ore 19.00, dalla chiesa San Nicolò: Processione con la reliquia del Santo Patrono lungo via S. Giuseppe, via Garibaldi, via Matteotti e via G. Bruno.
All’arrivo sul sagrato della Chiesa Madre, benedizione conclusiva con la medesima reliquia. >>.

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Raffaele2012
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POST 10.2 ‒ Dettagli francamente inutili
  • A volte, poi, si ha perfino la sgradevole sensazione che un singolo annuncio festaiolo venga addirittura riempito inutilmente di parole, senza alcuna minima valida ragione.
Esempio negativo.

Sant’Arpino (CE), festa di s. Elpidio vescovo, opuscolo 2007, Domenica 17 Giugno

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Nel caso santarpinese, l’unica notizia da trasmettere era l’esecuzione dell’alzabandiera in quattro punti del paese.

In quest’ottica, non hanno avuto nessuna utilità né il richiamo temporale alla conclusione della Santa Messa, vista l’avvenuta precisazione dell’orario di inizio del succitato evento ludico, né il ribadire che quest’ultimo era svolto in onore del patrono, risultando già tributata al Santo l’intera ricorrenza festiva (si veda quanto appare sottolineato col colore blu).

A margine, si evidenzia come pure la menzione dello sparo dei mortaretti (linea rossa) ha costituito un’informazione di mero contorno, dato che essi ricoprivano un ruolo di semplice accompagnamento cerimoniale.

In buona sostanza, per Sant’Arpino 2007, sarebbe stato già meglio limitarsi a quanto qui proposto:

<< Domenica 17 Giugno (...)
Ore 20.00, via D’Anna, via S. Di Giacomo, via De Muro e p.tta Giordano: cerimonie dell’Alzabandiera. >>.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 5 gennaio 2024, 13:40, modificato 3 volte in totale.

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POST 10.3 ‒ Conclusioni

In linea generale, risulta complicato individuare una motivazione (o un gruppo circoscritto di motivazioni) alla base della realizzazione di un annuncio festaiolo contrassegnato dall’aggiunta (o addirittura da un sovraccarico) di informazioni meramente secondarie o di contorno (vedasi il sovraesposto esempio negativo di Misterbianco 2007) oppure addirittura irrilevanti (come nel caso delle parole evidenziate in rosso all’interno dell’avviso di Sant’Arpino 2007).

Si può tuttavia immaginare che una prima spiegazione possa essere ricercata proprio nel desiderio di chi mette nero su bianco il programma cartaceo di aggiungere qualche parola in piú ad un avviso ritenuto visivamente scarno.
Una seconda ragione, poi, potrebbe essere rappresentata dalla voglia di eccitare il lettore ricorrendo a descrizioni articolate fino all’inverosimile, in modo da fargli balenare l’idea di trovarsi innanzi a un momento festaiolo semplicemente "da non perdere”.
Un terzo motivo, inoltre, potrebbe ricondurre a quell’equivoco sentimento di cortigianeria che traspira talvolta dai Comitati, specie quando si tratta di elencare le autorità religiose e civili che prendono parte a un appuntamento.

A prescindere dalla motivazione, è ferma convinzione del sottoscritto che un annuncio festaiolo infarcito di notizie secondarie o di mero contorno oppure di dettagli francamente inutili costituisce una prova di debolezza comunicativa da parte della persona redigente, del tipografo o di chi per loro, nonché dello stesso Comitato organizzatore della kermesse.
Ad esempio, l’elencazione di tutti le tipologie di soggetti, realmente o anche solo potenzialmente, partecipanti a una processione oppure a un omaggio ai caduti in guerra potrebbe spingere chicchessia a immaginare, al contrario, delle celebrazioni caratterizzate da uno scarso seguito popolare.

Infine e piú concretamente, s’osserva che un avviso festaiolo reso al pari di un rococò aumenta la probabilità di veder realizzati dei programmi cartacei “appesantiti” o addirittura di ardua comprensione per la gente.

Permane allora l’esigenza costante di definire una comunicazione scritta festaiola che tenda alla chiarezza, alla concisione e all’esaustività.

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POST 9 ‒ LE “TELECRONACHE” ALL’INTERNO DEI ‘PASSAGGI ORARI’

La posizione numero nove della Classifica delle 18 Formulazioni Testuali piú malriuscite permette di concentrare l’attenzione su tutti quei programmi cartacei delle Feste Patronali Meridionali che appaiono negativamente contrassegnati dalla presenza di vere e proprie “telecronache”.

Per l’esattezza, si possono individuare due tipologie di “telecronaca”.

Un primo tipo di “telecronaca” si ha quando un singolo ‘passaggio orario’ giunge a contenere la descrizione integrale di un evento il quale, a sua volta, occupa un’intera giornata di festa patronale (ad esempio, l’avviso dettagliato di una processione, che comincia alle dieci del mattino e che conclude a mezzanotte).

Un secondo tipo di “telecronaca” si verifica quando, all’interno di una “data” (ad esempio, 25 Luglio), l’annuncio di un singolo evento festaiolo appare sminuzzato fin modo infinitesimale fra vari ‘passaggi orari’ (ad esempio, un singolo omaggio ai Caduti in Guerra distribuito fra otto passaggi orari).


NOTA BENE
Per «passaggio orario» qui si vuole alludere a quell’elemento del programma cartaceo festaiolo posizionato all’interno di una “data” e caratterizzato dall’indicazione dalla presentazione concisa di un certo evento svolto in un luogo esatto.
Ad esempio: << 8 Luglio 2023 ‒ Ore 09.00, zona Periferia: sparo di fuochi pirotecnici eseguito dal sig. Giuseppe Scudo di Ercolano (NA). >>.

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POST 9.1 ‒ Un primo tipo di “telecronaca”: un singolo ‘passaggio orario’ che giunge a contenere la descrizione integrale di un evento, il quale, a sua volta, occupa un’intera giornata di festa patronale
  • Col primo tipo di “telecronaca può emergere una fortissima difficoltà del lettore nel recepire un numero eccessivo di informazioni, se racchiuse in poche righe.
Si passa ora alla condivisione di un esempio negativo.

Vitulazio (CE), festa di s. Maria dell’Agnena, opuscolo 2012, Domenica 15 Aprile

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Chi nulla sa della Domenica in Albis di Vitulazio potrebbe ipotizzare che quanto qui annunciato abbracci al massimo un paio di ore. In realtà viene descritta una fascia temporale che comincia dal mattino e che termina oltre la mezzanotte.

Lo scrivente in questione, all’opposto, avrebbe dovuto piú opportunamente sfrondare (attraverso l’ulteriore eliminazione di alcune enfasi testuali) e distribuire in diversi passaggi orari quanto invece risulta ammassato in pochissime righe, come qui umilmente proposto:

<< Domenica 15 Aprile
Ore 08.30, dalla parrocchia Santa Maria dell’Agnena: traslazione della Sacra Immagine nel piazzale antistante.
Ore 08.45, zona Collina: sparo di un fuoco pirotecnico diurno eseguito dai sigg. f.lli Ferraro di Mondragone (CE) all’uscita della Sacra Immagine.
Ore 09.00, dal piazzale antistante alla parrocchia Santa Maria dell’Agnena: Processione per le vie del paese con servizio di accompagnamento musicale prestato dalla Grande Orchestra di Fiati “G. Ligonzo” Città di Conversano e dalla bande “Regione Campania” Città di Vitulazio e Città di Bellona.
Ore 11.00, Mausoleo-Ossario dei 54 Martiri: sosta della Processione per l’omaggio ai Caduti in Guerra.
Ore 23.00, centro parrocchiale Santa Maria dell’Agnena: momento di preghiera all’arrivo della Processione. Seguono l’esecuzione dei canti “Ave Maria” e “Ave Madonna Santa”, interpretati dal tenore Raffaele Russo, un intrattenimento con basi musicali ed effetti pirici secondari, realizzato dai sigg. M. Presutto e V. Florio di San Severo (FG), e il rientro della Sacra Immagine in chiesa. >>.


In merito alla suddetta proposta di rettifica, sono da precisare alcune cose. In primis che processione e fuochi appaiono separati per il loro differente ramo di appartenenza: in un caso liturgico e nell’altro ludico. In secundis, che è stato eliminato ogni rimando all'accensione delle batterie pirotecniche private a causa della scarsità di informazioni reali al riguardo.
In tertiis, che gli orari successivi a quello delle 8.30 e che il nome dell’area di sparo del mattino sono stati totalmente inventati all’unico scopo di rendere piú immediata la comprensione per chi legge.
Ultima modifica di Raffaele2012 il mercoledì 24 gennaio 2024, 16:04, modificato 1 volta in totale.

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POST 9.2 ‒ Un secondo tipo di “telecronaca”: l’annuncio di un singolo evento festaiolo che appare sminuzzato in modo infinitesimale fra vari ‘passaggi orari’ contenuti in una “data”
  • Col secondo tipo di “telecronaca” un lettore può avvertire una spaventosa difficoltà nel ricostruire il quadro di riferimento entro il quale si svolgono i tanti momenti sparsi fra gli svariati ‘passaggi orari’.
Si procede adesso colla condivisione di uno degli esempi negativi piú evidenti mai rintracciabili.

Bernalda (MT), festa di s. Bernardino da Siena, opuscolo 2011, Martedí 23 Agosto

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Nello specifico, si nota che per l’appuntamento annunciato per primo, il Corteo Storico, è stato indicato come orario di inizio le ore 18.00. In quest’ottica, si evidenzia altresí che tutti gli avvisi successivi fino a quello delle ore 21.00 rimandavano a eventi affiancati logicamente e cronologicamente proprio alla suddetta sfilata in costume.

Inoltre, a uno sguardo maggiormente attento non sfuggirà come la presentazione di ciò che doveva accadere sia alle ore 21.10 sia alle ore 22.30 era collegato alla c.d. asta del carro trionfale.

Il testo qui riportato a mo’ di negativo esempio, insomma, si è contraddistinto per aver frammentato eccessivamente quel quadro d’insieme entro il quale si sarebbero sviluppati gli appuntamenti bernaldesi del pomeriggio e della sera del 23/8/2011.

Lo scrivente in questione, al contrario, avrebbe dovuto piú opportunamente sfrondare e concentrare quanto invece risulta distribuito in un numero troppo alto di passaggi orari. Ad esempio, sarebbe stato possibile agire in un modo simile al seguente:

<< Martedí 23 Agosto (…)
Ore 18.00, da piazza Plebiscito: Corteo Storico con soste in p.za San Bernardino, per l’asta per il traino della Carrozza e la rievocazione dell’omaggio di Carlo III di Borbone al Santo Patrono, e in l.go San Donato, per l’asta del Vitellino Fedele.

Ore 21.10, da largo San Donato: asta per il Carro Trionfale con proclamazione del vincitore presso la Cisterna di San Francesco.

Ore 21.15, piazza Plebiscito: esibizione dei gruppi sbandieratori Borgo Scacciavento, Città di Carovigno, Città di Lucca, Città di Massa Marina, Montecastello e della Repubblica di San Marino.
A seguire, disfida fra i trombonieri-archibugieri dei gruppi Borgo Scacciavento e Montecastello.

Ore 22.40, piazza Plebiscito: arrivo del Corteo storico e del Carro Trionfale. >>.



In merito alla proposta di riaggiustamento, si precisa quindi che tutti gli annunci afferenti al corteo storico fino al suo approdo in p.za San Donato sono stati provvidenzialmente “compressi” in un unico passaggio orario nel tentativo di agevolare la lettura altrui.
In quest’ottica, han fatto eccezione le esibizioni degli sbandieratori e dei trombonieri (ore 21.15) poiché esse appaiono “logicamente” separate dagli altri eventi giornalieri.

Con l’ultimo passaggio orario, invece, si è scelto di accennare appena gli arrivi del corteo storico e del carro trionfale in p.za Plebiscito, senza fornire ulteriori informazioni per quanto attiene all’esecuzione dei vari inni e ai saluti istituzionali, dato che essi sono stati visti come “dettagli secondari” sui quali non indugiare.

Eliminando altresí il rococò legato alla partenza del corteo delle ore 18 (ovvero sia l'elenco puntuale di tutti i partecipanti), si sostiene, orbene, che sarebbe stato possibile scendere da 11 ‘passaggi orari’ ad appena 4, cioè a piú di un terzo.
Ultima modifica di Raffaele2012 il mercoledì 24 gennaio 2024, 16:19, modificato 3 volte in totale.

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POST 9.3 ‒ Conclusioni

La ragione (o l’insieme di esse) che spinge uno scrivente (o chi per lui) a mettere nero su bianco delle “telecronache” può, in maniera comprensibile, mutare di volta in volta.
Tuttavia, si può ipotizzare che due delle giustificazioni piú probabili consistano nella ricerca di un ulteriore effetto enfatico oppure nella piú banale necessità di allungare a dismisura l’annuncio su carta in modo da non lasciare troppi spazi vuoti.

Prescindendo dalla causa di turno, s’osserva comunque che il disastro comunicativo appare evidentissimo: concisione, esaustività e, quindi, fruibilità testuale ‒ requisiti immancabili oggigiorno per un’efficace stesura di ogni programma cartaceo festaiolo ‒ vengono irreparabilmente compromesse.

È perciò necessario che un Comitato si affidi sempre a una persona in grado di distribuire equilibratamente le informazioni, onde evitarne una forzata concentrazione in pochissime righe oppure un eccessivo frazionamento.

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POST 8 ‒ I “PREDICOZZI” ALL’INTERNO DEL ‘CALENDARIO DEGLI EVENTI’

Le Feste Patronali Meridionali rimangono innanzitutto un appuntamento religioso cattolico. Di conseguenza, nulla vieta che il programma cartaceo di turno contenga un saluto, un’esortazione o, piú specificamente, una predicazione firmati da un rappresentante del clero.

In linea generale, i citati scritti ‒ caratterizzati da un registro linguistico oscillante, a seconda delle circostanza, fra l’enfatico e il familiare ‒ trovano ubicazione in una delle pagine iniziali di un opuscolo o di un pieghevole oppure nella parte alta di un manifesto o di un volantino, dove essi ricoprono un ruolo introduttivo, consistente nel rammentare la natura in primis liturgica e spirituale della ricorrenza in onore di un santo o di un beato.

Un importante problema comunicativo legato a tali scritti, però, sorge quando l’autorità religiosa agisce in modo da farli appalesare in ogni punto possibile di quella parte del supporto cartaceo festaiolo definibile come “Calendario degli Eventi”.


Per “Calendario degli Eventi” è possibile definire il compartimento di un opuscolo (o di altro del genere) che si presenta abitualmente ripartito in date e singoli ‘annunci orari’, e dove dovrebbe avvenire una presentazione concisa ed esaustiva degli appuntamenti festaioli liturgici e profani.


Orbene, la posizione numero otto della Classifica delle 18 Formulazioni Testuali piú malriuscite permette allora di focalizzare l’attenzione sull’infelice fattispecie dei «predicozzi», dovendosi intendere per quest’ultimi quei saluti o quelle esortazioni o quelle predicazioni del clero che appaiono in modo poco opportuno in ogni punto della sezione del “Calendario degli Eventi” di un programma cartaceo, a causa della fuoriuscita dallo spazio (iniziale o superiore, a seconda dei casi) a loro assegnabile.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 19 gennaio 2024, 11:47, modificato 2 volte in totale.

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POST 8.1
  • La lettura di numerosi programmi cartacei festaioli permette di notare come i predicozzi facciano la loro apparizione in due punti del cosiddetto “Calendario degli Eventi”: all’interno di o in coda a un singolo annuncio, oppure già immediatamente al di sotto dell’indicazione di una data.

Seguono, al riguardo, due esempi negativi.

Parete (CE), festa di Maria SS. della Rotonda, opuscolo 2005, 4-9 Aprile “Settimana Eucaristica”

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Trecastagni (CT), festa dei ss. Alfio, Filadelfo e Cirino 2016, 10 e 11 Maggio (fonte: pagina Fb "Portale Staff Pirotecnico", sezione Album, Programma dei Festeggiamenti di Sant'Alfio a Trecastagni 2016)

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In relazione allo stralcio testuale di Parete (CE) 2005, s’osserva che l’esortazione del clero è stata messa in chiusura dell’annuncio della Settimana Eucaristica (4-9 Aprile), nonché immediatamente prima dell’avviso dell’esibizione canora (9 Aprile).

Nel caso del supporto cartaceo di Trecastagni (CT) 2016, invece, i due predicozzi ‒ che hanno assunto le sembianze di due vere e proprie brevi predicazioni ‒ sono stati disastrosamente posizionati subito al di sotto della puntualizzazione delle due date del 10 e dell’11 Maggio.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 19 gennaio 2024, 17:05, modificato 4 volte in totale.

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POST 8.2
  • Alla categoria dei predicozzi sono altresí da assimilare tutti quei passi tratti da testi e inni sacri ‒ oppure da ulteriori documenti ecclesiali ‒ che vengono impiegati al posto di un saluto, di un’esortazione o di una vera e propria predicazione.
Ecco, sotto codesto aspetto, due esempi negativi.


Paternò (CT), festa di santa Barbara v.m., opuscolo 2012, Lunedí 3 e Martedí 4 Dicembre

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Binetto (BA), festa di Maria SS. di Costantinopoli, manifesto 2013, Venerdí 1 Marzo

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Nel caso di Paternò (CT) 2012, si evince chiaramente che i predicozzi (evidenziati col colore verde) sono stati tratti da uno scritto di san Giovanni Damasceno (“Elogio di Santa Barbara”).

Per quanto concerne il programma di Bitritto (BA) del 2013, invece, si desidera puntualizzare che il brevissimo predicozzo (occhio alle evidenziazioni in verde) ivi presente ‒ il quale appare come una sorta di fulminea esortazione, tendente fin quasi allo slogan ‒ in realtà non è altro che un frammento del paragrafo 3.6 della nota “Le Nostre Feste” emanata nel 1998 dalla Conferenza Episcopale Pugliese (https://anteprima.qumran2.net/aree_test ... gliese.doc).
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 19 gennaio 2024, 17:31, modificato 7 volte in totale.

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POST 8.3

Come già segnalato nel POST 8, il saluto, l’esortazione e la predicazione (o, in loro vece, i brani e gli inni sacri) messi nero su bianco dai rappresentanti del clero si caratterizzano in linea comune per la loro natura di testo discorsivo, come conferma l’adozione di un registro linguistico oscillante fra il colloquiale e l’enfatico.

Ciò, però, si pone in contrasto coll’esigenza di una comunicazione festaiola che proprio all’interno della sezione definibile “Calendario degli Eventi”, in cui avviene la presentazione di svariati appuntamenti liturgici e profani, deve protendere alla celerità e all’esaustività.

Da qui sorge inderogabile la necessità che ‒ lungi dal voler scientificamente escludere l’intervento di un parroco o di un vescovo, data la genesi religiosa delle ricorrenze patronali meridionali ‒ i summenzionati scritti ecclesiastici (saluto, esortazione, predicazione, nonché i brani e gli inni sacri assimilabili) vengano prudentemente posizionati soltanto nelle parti iniziali (nel caso dell’opuscolo o del pieghevole) o superiori (nel caso del manifesto o del volantino) di un supporto cartaceo festaiolo, lí dove possano anche essere meglio visionati e compresi dalla gente.

Al contrario, un uso sciagurato dei predicozzi in corrispondenza di uno o piú punti della sezione “Calendario degli Eventi” comporta tre gravi implicazioni.
Per un primo verso, un ingiustificato appesantimento della comunicazione festaiola che viene a danneggiare il lettore.
Per un secondo verso, la trasformazione complessiva del testo in una sorta di saliscendi, per cui, nel giro di poche parole o di un paio di frasi, avviene il passaggio da un registro linguistico rapido e asciutto (ad esempio, a causa dell’avviso di una gara di fuochi pirotecnici) a un altro di marca enfatica o familiare come, appunto, quello che afferisce ai predicozzi.
Per un terzo verso, una paradossale perdita di importanza della stessa esortazione religiosa agli occhi di chicchessia, specie quando essa appare immediatamente prima di un annuncio profano.


A margine, nel tornare ai condivisi esempi negativi, si desidera dimostrare velocemente, mediante delle “X” e delle linee di cancellazione, cosa sarebbe stato piú opportuno fare in passato cogli individuati predicozzi: non riportarli all’interno dei rispettivi programmi cartacei. Punto.


Parete (CE), 4-9 Aprile 2005

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Trecastagni (CT) 2016 (per ragioni di spazio si utilizza un solo file immagine)

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Paternò (CT) 2012 (pure qui, per ragioni di spazio, si utilizza un solo file immagine)

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Binetto (BA), 1o Marzo 2013

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