I programmi cartacei e le Feste del Sud Italia: gli errori grammaticali piú evidenti

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POST 4.4
  • Infine, va registrata una diffusa e inspiegabile difficoltà degli scriventi nell’indicare semplicemente e soltanto il MOMUMENTO o il LOCALE CHIUSO AL PUBBLICO “nei paraggi del quale” si svolge una manifestazione e/o “all’interno del quale” non è possibile entrare.
Al riguardo, si condivide codesta coppia di esempi negativi.

Frattamaggiore (NA), festa di s. Sossio m.re, manifesto 2012, Domenica 23 Settembre

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Santa Maria La Stella fraz. di Aci Sant’Antonio (CT), festa della Madonna della Stella, pieghevole 2007, Mercoledí 22 Agosto

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Leggendo il supporto cartaceo relativo alla kermesse patronale di Frattamaggiore (NA), si ha la bizzarra sensazione che, invece di annunciare un omaggio simbolico ai Caduti in Guerra, sia stata data la notizia della premiazione di un manufatto inanimato. E ciò perché è stata usata scorrettamente la preposizione articolata AL (freccia e cerchio di colore rosso).

Consultando il programma di Santa Maria La Stella (CT) si nota l’impiego della dicitura “Davanti la…”, che però, rappresenta un errore grammaticale (riquadro verde).


In breve, si ricorda che qualsiasi evento previsto “a ridosso di un posto” ‒ e non al “suo interno” ‒ va indicato con le giuste “preposizioni improprie” indicanti l’idea di “prossimità”: PRESSO, DAVANTI A, VICINO, e altre simili.

Quindi, ad esempio, sarebbe necessario scrivere: “Davanti alla stele commemorativa…”, “Vicino alla chiesa”, eccetera.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 21 gennaio 2024, 18:20, modificato 6 volte in totale.

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POST 4.5

L’uso scorretto delle preposizioni per indicare uno specifico luogo potrebbe suscitare in chi legge perfino una forte ilarità, stato d’animo certamente inappropriato per chiunque si avvicina a una ricorrenza patronale meridionale.

Di conseguenza, si rinnova l’auspicio affinché gli organizzatori di appuntamenti del genere scelgano sempre una persona che sia in grado di evitare il particolare genere di imprecisione grammaticale qui considerato e che sia disponibile ad affinare ulteriormente la propria sensibilità di scrittura qualora divenisse necessario.

In chiusura, allo scopo di evidenziare l’assoluta importanza di un impiego corretto delle preposizioni, si condividono, in una versione riveduta e corretta, i suelencati episodi di malriuscita comunicazione.

Napoli, quartiere Ponticelli, 2008
<< Ore 18.30: appuntamento in corso Ponticelli. >>.

Celano (AQ), 2009
<< Ore 21.30: esibizioni canore in piazza IV Novembre. >>.

Baucina (PA), 2022
<< Ore 11.30: Santa Messa sul sagrato della Chiesa del Collegio. >>.

Velverde (CT), 2011
<< Ore 11.30: (…) chiusura della Novena e celebrazione della S. Messa nella Cappella dell’Apparizione in contrada Fontana (…). >>.

Frattamaggiore (NA), 2012 (si puntualizza che la frase riportata concludeva in realtà un annuncio piú lungo)
<< (…) Al termine della celebrazione verrà deposta una corona di alloro presso il monumento ai Caduti. >>.

Santa Maria La Stella fraz. di Aci Sant’Antonio (CT), 2007
<< Ore 18.45: davanti alla chiesa, accoglienza del novello presbitero don Salvatore Grasso. >>.
Ultima modifica di Raffaele2012 il lunedì 29 gennaio 2024, 23:05, modificato 5 volte in totale.

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POST 3 ‒ LE MANCATE “CONCORDANZE” FRA UN NOME E IL COLLEGATO AGGETTIVO, E TRA UN SOGGETTO E UN SUO VERBO TRANSITIVO PRECEDUTO DAL SI PASSIVANTE

Il testo che annuncia il programma di una Festa Patronale Meridionale è ‒ come a tutti dovrebbe essere oramai lampante ‒ un elaborato scritto pari a ogni altro di questo Mondo. Dunque la persona incaricata di redigerlo non può mai venire meno all’obbligo di una corretta concordanza fra le parole che compongono ciascuna sua frase.

La posizione numero tre della Classifica dei 12 Errori Grammaticali piú evidenti permette, in particolare, di accendere i riflettori su due infelici casi di mancata concordanza:
  • fra il “nome” e il collegato “aggettivo”;
  • fra un soggetto e il suo verbo transitivo preceduto dal “si passivante”.
A livello grammaticale, si ricorda che la “concordanza” indica l’insieme di regole grazie alle quali diviene possibile legare in modo chiaro le parole di una frase.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 26 dicembre 2023, 17:58, modificato 2 volte in totale.

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POST 3.1 ‒ La mancata concordanza fra il “nome” e il collegato “aggettivo”

La Grammatica Italiana insegna che per “aggettivo” va intesa quella parola che ‘aggiunge’ informazioni rispetto al nome di riferimento.
Ad esempio, nella frase «La bella ragazza è andata al cinema»”, la parola ‘bella’ fornisce un ulteriore ragguaglio rispetto al nome ‘ragazza’.


Rispetto al tipo di fattispecie negativa qui attenzionato, si porta all’attenzione di chi legge il sottostante episodio:

Parete (CE), festa di Maria ss. della Rotonda, opuscolo 2006, Domenica di Pasqua 16 Aprile

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Nello specifico ‒ come conferma il riquadro rosso ‒ l’autore di questo messaggio su Pirovagando (incaricato dal Comitato Festa dell’epoca di redigere il programma) si è reso protagonista di una grave leggerezza, visto che il genere (femminile) del sostantivo “note” non concorda assolutamente con il genere (maschile) dell’aggettivo (qualificativo) “lieti”.

Per cogliere in modo immediato la portata dell’errore commesso, s’invita chi legge a invertire mentalmente l’ordine delle parole in “note lieti”, anziché “lieti note” come scritto all’interno del supporto cartaceo paretano”.

Senso di onestà, dunque, spinge a osservare che sarebbe stato corretto scrivere << Dolce risveglio con le LIETE NOTE… >>, adeguando l’aggettivo “liete” (dal maschile plurale al femminile plurale) al sostantivo (femminile plurale) “note”.

Tralasciando l’episodio paretano, si rammenta quanto stabilito in linea generale dalla Grammatica Italiana: la necessità che l’aggettivo concordi sempre col “genere” (‘maschile’ o ‘femminile’) e col “numero” (‘singolare’ o ‘plurale’) del nome di riferimento.
Ultima modifica di Raffaele2012 il sabato 27 gennaio 2024, 17:29, modificato 1 volta in totale.

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POST 3.2 – La mancata concordanza fra un soggetto e il suo verbo transitivo preceduto dal “si passivante”

Un qualsiasi testo di Grammatica Italiana permette di comprendere che per ‘soggetto’ va intesa “l’entità” che fa un’azione oppure che la subisce.
Il ‘verbo’, invece, rimanda al “fatto in sé”, compiuto o subito dall’entità che funge da soggetto.

I verbi si distinguono, innanzitutto, fra “attivi” (quelli che alludono a un soggetto che compie un’azione) e “passivi.
Esempio di frase con verbo attivo: «Raffaele legge un libro» (dove, appunto, “Raffaele” compie l’azione di leggere).

I verbi attivi, a loro volta, si suddividono fra “transitivi” e “intransitivi”.

I verbi attivi TRANSITIVI sono quelli grazie ai quali l’azione descritta dal verbo passa (o transita, come viene detto in gergo) su un “complemento oggetto”, il quale non è introdotto da alcuna preposizione (di, a, da…).
Ad esempio: «Io salutai un’amica» (dove, appunto, “io” funge da soggetto; “salutai” da verbo; “un’amica” da complemento oggetto).

La costruzione di una frase con il c.d. SI PASSIVANTE viene ottenuta quando alla particella (cioè alla parolina) “si” seguono un verbo attivo transitivo e il soggetto (logico) di quest’ultimo.
Agendo in cotal guisa viene ottenuta una frase passiva, senza però l’utilizzo del vero ausiliare essere e mantenendo altresí intatto il verbo attivo transitivo.
Nella frase realizzata con il SI PASSIVANTE, il soggetto è espresso sempre alla terza persona singolare o plurale, cosí come il verbo chiamato inevitabilmente a concordare con esso per quanto attiene alla ‘persona’ e al ‘numero’.

Ad esempio, «Si vede un panorama fantastico» è una frase all’interno della quale “un panorama” rappresenta il soggetto alla terza persona singolare, mentre “si vede” funge da forma verbale attiva transitiva espressa con il ‘si passivante’ concordante.
Si osserva che in assenza del ‘si passivante’ la suddetta frase sarebbe stata semplicemente passiva; ad esempio: «Un panorama fantastico è visto».

Ad esempio, «Si mangiano spaghetti e patatine», è una frase in cui “spaghetti e patatine” fungono da soggetto, mentre “si mangiano” costituisce la forma verbale espressa con il ‘si passivante che concorda alla terza persona plurale.
Si osserva che in assenza del ‘si passivante’ la suddetta frase sarebbe stata semplicemente passiva; ad esempio: «Spaghetti e patatine sono mangiati».




NOTE A MARGINE
Fonte utilizzata dall’autore della trattazione in corso in merito ai verbi attivi e transitivi: C. Iandolo, “Parole in moto”, Napoli 1994, pp. 67-69.

Pagine consultabili su Google Books riguardanti il “si passivante”: L. Serianni, “Prima lezione di grammatica”, 2011; R. Riboni, “Analisi logica: la grammatica senza segreti”, 2016

Informazioni presenti direttamente sul web e afferenti al “si passivante”: “Usi e funzioni della particella SI” (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it ... icella-si/).
Ultima modifica di Raffaele2012 il sabato 27 gennaio 2024, 17:49, modificato 1 volta in totale.

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POST 3.2.1 (segue dal post 3.2)

Sull’argomento, si vuole condividere il sottostante esempio negativo:

Catania, quartiere Canalicchio, festa della Madonna del Carmelo, pieghevole 2008, precisazioni finali

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Nello specifico, s’osserva che i soggetti (logici) della frase sono due: “la Provincia” e “il Comune”. Di conseguenza, la forma verbale impiegata “si ringrazia” risulta essere semplicemente errata.

Per comprendere la portata dello sbaglio basta trasformare la frase dotata del ‘si passivante’ «Si ringrazia la Provincia Regionale di Catania e il Comune di Catania…» nella sua versione col verbo al passivo «La Provincia Regionale di Catania e il Comune di Catania è ringraziato».

Stando in tale maniera le cose, si afferma che la persona incaricata di redigere il programma dell’epoca avrebbe dovuto adottare una soluzione simile a questa:
<< SI RINGRAZIANO LA PROVINCIA regionale di Catania e IL COMUNE di Catania per la collaborazione prestata. >>.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 23 gennaio 2024, 22:55, modificato 2 volte in totale.

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POST 3.3 ‒ Conclusioni

Le mancate concordanze fra il “nome” e il collegato “aggettivo” e fra un soggetto e il suo verbo transitivo preceduto dal “si passivante” non costituiscono delle sciocche questioni da lasciare al diletto di qualche secchione colla faccia piena di brufoli. Rappresentano, invece, degli evidenti errori grammaticali che minano la scorrevolezza della lettura e che dunque rischiano di rendere vano lo stesso processo di stampa dei vari programmi festaioli.

In breve, si sottolinea con forza che è poco saggio far apparire gli attenzionati strafalcioni all’interno di manifesti, opuscoli, pieghevoli e volantini e che, perciò, resta assai utile una scrupolosa verifica di quanto messo nero su bianco da parte innanzitutto di chi redige il testo.

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POST 2 ‒ LE MANCATE CONCORDANZE NELLA COPPIA "SOGGETTO-VERBO", E TRA UN NOME E IL RISPETTIVO “PARTICIPIO PASSATO CHE ASSUME VALORE DI AGGETTIVO”

Come già riportato nel precedente POST 3, la “concordanza” indica quell’insieme di regole grazie alle quali diviene possibile legare in modo chiaro le parole di una frase.

Anche chi redige il programma cartaceo di una Festa Patronale Meridionale, dunque, ha la necessità di rispettare sempre siffatte regole, in modo da garantire a chi legge la possibilità di comprendere appieno il testo posto innanzi ai suoi occhi.

La posizione numero due della Classifica dei 12 Errori Grammaticali piú evidenti permette, in particolare, di accendere i riflettori su altri due bruttissimi e diffusissimi casi di mancata concordanza:
  • all’interno della coppia “soggetto-verbo” di una determinata frase;
  • fra il “nome” e il rispettivo “participio passato che assume valore di aggettivo”.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 30 gennaio 2024, 20:46, modificato 3 volte in totale.

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POST 2.1 ‒ La mancata concordanza all’interno della coppia “soggetto-verbo” di una frase

Un qualsiasi testo di Grammatica Italiana ‒ si rammenta ‒ aiuta a capire che per ‘soggetto’ va intesa “l’entità” che fa un’azione oppure che la subisce.
Il ‘verbo’, invece, rimanda al “fatto in sé”, compiuto o subito dall’entità che funge da soggetto.

Esempio: «Raffaele legge un libro» (dove “Raffaele” funge da ‘soggetto’, mentre “legge” allude al ‘fatto’).


  • Un primo tipo di mancata concordanza assai radicato consiste nel ‘contrasto’ fra un soggetto espresso al ‘singolare’ e il rispettivo verbo impiegato al ‘plurale’, come mostra il sottostante annuncio:
Samo (RC), festa di s. Giovanni Battista, manifesto 2010, Giovedí 19 Agosto

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All’interno della frase riportata, il soggetto è costituito dall’espressione “Lo scoppio”, la quale appare come “l’entità” che compie l’azione; essa, inoltre, risulta essere di “genere” maschile e di “numero” singolare.

La parola “danno” è invece la terza persona plurale del tempo “presente” del modo “indicativo” del verbo “dare”. In relazione a quanto scritto all’inizio del presente messaggio, codesto termine allude al “fatto in sé”, compiuto dall’entità “lo scoppio”.

Emergendo una simile accoppiata, si suppone che l’errore grammaticale sia subito balzato agli occhi dei lettori dell’epoca, vista l’evidente inconciliabilità fra il soggetto espresso al singolare “Lo scoppio” e la voce verbale “danno”, la quale induce a pensare a un’azione compiuta da tanti.

Inoltre occorre precisare che ogni ipotesi di concordanza fra la voce verbale “danno” e l’espressione “dei fuochi pirotecnici” risulta totalmente infondata in quanto quest’ultima non funge da soggetto ma solo da semplice complemento (di specificazione), cioè da elemento meramente “facoltativo” della frase.

A parità di parole, per sanare l’inconveniente, si sostiene che sarebbe già stato molto meglio scrivere cosí, adeguando la persona del verbo (da terza plurale a terza singolare) al soggetto (lasciato al singolare):
<< Ore 20.30: LO SCOPPIO dei fuochi pirotecnici inizio ai solenni festeggiamenti. >>.
Ultima modifica di Raffaele2012 il sabato 27 gennaio 2024, 17:14, modificato 2 volte in totale.

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POST 2.1.1 (segue dal post 2.1)
  • Sempre a proposito della mancata concordanza all’interno di una coppia soggetto-verbo, si segnala un altro tipo di ‘contrapposizione’ assai radicata: quella fra un soggetto espresso al ‘plurale’ (oppure due o piú soggetti) e la collegata voce verbale impiegata al ‘singolare’.
Negativo esempio.

Succivo (CE), festa di Gesú Trasfigurato, opuscolo 2013, Domenica 7 Luglio

Immagine

All’interno della frase, stavolta, i soggetto presenti sono due ‒ “il suono” e “lo sparo” ‒ e fungono da “entità” che compiono l’azione.

La parola “annuncia” è invece la terza persona singolare del tempo “presente” del modo “indicativo” del verbo “annunciare”. Sulla scia di quanto rammentato all’inizio del precedente messaggio, si afferma che codesto termine allude al “fatto in sé”, compiuto dalle due entità “il suono” e “lo sparo”.

Stando cosí le cose, s’immagina che tale errore grammaticale sia stato subito notato dalle persone presenti nella località casertana, vista l’evidente incompatibilità fra i due soggetti ‒ “il suono” e “lo sparo” ‒ e la voce verbale “concluderà”, la quale induce a pensare ad un’azione compiuta da un’entità soltanto.

A parità di termini usati, per sanare l’inconveniente, si dichiara che sarebbe opportuno adeguare la persona del verbo (da terza singolare a terza plurale) ai due soggetti, come qui evidenziato:
<< Ore 06.30: IL SUONO delle campane e LO SPARO di fuochi ANNUNCIANO il giorno solenne della festa. >>.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 28 gennaio 2024, 14:01, modificato 4 volte in totale.

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POST 2.2 ‒ La mancata concordanza fra il “nome” e il rispettivo “participio passato che assume valore di aggettivo”

Prima di entrare nel merito, diventa necessario un rapido chiarimento sui “participi passati”.

Il participio è un modo verbale (cioè un modo di esprimersi) diviso in due tempi: “presente” e, appunto, “passato”.

Il participio passato è facilmente trovabile se appare accompagnato dai verbi ausiliari “essere” e “avere”.
Ad esempio, nella frase «La mamma è uscita», la parola ‘uscita’ rappresenta il participio passato del verbo ‘uscire’.

Quando invece il participio passato è privo dei verbi ausiliari, esso assume un valore aggettivale accordandosi col genere (maschile o femminile) e col numero (singolare o plurale) del nome di riferimento. Ad esempio, all’interno della frase «L’uomo ferito al volto ora sta benone», il termine ‘ferito’ ha qui un valore aggettivale, esprimendosi al maschile singolare a causa del nome ‘uomo’.

A margine, va ricordato che per “aggettivo” s’intende quella parola che ‘aggiunge’ informazioni rispetto al nome di riferimento.
Ad esempio, nella frase «La bella ragazza è andata al cinema», la parola ‘bella’ aggiunge informazioni al nome ‘ragazza’.



Per le informazioni fornite in questo messaggio, si rimanda alle sottostanti pagine web:
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 30 gennaio 2024, 20:48, modificato 4 volte in totale.

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POST 2.2.1 (segue dal post 2.2)

A proposito della mancata concordanza fra il “nome” e il rispettivo “participio passato che assume valore di aggettivo”, si desidera condividere il sottostante esempio negativo:

Riccia (CB), festa di Maria ss. del Carmelo, manifesto del programma civile 2013, Martedí 16 Luglio

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Nello specifico, appare un’evidentissima mancata concordanza fra il nome di riferimento al maschile singolare “concerto” e il participio passato con valore aggettivale al femminile singolare “diretta”.

Piú nel dettaglio, s’osserva che un ipotetico rimando alla parola “città”, non regge perché, logicamente, le città hanno i sindaci, ma non i “direttori”.

In breve, si sostiene che gli incaricati della stesura del programma della ricorrenza molisana avrebbero fatto meglio a scrivere nel modo qui illustrato:
<< Ore 21.00, via B. Zaburri: Gran CONCERTO Bandistico “Città di Pescara” DIRETTO dal maestro Giovanni Minafra. >>.


NOTA BENE. In linea assolutamente generale, va ricordato, pure a scanso di equivoci, che la parola “concerto” non indica solo un evento musicale, ma anche l’insieme di persone che suonano (http://www.grandidizionari.it/Dizionari ... certo.aspx).
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 30 gennaio 2024, 21:01, modificato 5 volte in totale.

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POST 2.3 ‒ Conclusioni

A modestissimo avviso del sottoscritto, le mancate concordanze in una coppia soggetto-verbo oppure fra il “nome” e il rispettivo “participio passato che assume valore di aggettivo” costituiscono degli errori grammaticali cosí lampanti da poter essere individuati anche da persone che sono prive di una specifica formazione, di scuola superiore o universitaria, in Lingua Italiana.


Eppure basterebbe la semplice consultazione di un testo grammaticale per comprendere che, in linea generale:
  • all’interno della coppia soggetto-verbo, è necessario adeguare sempre la voce verbale al “numero” (‘singolare’ o ‘plurale’) del soggetto.
Per cui, per esempio, sarà messo nero su bianco: «Il Comitato ringrazia i compaesani»; giammai «Il Comitato ringraziano i compaesani».

Per cui, per esempio, sarà scritto: «Il Parroco e il Comitato salutano la cittadinanza»; giammai «Il Parroco e il Comitato saluta la cittadinanza»;

  • tra un "nome" e il collegato "participio passato che assume valore di aggettivo", occorre adeguare ogni volta quest'ultimo al “genere” (‘maschile’ o ‘femminile’) e al “numero” (‘singolare’ o ‘plurale’) del nome di riferimento.
Di conseguenza, per esempio, sarà messo nero su bianco: «Presta servizio il concerto bandistico Regione Appenninica diretto dal prof. Pietro Mascagni»; giammai «Presta servizio il concerto bandistico Regione Appenninica diretta dal prof. Pietro Mascagni».

Ecco perché, per esempio, sarà scritto: «Sante Messe officiate da vari parroci»; giammai «Sante Messe officiati da vari parroci».



Occorre, insomma, che l’attività di revisione di un elaborato da parte di chi lo ha redatto divenga piuttosto meticolosa, onde veder scongiurata la presenza delle due forme di strafalcioni qui attenzionate.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 30 gennaio 2024, 21:14, modificato 5 volte in totale.


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