Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

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robytranese
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Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da robytranese »

INTRODUZIONE
In più occasioni c'è stato modo di discutere sulle pieghe prese dalla pirotecnica nell'ultimo decennio, a partire specialmente dal 2010 in poi. Apro un post in cui si potrà parlare di questo senza intasare le discussioni relative alle singole feste. Mi auguro tante risposte.
Grossomodo il succo della questione è questo: si è passati dallo spettacolo concentrato essenzialmente sulla ritmica e sul singolo artificio che ha la suo apice nella bomba da tiro ad uno spettacolo che raccoglie e rielabora l'eredità del primo modello in chiave coreografica, su impulso del modo di fare delle ditte estere. Questo tipo di spettacolo non ha un vero e proprio centro.
OT: ci sono anche aziende che si rifanno del tutto alla sparata "dagli occhi a mandorla", presenti specialmente al Settentrione, ma di queste non terremo conto: è un tentativo non ben riuscito di imitazione senza spirito critico di quanto i maestri orientali sanno fare molto bene da più tempo, senza porsi problemi sulla bellezza e sulle varie questioni che la pirotecnica affronta.

La ricerca di movimento nello spazio e di belle combinazioni di colori è da sempre al centro della pirotecnica e lo è tuttora; si è passati dal risolvere il problema soltanto nel singolo artificio (la bomba da tiro) a volerlo inquadrare in una ottica più ampia (non solo, ma anche la bomba da tiro). Questa seconda soluzione mi trova d'accordo: supera la prima, ma per affiancamento e non per esclusione. In uno spettacolo impostato secondo i canoni della prima tipologia pirotecnica (diamole il nome di "sparata mugnanese") è possibile vedere belle bombe da tiro, ma essendo queste il "centro" si fa passare tutto il resto in secondo piano; nella seconda (chiamiamola "sparata rotellese") si ha opportunità di vedere lo stesso problema risolto con belle bombe da tiro ed anche in altri modi. Dire che la vera pirotecnica italiana si realizzi solo nelle granate equivale a tarparla molto, limitando le possibilità del pirotecnico di esprimere le proprie ricerche a una sola "scaletta" valida per tutti gli spettacoli (per i quali si vuole stabilire anche un limite ai "tubi" da usare), ad una sola tipologia di manufatto e ad un solo modo di lanciarlo. Una chiusura culturale esasperata ed assurda, identica a quella di chi non accettava, cento e passa anni fa, l'arrivo della "nuova" musica e sosteneva che l'unica vera fosse la lirica-sinfonica: avessimo dato retta a queste persone non solo non avremmo avuto esperienze bellissime come la musica dei Police o di Lucio Battisti, ma la stessa produzione di musica orientata sul classico non avrebbe avuto gli impulsi da cui sono nate le stupende composizioni di Einaudi. E stessa cosa per l'arte visiva: dando ascolto ai critici d'arte ottocenteschi non solo saremmo stati privati della pittura rivoluzionaria di Van Gogh e di Manet ma ci saremmo sognati anche la pittura sacra più classica del grande adelfiese Gasparro. Un fenomeno analogo si è verificato e si sta verificando nella pirotecnica: vedremo come.

Questo post è soltanto una parte del mio pensiero e dell'analisi che voglio fare. A causa dei miei impegni sono costretto a spezzettare il tutto; ma mi riprometto di concludere l'insieme in questi giorni.

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robytranese
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da robytranese »

IL MEGLIO DEL PRESENTE

Cito qui alcuni esempi di quelle che sono state le migliori soluzioni dei problemi posti dalla pirotecnica negli ultimi cinque anni; accompagnando il motivo.

L'apertura della ditta Del Vicario (San Severo, 2015) risolve nella sequenza in maniera brillante il problema della ricerca di un contrasto chiaroscurale; l'intera orchestrazione dall'inizio alla fine di questa apertura è una perfetta combinazione di udito (ritmo serrato e preciso, incalzato anche dalle fischiate che accompagnano gli sbruffi) e vista (ottimi sia i colori che i loro accostamenti); l'elemento fuoco si muove nello spazio con una dinamicità, un equilibrio ed una potenza eccezionali; anche le pesanti stutate sferiche e le bombe a quattro sfondi con i relativi spacchi sembrano alleggerirsi e volteggiare nello spazio con movimenti vorticosi, ma anche calcolati a puntino.
Una vera e propria azione teatrale realizzata con il fuoco, dietro cui c'è una sapiente e difficile orchestrazione. Uno spettacolo che per me ha lo stesso valore di una bomba da tiro ben fatta. La mia sparata ideale la aprirei così e la farei seguire da tre massicci capolavori di buona scuola vesuviana: sono sullo stesso piano.
Qui c'è dietro un lavorone nella progettazione, nella fabbricazione, nell'assemblazione del tutto, del montaggio e nella esecuzione (bisogna mantenere gli artifici tra loro a una distanza né eccessiva né ridottissima per ottenere un effetto così armonico e sapere con che tempi lanciarli).
PS. a scanso di equivoci, il foggiano aveva pronta con sé una bella serie di lanci sia tra le bombe da tiro che tra le fermate che per una serie di motivi non partirono all'epoca: in questa occasione almeno nelle intenzioni non cadde nel frequente errore di ammassare materiale lavorato nell'apertura per poi concedere al resto del fuoco solo "bombette".

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robytranese
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da robytranese »

Lo spettacolo pirotecnico della ditta Vaccalluzzo (Castro 2013) riesce, seppur con qualche limite, a dare l'idea della leggerezza.
Cosa intendo dire? Sfere di grossa portata, granate cilindriche lavorate e pesanti sembrano perdere peso e librarsi in aria con l'agilità di qualche uccellino campestre. Questo spettacolo fu all'epoca assai criticato, ed a ragione, per l'assenza di bombe da tiro e di una buona catena di fermate; critica che condivido considerando che la scheda di valutazione della giuria effettivamente comprendeva anche questi elementi.
E certo che sarebbe stato bello, in questa che fu l'ultima vera grande gara pirotecnica in vecchio stile, veder partire dopo l'apertura "arcobaleno" (di non facile esecuzione) tre siluri belli come quelli lanciati dalla stessa famiglia Vaccalluzzo un anno dopo per la Pasqua a Burgio.

francavitabile
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da francavitabile »

Dal 24 Luglio del 2016 è per noi appassionati è stata una doppia ecatombe abbiamo perso Amici quasi fratelli e il nostro sogno di una Pirotecnica sempre più evoluta che sembrava non avesse limiti al miglioramento (25 pigliate in 5 sfondi Carmine Lieto 21 pigliate in 7 sfondi F.lli Romano 12 Contrabombe F.lli Di Candia) ......... tutto spazzato via e oltre quindi Roby dobbiamo solo sperare che questa crisi orribile passi presto anche se è dura!!!

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Raffaele2012
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da Raffaele2012 »

francavitabile ha scritto:Dal 24 Luglio del 2016 è per noi appassionati è stata una doppia ecatombe abbiamo perso Amici quasi fratelli e il nostro sogno di una Pirotecnica sempre più evoluta che sembrava non avesse limiti al miglioramento (25 pigliate in 5 sfondi Carmine Lieto 21 pigliate in 7 sfondi F.lli Romano 12 Contrabombe F.lli Di Candia) ......... tutto spazzato via e oltre quindi Roby dobbiamo solo sperare che questa crisi orribile passi presto anche se è dura!!!
Mi permetto di dissentire. Difatti la tragedia che ha coinvolto Michele Bruscella ed altri non è dipesa da questa o quella misura delle granate, ma, per quanto si è riuscito a capire, addirittura dalla materia prima. Ergo, un calibro 5 o un calibro 10 facevano poca differenza.
Tornando alla Pirotecnica Area e all'Era Post-Pirotecnica purtroppo in corso, anzi, è possibile sostenere come essa sia iniziata ben prima del 24 luglio 2016, anche se individuare una data esatta costituisce un inutile esercizio di stile.

@ Robytranese,
sto leggendo con attenzione i tuoi post. Ti prometto che appena avrò maggior modo e tempo, replicherò. :smt023
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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robytranese
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da robytranese »

Quanto accaduto nel 2015 ha sicuramente influito su quel che è successo dopo, visto che tre eccellenze della pirotecnica italiana (di cui due erano le ultime rappresentanti della buona scuola pirotecnica mugnanese) sono scomparse da uno scenario rendendolo più povero, sia umanamente che tecnicamente.
Non sono d'accordo con Raffaele2012 sulla denominazione di questo periodo: per me rientra perfettamente nell'era pirotecnica ed anzi offre molte possibilità di sperimentazione da affiancarsi (e perchè no anche da sostituirsi, come hanno gradualmente fatto i giochi di salici e altre variazioni verso gli spacchi e botta) a quanto codificato nei decenni precedenti.

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robytranese
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Re: Qualche riflessione sulla pirotecnica contemporanea

Messaggio da robytranese »

Lo spettacolo pirotecnico di Gerardo Scudo (Somma Vesuviana 2010) - il filmato è stato spezzettato e diviso in più parti, tutte disponibili su YouTube - è a mio avviso, nonostante qualche imperfezione che è però riscontrabile in quasi tutti gli spettacoli esistenti, il migliore esempio di unione tra tradizione campana e stile "rotellese". Vi sono alcuni passaggi (aperture, salici, fermate lunghe, scarica) riconducibili ad una tipologia di spettacolo più nuovo ed altre invece più tradizionali (le ottime bombe da tiro, le fermate ad uno sfondo, le eccezionali stutate). Questo innesto ha dato vita ad una sparata di eccezionale qualità, dove il ritmo incazzato e incalzante che caratterizza la produzione artigianale del "Professore" si fonde con lo spettacolo in maniera armoniosa e mai stancante. L'azienda ha riproposto da allora esibizioni basate sempre su questo format, inserendovi aggiunte e variazioni, quasi sempre con risultati eccellenti che fanno -a mio modesto avviso- di Gerardo Scudo il migliore pirotecnico italiano degli ultimi decenni. Non avremmo avuto però questo eccezionale tipo di sparata se il Vesuviano si fosse fermato ad una impostazione tradizionale, "mugnanese", senza integrare quanto di buono è stato offerto dai cambiamenti degli ultimi dieci anni. Abbiamo quindi un artista abile nell'artigianato ed eclettico nell'impostazione: questo è il Professore.


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