Urbanistica Città di Parete (Ce) a cura di Raffaele2012

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POST SPECIALE 63 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE REGIONALE DELLA CAMPANIA (PTR). Particolare riferimento ai “Sistemi Territoriali di Sviluppo” (STS)

Il Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) è stato approvato con la Legge Regionale n. 13 del 2008 (http://www.sito.regione.campania.it/bur ... r13_08.pdf) e risulta quindi attualmente in vigore. Esso può essere definito come uno strumento che cerca di offrire un supporto alle pianificazioni immediatamente sottoposte, ossia quella provinciale e quella comunale, in modo da orientare l’andamento territoriale regionale.

A parte un’introduzione, il testo del PTR appare suddiviso in una “relazione”, un “documento di piano”, delle “linee guida per il paesaggio” e degli “elaborati cartografici”. Il documento di piano (http://www.sito.regione.campania.it/bur ... _ptr_1.pdf), a sua volta, risulta articolato in cinque “Quadri Territoriali di Riferimento” (QTR) dei quali, per quanto concerne piú da vicino Parete, a modesto avviso del sottoscritto, quello dotato di maggiore interesse è il terzo che viene appellato “Sistemi Territoriali di Sviluppo” (STS).

Ciascun sistema territoriale di sviluppo, in maniera forse impropria agli occhi di qualcuno, può essere inquadrato come una sezione regionale da cui emergono i profili specifici di una “identità locale” e “meccanismi propulsivi di autosviluppo”. In particolare, il PTR, individuandone in numero complessivo di 45, è partito dalla semplice osservazione della situazione attuale (dietro verifica dell’eventuale esistenza di tutta una serie di atti, accordi, patti e cosí via aventi l’intenzione di accomunare una serie di realtà singole) cercando tuttavia di delineare delle strategie future di evoluzione.

Il territorio di Parete, per l’esattezza, appare inquadrato all’interno del STS denominato “Sistema Aversano ‒ E4” per il quale si è individuato una “predominante urbano industriale”. Tale predominate, per il PTR, trarrebbe anzitutto giustificazione da un’evoluzione per i periodi 1981-1991 e 1991-2001 che ha portato: a una crescita demografica forte (+ 21,11%), con stimolato aumento del numero di alloggi realizzati; a un incremento industriale delle unità (+ 39,96%) e degli addetti (+ 9,7%); a un boom in termini percentuali nel settore dei servizi sia di unità (+ 42,52%) sia di addetti (+ 53,65%). Inoltre, a supporto della catalogazione di partenza, vi sarebbero, sempre stando ai rilievi PTR, 9 comuni con piani PIP finanziati, 12 comuni inseriti nel Distretto Industriale delle calzature, del tessile e dell’abbigliamento “Grumo Nevano-Aversa”, oltre ai comuni a cavallo dei quali è ubicato il nucleo ASI “Aversa Nord” (Gricignano di Aversa, Teverola, Carinaro).

Essendo individuata su questi presupposti la predominante “urbano industriale” per il sistema territoriale di sviluppo E4 di Aversa, gli eventuali fautori della svolta extragricola di Parete potrebbe venir presi dalla smania di stappare la bottiglia di spumante per la contentezza. In realtà, non mancano motivi per spegnere i facili entusiasmi.
In primo luogo, i rilevamenti statistici del PTR legati al settore industriale e ai servizi rimandano al massimo al 2001, un periodo di gran lunga antecedente l’attuale cattiva congiuntura economica: di conseguenza, scontano una certa comprensibile vetustà.
In secondo luogo, al di là del probabile anacronismo dei dati, la suevidenziata sproporzione fra l’incremento degli addetti (+9,7%) e quello delle unita (+39,96%) testimonia comunque una scarsa propensione del comparto manifatturiero in genere ad intercettare delle quote consistenti di forza lavoro.
In terzo luogo, il citato numero dei PIP finanziati rimanda a una fase contemporanea l’approvazione del PTR, né il documento regionale può logicamente segnalare il successivo destino di tali PIP.
In quarto luogo, il distretto industriale “Grumo Nevano-Aversa” già in un momento antecedente l’attuale crisi economica scontava dei problemi, molto probabilmente aggravatisi, di non poco conto: dislocazione dispersiva su un numero eccessivo di comuni (oltre 20 fra le province di Napoli e Caserta), scarsi controlli sulla qualità dei prodotti, carenza di operai specializzati, bassa cooperazione, sommerso, concorrenza estera.

Una lettura piú approfondita consente, allora, di cominciare a diradare le nubi sugli scenari strategici che la Regione Campania suggerisce primariamente per l’STS E4 di Aversa.

Ebbene, le priorità strategiche individuate dal PTR sarebbero costituite dagli indirizzi E2a (Attività produttive per lo sviluppo agricolo – Sviluppo delle filiere), B4 (Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio), B5 (Recupero aree dismesse), C2 (Rischio sismico) e D2 (Riqualificazione e messa a norma delle città). Per il contesto di Parete, però, a modesto avviso del sottoscritto, acquisirebbero centralità assoluta le strategie E2a, B4 e D2.

L’indirizzo E2a, in particolare, andrebbe interpretato in modo tale da fare delle campagne di Parete il primo passo del ciclo agricolo, quello legato alla semina e al raccolto di derrate senza i quali null’altro, in un’ipotetica filiera, avrebbe senso. Per l’esattezza, sarebbe fondamentale riconoscere al paese casertano un funzionale ruolo di “costola primaria” all’interno di un processo che abbraccerebbe i campi del posto, la vendita all’ingrosso presso i centri ortofrutticoli ovvero la trasformazione manifatturiera in zone piú o meno vicine, l’approdo finale nei mercati nazionali e non.

L’indirizzo B4 aiuta a considerare il territorio non urbanizzato come una fonte sia paesaggistica sia culturale (nel senso che contribuisce alla “identità” della comunità locale). In tale ottica, e lo stesso PTR a promuovere il recupero delle aree degradate mediante ≪misure di ricoltivazione≫ e la rimozione dei ≪detrattori paesaggistici ed ambientali anche attraverso un’intensa attività di demolizione≫.
Ma ciò, per una realtà di estensione decisamente esigua come quella paretana, perlomeno a parere del sottoscritto, non basta perché si tratta altresí di evitare delle “anomalie di ritorno”, cioè consumi di suolo mascherati da attività pseudo naturalistiche, come quelle che potrebbero discendere dai c.d. parchi agricoli urbani (agriturismi, aree attrezzate per lo sport e il tempo libero ecc.).

L’indirizzo D2 si rivela utile per un tenimento locale di superficie ridotta come quello paretano, di fatto inserito in un’unica spaventosa città che parte da Napoli e sale fino a Caserta. In particolare, sembra interessante lo scenario basato sulla «riqualificazione naturalistica» e sulla «diffusione delle reti ecologiche in contesti urbani e periurbani».

In buona sostanza, le strategie E2a, B4 e D2 possono essere interpretate in un’ottica di preservazione culturale e naturalistica (apparentemente capace di generare solo dell’immobilismo, specie agli occhi di chi vede in ogni metro quadro un metro cubo), ma nel contempo non escludono una valorizzazione veramente “economica” dei suoli agricoli paretani (a ovest e a est; ancora “vergini” o quelli per i quali nei POST 33 e segg. e 34 e segg. è stata proposta questa destinazione in misura susseguente l’abbattimento degli stabili adesso presenti e delle superfici ora impermeabilizzate), forse l’arma piú potente per tenerli al riparo dalla “peste edilizia”.
E poi nulla dovrebbe impedire di vedere nell’attività agricola di semina e di raccolto di derrate un’espressione culturale vera e propria (intesa come modo di relazionarsi dell’Uomo colla Natura), quale in realtà già è.

La strategia D2, però, può anche essere guardata sotto una luce ulteriormente diversa. Difatti, laddove incentiva l’adozione di programmi mirati alla riqualificazione urbana pare creare una coincidenza con alcuni auspici dell’autore per Parete, fra i quali vale la pena ricordare: la concentrazione a oriente della parte urbanizzata del comune, il rilancio dell’edificabilità tendenzialmente in verticale in talune sezioni per evitare la ‘mummificazione insediativa’ (“aree Garibaldi – Magenta – Vittorio Emanuele II” e “fascia urbana restante”) e il cambio di destinazione d’uso (per fini agricoli e non solo) in punti ora impermeabilizzati in modo differente.


POST SCRIPTUM 1: Per avere un’idea sintetica degli interventi strategici che la Regione Campania ritiene prioritari per l’STS E4 di Aversa e, in parte, per Parete, il sottoscritto rimanda a una piccola tabella riassuntiva presente nelle pgg. 129 e 130 del III QTR del documento di piano PTR.

POST SCRIPTUM 2: Circa il concetto di “economia” esposto dal sottoscritto nel corso della propria trattazione sul territorio comunale di Parete, il sottoscritto rimanda ai POST 15.2 e 15.2.1 di questo topic.

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POST SPECIALE 63 bis – Sempre con particolare riferimento ai “Sistemi Territoriali di Sviluppo” (STS). Perché il PTR non tende a favorire la svolta industriale-artigianale dell’economia paretana

Dalla lettura degli indirizzi strategici per il Sistema Territoriale di Sviluppo E4 dell’agro aversano, emerge nel complesso un’importanza relativamente defilata del comparto artigianale-industriale rispetto al settore agricolo e alla tutela paesaggistica-culturale. Ovviamente ciò non significa che debba sparire ogni traccia di manifatture, nonché di servizi piú o meno collegati ad esse, bensí che, indipendentemente dalle dimensioni, grandi o piccole che siano, assume preminenza vitale la necessità di concentrare le attività extragricole in punti intercomunali e sovralocali ben precisi in modo da dare un comprensibile supporto infrastrutturale e magari gettare le premesse per contatti reciproci, ingrandimenti o perfino fusioni.

Per l’esattezza, a pag. 117 del III QTR del “documento di piano”, emerge che le pianificazioni provinciali e comunali hanno il compito di privilegiare l’individuazione di nuove aree manifatturiere e di grandi servizi in zone limitrofe a quelle industriali e inoltre di recuperare le sezioni dismesse dentro gli insediamenti ASI già esistenti. Insomma, è già a partire dal PTR che si cerca di non sponsorizzare delle ubicazioni fatte anche colle migliori intenzioni, ma molto probabilmente destinate a non dare significativi vantaggi nel lungo periodo ai soggetti che vorranno insediarvisi, specie se lontane da grandi assi viari (autostrade), porti, aeroporti, scali ferroviari.
Ultima modifica di Raffaele2012 il lunedì 7 settembre 2015, 12:25, modificato 1 volta in totale.

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POST SPECIALE 63.1 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE REGIONALE DELLA CAMPANIA (PTR). Particolare riferimento alle “Linee Guida per il Paesaggio”

Il testo denominato “Linee Guida per il Paesaggio” (http://www.sito.regione.campania.it/bur ... _ptr_2.pdf) è parte integrante del PTR Campania e va anzitutto inteso come uno strumento che prova a fornire criteri e indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio rispetto alle pianificazioni provinciale e comunale.

Al suo interno l’esposizione si presenta divisa in due fasi: una evidenzia l’attuale situazione (Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali) e l’altra elenca gli indirizzi e le strategie per il futuro propriamente intesi (Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto).

Il territorio di Parete è attualmente inquadrato dal PTR nell’ambito D4 “Mosaici agricoli della pianura ed aree agricole a piú elevata complessità strutturale”, contraddistinto dalla presenza di arboreti tradizionali, promiscui e specializzati, nonché di orti di vario tipo. Rispetto allo schema di ‘rete ecologica regionale’ tracciato dal medesimo PTR, fra l’altro, suddetto tipo di ambito tende a essere descritto come “zona cuscinetto”, la quale comunemente circonda un’area di maggiore naturalità (es. bosco, foresta, parco naturale) costituendo nel contempo un limite all’espansione di elementi perturbatori esterni (es. zone edificate), e come “collegamento ecologico”, il quale mette in contatto due o diverse aree di maggiore naturalità favorendo la mobilità delle specie viventi e gli scambi genetici fra quest’ultimi.

Dal punto di vista degli indirizzi e delle strategie, invece, il territorio paretano risulta classificato nel sottosistema 36 “Pianura flegrea” (rispetto ai 56 complessivamente elencati dal PTR). Una certa affinità rispetto ai proponimenti del sottoscritto la si individua specialmente nei punti b), d), f).

Nel punto b) è scritto che i Piani Urbanistici Comunali definiscono misure per la salvaguardia dei corsi d’acqua, inclusi gli alvei naturali. Nel caso di Parete, quindi, nulla sembrerebbe impedire la preservazione funzionale e culturale degli alvei locali attraverso l’inedificabilità lungo il loro percorso e nei paraggi immediati (alveo che parte dal cimitero e poi va parallelamente alle spalle degli insediamenti presenti o ipotizzati lungo la strada p.le 33) o perfino predisponendone un vero e proprio ripristino (tratti dello Spierto attualmente interrati lungo i confini con Lusciano e Giugliano in Campania).

Nel punto d) è affermato che i Piani Urbanistici Comunali definiscono misure per la salvaguardia e il recupero funzionale delle opere e degli schemi di bonifica. Essendo stato il territorio paretano interessato dal posizionamento di elementi riconducibili alle attività dell’Ente di Bonifica del Basso Volturno negli anni Ottanta del XX secolo, nulla sembrerebbe impedire il concretizzarsi dell’auspicio del sottoscritto circa l’inedificabilità anzitutto lungo e nei dintorni delle due strade asfaltate contestualmente aperte: una presso il cimitero, una parallelamente a via Castagnola. Per quest’ultima sezione, poi, la proposta esposta a suo tempo di adibirla “orti urbani” si arricchisce di senso rispetto all’impedimento di un’altra inopportunissima espansione edilizia verso ovest.

Nel punto f) è stabilito che i Piani Urbanistici Comunali definiscono norme per la salvaguardia e il mantenimento all’uso agricolo delle aree rurali di frangia periurbana. Anche nell’ottica di Parete, quindi, il PTR suggerisce di mantenere e di supportare in vario modo la semina e il raccolto di derrate attorno alla parte edificata, visto l’accertato ruolo di mitigazione del rischio idrogeologico, di continuità del paesaggio rurale di pianura, di interfaccia riconoscibile, di contributo all’innalzamento della stessa qualità di vita in ambito urbano, cosa, quest’ultima, che avverrebbe con estrema difficoltà nel caso di un ulteriore consumo di suolo “vergine” verso ogni direzione.
Circa la sestuplice valenza delle due zone agricole a oriente e a occidente del tenimento di Parete, comunque, il sottoscritto rimanda al suo POST 50 di codesto topic.

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POST SPECIALE 63.2 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE REGIONALE DELLA CAMPANIA (PTR). “Visioning” tendenziale e preferita per il tenimento visibili negli “elaborati cartografici”

Volendo concludere col PTR, accompagnano il corrente messaggio due stralci degli “elaborati cartografici” del medesimo piano. (http://www.sito.regione.campania.it/bur ... _ptr_2.pdf).

Il primo sintetizza visivamente l’evoluzione territoriale regionale che potrebbe venirsi a creare qualora le pianificazioni di ogni livello (sovralocali e locali) non si ponessero come obiettivo la correzione delle attuali criticità. Osservando bene il territorio di Parete, ognuno può notare la presenza di puntini verdi che, pur confermando per larghi tratti la destinazione agricola, mettono in guardia da una pressione insediativa (abitativa, di servizi, artigianale e commerciale) in grado di produrre ulteriore degrado.

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Il secondo sintetizza visivamente l’evoluzione territoriale regionale suggerita dal PTR agli enti provinciali e locali per rimediare alle attuali criticità. In merito a Parete, i puntini verdi confermano il ruolo preminente del settore agricolo nell’economia locale, senza apparenti concessioni ‘industrialiste-artigianali-commerciali-speculative’.

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POST SPECIALE 64 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP)

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/) è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 26/2012 (http://www.provincia.caserta.it/documen ... 1/CP26.pdf) e risulta perciò attualmente in vigore. Esso può essere definito come uno strumento che cerca di offrire un supporto alle pianificazioni comunali in modo da orientare l’andamento territoriale complessivo.

L’assetto generale proposto per il Casertano dal PTCP nel capitolo 12 della “Relazione A1” (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc% ... Relazione/) riconosce una suddivisione fra il “territorio urbano” e il “territorio rurale e aperto”. Tale demarcazione viene inquadrata nell’ambito di una strategia volta a contrastare la creazione di una metropoli indistinta Napoli-Caserta, in modo da affievolire notevolmente la “dipendenza” di Terra di Lavoro dal capoluogo regionale. Per una realtà come quella di Parete, esattamente posta a cavallo delle due province, lo scenario suggerito dal PTCP implica quindi una svolta locale in direzione nettamente opposta a quella di un ulteriore consumo di suolo “vergine” e in grado perfino di stimolare la correzione delle criticità già presenti al momento dell’approvazione del Piano Provinciale nel 2012.

Dato che nella trattazione su Parete è stato scritto che il piú grave rischio che corre il territorio locale è legato al citato consumo di suolo "vergine" (POST 14 all’interno della corrente discussione), nei messaggi che seguiranno (fino al 64.2.2) si farà riferimento a ciò che il PCTP suggerisce all’amministrazione civica locale circa l’assetto futuro da dare alle due zone a est e a ovest dell’abitato ancora prevalentemente inedificate. In particolare, ci s’intratterrà sulle nozioni di “territorio rurale e aperto” e “aree negate”, provando a evidenziare ‘affinità’ e occasioni di perplessità discendenti dalla medesima pianificazione provinciale.

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POST SPECIALE 64.1 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento al “territorio rurale e aperto”

L’idea che sta alla base della nozione di “territorio rurale e aperto” è quella di considerare la parte non destinata ad abitazioni e insediamenti vari (“rurale”) come capace, indipendentemente dagli assetti legati alla proprietà privata, di dare benefici generali alla collettività (“aperto”). Vantaggi rappresentati comprensibilmente dalla produzione agricola e perfino dall’assorbimento di una quota occupazionale (va difatti ricordato come il settore primario sia “economia” nel vero senso del termine, dato l’utilizzo costante dei suoli per soddisfare bisogni alimentari continui e ripetuti nel tempo), ma anche pertinenti al raggiungimento di un ottimale equilibrio idrogeologico-climatico, a una migliore percezione visiva della zona in cui si vive (che trasmette una gratificante sensazione di vivibilità) e a una trasmissione di valori e usanze (patrimonio culturale) che non incorre nell’anacronismo.

Il PTCP individua ben sei tipi di “territorio rurale e aperto”. Senza girarci troppo attorno, quelli proposti per Parete sono due: “territorio rurale e aperto complementare alla città” e “territorio rurale e aperto a preminente valore agronomico e produttivo”. La prima immagine allegata, rappresentante uno stralcio della tavola C1.1.8 (chiamata “Assetto del territorio. Tutela e trasformazione”), mostra con precisione l’ampiezza suggerita dell’una (in verde scuro) e dell’altra parte (verde chiaro).

La seconda immagine allegata, poi, consente di notare una certa affinità delle previsioni PTCP rispetto all’estensione delle due zone agricole a oriente e occidente del tenimento comunale proposta a suo tempo dal sottoscritto.

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POST SPECIALE 64.1.1 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento al “territorio rurale e aperto complementare alla città”

Lo stralcio della tav. C1.1.8 del PTCP (vedasi la prima immagine allegata nel POST 64.1) permette di osservare come il “territorio complementare alla città” abbracci integralmente la parte urbana di Parete e come la spaziosità di tale territorio (seppure definita qualche anno addietro) sembri essere stata determinata apposta sia per evitare ulteriore consumo di suolo ‘vergine’ sia per sponsorizzare delle riconversioni fondiarie nell’ottica della semina e del raccolto di derrate in corrispondenza delle segg. sezioni: p.za Caduti di Nassiriya, lato est del III tratto di via Vicinale Vecchia, estreme propaggini est di via King, campagne circostanti via Madre Teresa di Calcutta, prolungamento di via Siani a ridosso del confine giuglianese, paraggi del rione 167, recente lottizzazione a sud di via della Repubblica, tutta la zona a ponente del paese.
L’art. 44 comma 2 delle Norme del PTCP (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc% ... TCP/Norme/), in particolare, stabilisce che è compito del PUC prevedere l’esistenza del “territorio complementare alla città” in modo da scongiurare le saldature edilizie coi centri vicini (nello specifico, Lusciano, Trentola e Giugliano), preservare il paesaggio storico, consentire la prosecuzione dell’attività agricola.
In virtú del raggiungimento di tali scopi, il comma 3 dello stesso articolo offre la preziosissima opzione di determinare un regime di inedificabilità assoluta, cosa che il sottoscritto non ha mancato di suggerire a suo tempo (leggasi i POST 33 e 34 nel corrente topic) come soluzione per sgombrare il campo da ogni equivoco.

Malgrado le ottime prospettive che sembrano profilarsi dai suddetti suggerimenti PTCP, non mancano elementi di perplessità. In primo luogo, la collocazione di Parete in un comprensorio aversano-giuglianese che versa in condizioni assai critiche dal punto di vista del consumo di suolo “vergine” fa ritenere estremamente striminzita l’estensione del “territorio complementare alla città”: quindi si ripete l’auspicio che l’Amministrazione Comunale, in sede di definizione di PUC, possa circoscrivere l’edificabilità ai soli annessi o procedere coll’inedificabilità totale per tutte le due zone agricole cosí come individuate dal sottoscritto.
Inoltre, resta pendente la spada di Damocle rappresentata sia dal recupero degli stabili preesistenti, che, alla lunga, non necessariamente potrebbe essere funzionale all’attività primaria, sia dall’individuazione nelle sezioni agricole di ‘parchi agricoli urbani’, con annessi i rischi di un’edificazione diffusa e a bassi indici di fabbricabilità caratterizzata da bed and breakfast, agriturismi, eccetera. In buona sostanza, la sciagura dell’impermeabilizzazione incontrollata dei suoli ‘potrebbe uscire dalla porta e rientrare dalla finestra’.

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POST SPECIALE 64.1.2 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento al “territorio rurale e aperto a preminente valore agronomico e produttivo”

Il PTCP usa la nozione di “territorio rurale e aperto a preminente valore agronomico e produttivo” rispetto alle aree agricole della provincia casertana che ritiene rendano di piú sia per qualità sia per quantità. Per il comune di Parete, come si evince ancora una volta dall’osservazione dello stralcio della tav. C1.1.8 (prima immagine allegata nel POST 64.1), emerge come la proposta di estensione PTCP di tale “territorio a valore agronomico e produttivo” riguardi un minuscolo lembo a sud est, a cavallo di due strade rurali che segnano il confine con Giugliano in Campania (NA), e soprattutto la porzione a ovest, lungo il tratto finale di via Vicinale della Rotonda, la strada rurale “Serpi e Cancelliere”, il segmento della Cupa convergente nella Parete-Tre Ponti, l’intera zona circostante l’arteria Portella.

Da una prima lettura dell’art. 41 delle Norme del PTCP (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc% ... TCP/Norme/) relativo a questa tipologia di zona rurale spicca la buona intenzione di limitare l’edificabilità a solo vantaggio dei lavoratori della terra, in termini residenziali e non. In quest’ottica, alle prescrizioni che qualsiasi PUC può dare, il PTCP ne aggiunge un’altra subordinando, di fatto, la possibilità di costruire casa al raggiungimento di un certo valore di estensione colturale per ettaro.

Eppure il sottoscritto non riesce a nascondere la sue perplessità.

In primo luogo, si richiama per l’ennesima volta l’ubicazione del tenimento paretano in un comprensorio aversano-giuglianese, il quale versa condizioni cosí critiche dal punto di vista del consumo di suolo ‘vergine’ che pure il piú recente innocuo stabile costruito in aperta campagna può divenire un elemento di grave disturbo per la corretta percezione collettiva di un paesaggio.

In secondo luogo, nell’ottica di Parete, la scelta di riconsentire la realizzazione di fabbricati a scopo abitativo e lavorativo al di là di una zona a potenziale inedificabilità come quella “complementare alla città” può essere gravemente contraddittoria perché foriera di inopportune futuribili espansioni edilizie in direzione degli stabili piú lontani, secondo uno schema trito e ritrito del ‘minore male possibile’.

Fra l’altro, sempre per Parete, il timore è che vi possa essere un’intensificazione anche in una sezione come quella a meridione della Portella la quale fino a oggi ha (per destino? per caso? per miracolo?) conservato una sorta di… “illibatezza fondiaria”. A riguardo, basta consultare un recente rilevamento aereo di Google Maps o Google Earth.

Perciò, per entrambe le zone a est e a ovest del comune definite “agricole” dal sottoscritto, alfine di evitare spiacevoli situazioni nel lungo periodo (come, ad esempio, quella della casa rurale che passa dal padre bracciante al figlio avvocato), si ribadisce instancabilmente la proposta di limitare la nuova edificabilità ai soli annessi ovvero di procedere coll’adozione di un regime di inedificabilità assoluta capace di chiarire all’origine come stanno le cose.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 10 settembre 2015, 11:10, modificato 1 volta in totale.

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POST SPECIALE 64.2 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento alle “aree negate”. Cenni introduttivi

Il PTCP, a pagina 276 della “Relazione A1” (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc% ... Relazione/), definisce le “aree negate” come distese urbane e extraurbane prive di funzione univoca e contrassegnate perfino da segni di degradazione. Nel tenimento di Parete, al momento dell’approvazione del PTCP, ne sono risultate censite ben 41 per una superficie complessiva di 21,6 ettari, pari a 216.000 metri quadri.

Nella pagina 294 della summenzionata Relazione compare una catalogazione delle “aree negate” in due tipi.
Le “aree negate con potenzialità ambientale” sono quelle della porzione extraurbana di un territorio per le quali il PTCP propone interventi di ripristino dei caratteri naturalistici preesistenti.
Le “aree negate con potenzialità insediativa” sono quelle site nella parte urbana o in estrema prossimità con essa per le quali il PTCP ritiene possibile procedere coll’individuazione di una destinazione specifica, col recupero da un’eventuale situazione di degrado e colla realizzazione di stabili che, a seconda di quanto prescritto dal PUC di turno, possono essere di natura prevalentemente abitativa oppure no.

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POST SPECIALE 64.2.1 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento alle “aree negate con potenzialità ambientale”

All’interno dello stralcio della tav. C1.1.8 (chiamata “Assetto del territorio. Tutela e trasformazione”) riportato qui sotto, il colore arancione evidenzia quelle aree negate di Parete per le quali il PTCP ha proposto il ripristino dei caratteri naturalistici preesistenti.

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Da notare come tali aree negate siano state individuate dal PTCP in relazione al solo lato occidentale del comune. Ciò si rivela di grande interesse perché permette di escluderne il recupero per qualsiasi finalità insediativa (abitativa, artigianale, commerciale, servizi).

A parte la specifica individuazione dei punti critici per mano del PTCP (che indubbiamente si rifà a tempi diversi e risponde a criteri non necessariamente identici a quelli del sottoscritto), una cosa sembra essere certa: l’apposizione di un ulteriore tassello a conferma della destinazione agricola per la parte ovest del paese.

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POST SPECIALE 64.2.2 – TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). UNA CERTA “AFFINITÀ” FRA LE CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO E GLI SCENARI DESUMIBILI DAL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI CASERTA (PTCP). Con riferimento alle “aree negate con potenzialità insediativa”

All’interno dello stralcio della tav. C1.1.8 (chiamata “Assetto del territorio. Tutela e trasformazione”) riportato qui sotto, il colore giallo evidenzia quelle aree negate di Parete per le quali il PTCP ha proposto il recupero per finalità insediative.

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Entrando nel dettaglio, il sottoscritto afferma di condividere la svolta insediativa suggerita per la sezione compresa fra il marciapiede est del segmento nord della Circumvallazione e l’estremo tratto settentrionale di via Bologna, nonché per lo spazio esattamente ‘sopra’ lo stadio comunale. Ciò malgrado, a differenza del PTCP che sembra lasciare un certo margine di scelta fra varie opzioni, si ritiene necessaria l’esclusione della localizzazione abitativa e si ribadisce quanto suggerito a suo tempo: dare spazio ad attività di supporto all’agricoltura (Circumvallazione est, POST 30 del corrente topic) e ad unità di servizi (via Bologna, POST 31), in modo da evitare di consumare del suolo "vergine" a occidente del paese.

Per le “aree negate” individuate dal PTCP nell’appezzamento incolto che sta alle spalle del caseggiato di via Moravia e nei pressi dell’intersezione viaria Giorgio Amendola-Follerau-2 Agosto, invece, il sottoscritto non scorge alcuna forma di affinità rispetto ai suoi suggerimenti e quindi ritiene inopportune le previsioni di recupero a scopo insediativo avanzate dalla Provincia.
Innanzitutto perché spicca una duplice contraddizione rispetto a quanto vagheggiato dal medesimo PTCP: entrambe le sezioni, infatti, stanno all’interno del “territorio aperto e rurale complementare alla città” per il quale l’art. 44 delle Norme prospetta perfino uno scenario di inedificabilità assoluta; inoltre, ciascuna di esse è sita estremamente a ridosso dei confini comunali, col rischio di dare sciagurato seguito alle saldature edilizie coi centri vicini, cosa evidentissima riguardo a Lusciano (via Moravia), ma anche rispetto a Giugliano in Campania (paraggi dell’intersezione viaria Giorgio Amendola-Follerau-2 Agosto): gli stabili ricadenti nel tenimento partenopeo, infatti, sono in numero cosí consistente da costituire oramai una sorta di appendice del nucleo abitato di Parete. Per fugare ogni dubbio su quest’ultime affermazioni, basta consultare Google Maps o Google Earth.
In secondo luogo, si desidera ricordare che il terreno incolto che sta alle spalle del caseggiato di via Moravia sorge esattamente ai bordi dell’alveo Spierto. Quindi, anziché sforzarsi di evitare un ulteriore episodio di degrado idrogeologico, il PTCP suggerisce la prospettiva opposta.
Tenendo conto dei suddetti rilievi, lo scrivente si permette di ribadire le destinazioni d’uso suggerite: agricola (semina e raccolto di derrate) per il suolo alle spalle del caseggiato di via Moravia (POST 33.2 e 33.2.1); realizzazione di allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno per l’intersezione viaria Giorgio Amendola-Follerau-2 Agosto (POST 36).

Neppure per le “aree negate” individuate dal PTCP lungo via della Repubblica e la Circumvallazione il sottoscritto scorge alcuna forma di affinità rispetto ai suoi suggerimenti e quindi ritiene inopportune le previsioni di recupero a scopo insediativo avanzate dalla Provincia.
In primis, perché si ricrea una contraddizione rispetto a quanto vagheggiato dal medesimo PTCP: entrambe le sezioni sono site all’interno del “territorio aperto e rurale complementare alla città” per il quale l’art. 44 delle Norme prospetta perfino uno scenario di inedificabilità assoluta.
In secundis, perché le due aree negate sono poste a occidente della linea di demarcazione fra le porzioni prevalentemente urbana ed extraurbana di Parete tracciata idealmente dal sottoscritto (POST 25) e costituita dalla medesima Circumvallazione e dal segmento sud di via Castagnola.
Inoltre, l’area negata lungo via della Repubblica è ubicata accanto alla strada costruita nell’ambito delle attività dell’Ente di Bonifica del Basso Volturno: quindi si ritiene estremamente saggio non procedere a edificazioni vere e proprie, indirizzo peraltro anche esaltato all’interno del PTR Campania (leggasi nel POST SPECIALE 63.1).

In chiusura, per quanto concerne la campagna a sud del rione 167, il sottoscritto esprime, almeno in linea di partenza, tutta la propria contrarietà rispetto alla relativa proposta PTCP poiché un’espansione dell’urbe anche in quest’area, specie se avente connotati prevalentemente abitativi, tenderebbe ad avvicinare notevolmente ai confini col comune di Giugliano in Campania (NA).
Ciò nonostante, mettendo da parte l’esatta collocazione delle linee gialle, si potrebbe accettare l’idea di un recupero insediativo al solo verificarsi di due condizioni: a) la realizzazione di un’ipotetica “concentrazione” artigianale da parte dell’Amministrazione Comunale in sostituzione dell’attuale intero abitato del rione 167; b) un’estensione massima di tale “concentrazione” che si potrebbe ottenere, almeno a modesto avviso di chi scrive, procedendo esattamente verso mezzogiorno (fino al nucleo "C" evocato a suo tempo).
Circa la “concentrazione” artigianale in corrispondenza dell’attuale quartiere 167, il sottoscritto invita a leggere (o a rileggere) i POST dal 37 al 37.4.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 11 settembre 2015, 11:12, modificato 1 volta in totale.


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