Urbanistica Città di Parete (Ce) a cura di Raffaele2012

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POST 59 – IL RILANCIO DEL TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE) COME ENTITÀ FISICA, COME CENTRO DI VERA PRODUZIONE ECONOMICA E COME PATRIMONIO IMMATERIALE RICONOSCIBILE DAGLI ALTRI. L’invito ad una maggiore responsabilità individuale e collettiva

Come si è potuto desumere finora dalla lettura dei post, IL VERO RILANCIO DEL TERRITORIO COMUNALE DI PARETE dovrebbe contare su un atteggiamento di responsabilità da parte di tutti e sulla rinuncia, laddove opportuno, a legittime prerogative.

In primo luogo, occorre ripetere con vigore che i soggetti amministratori e gli esponenti locali di partito dovrebbero sempre finalizzare il loro agire alla tutela “fisica” e “immateriale” della superficie comunale, nonché all’utilizzazione economica di quest’ultima in termini prevalentemente agricoli.

A loro volta, tutti i soggetti legati al settore edilizio (dai professionisti d’ufficio alle manovalanze fino agli intermediari finanziari) sarebbero chiamati a non vedere nel suolo una “terra franca” da convertire a proprio vantaggio, il quale non coincide automaticamente con quello comunitario (a maggior ragione quando la stessa collettività fa fatica a comprendere il danno discendente da un consumo di suolo “vergine” inarrestabile).

Le autorità religiose locali di ogni orientamento sarebbero a loro volta chiamate ad adottare un atteggiamento collaborativo soprattutto in merito alla promozione di una mentalità mirata al contenimento delle nascite. Per quanto possa sembrare strano, infatti, anche l’eccesso demografico va considerato un problema come altri.

Il popolo, inteso come singoli e come collettività, come componenti famigliari e come cittadinanza, sarebbe invece chiamato ad un impegno che solo apparentemente assumerebbe le forme del grave sacrificio (abbattimento dei propri stabili dietro indennizzo e/o trasferimento altrove e/o contenimento delle nascite) e che invece costituirebbe un importante passo verso la vivibilità su scala locale e perfino zonale.

Infine, gli esponenti della “guapparia” di qualsiasi livello (con o senza i colletti bianchi) sarebbero invitati a non intervenire e a non condizionare in alcun modo ogni fase del riordino urbanistico e del rilancio agricolo, vista la necessità assoluta di operare presto e bene.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 12:46, modificato 3 volte in totale.

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POST 60 – Un esempio di “patrimonio immateriale” per la realtà di Parete (CE): culto e festività patronale di Maria ss. della Rotonda

In coda al POST 56 (pagina 12 della corrente discussione) è stato osservato come ogni realtà locale sia composta anche di un “patrimonio immateriale” fatto di usanze e ritualità. Tale patrimonio, in particolare, può essere visto pure come la rappresentazione di un rapporto Uomo-Territorio basato su una cadenza di tipo ciclico.

Considerando Parete, parte integrante del “patrimonio immateriale” di questo paese sono senz’altro il culto e la festività di Maria ss. della Rotonda.

Tirare in ballo culti e ricorrenze patronali potrebbe sembrare eccessivo agli occhi di qualcuno. Tuttavia, va evidenziato che, almeno per il Sud Italia, non sono mai esistiti Culti e Feste Patronali i quali non abbiano costituito, in un modo o nell’altro, un’espressione “spirituale” del legame quotidiano fra l’uomo e il territorio in cui egli abitava.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 12:52, modificato 5 volte in totale.

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POST 60.1 – Cenni sull’origine del culto della Madonna della Rotonda a Parete

Stando alle fonti bibliografiche consultate dal sottoscritto e incolonnate nel POST 3 (pag. 1 della corrente discussione), l’origine del culto va ricercata nella presenza di una piccola chiesa che, sorta nel remoto villaggio di Santa Maria e ripristinata dopo terremoti e incendi, sta ancora oggi nell'area a ovest dell’odierno cimitero comunale.

Immagine


In particolare, occorre partire dal Trecento. All’epoca, la piccola chiesa era conosciuta col nome di “Santa Maria della Rotonda” (forse perché di forma tondeggiante o perché, in tempi ancora piú antichi, aveva avuto tale forma) ed era ubicata all’interno di un vasto comprensorio rurale punteggiato di numerosi caseggiati sparsi, di cui anche Parete (allora con un abitato di piccolissime dimensioni) faceva parte.
Motivo di notorietà su scala locale della piccola chiesa era il suo essere oggetto di pellegrinaggio durante i giorni di Pasqua, quando veniva concessa l’indulgenza a chi giungeva a farle visita. A tal riguardo, va osservato come, molto probabilmente, la scelta del periodo non rispondesse al puro caso né a motivi solo puramente religiosi, ma anche ad una maggiore mitezza del clima dopo i rigori invernali, la quale introduceva al vivo della stagione agraria e favoriva il radunarsi delle genti delle campagne circostanti (che vivevano quasi tutte, se non tutte, di agricoltura) per pregare il Buon Dio alfine di ottenere dei buoni raccolti.

Col passare dei secoli, delle guerre e delle epidemie, però, degli antichi pellegrinaggi si dovette perdere, se non il ricordo, almeno l’usanza. La stessa chiesa campestre andò sempre piú in rovina finché, verso la fine del Cinquecento, l’autorità religiosa del tempo non decise di trasferire nel cuore di Parete ciò che presumibilmente era in migliore conservazione e, fra tali cose, un quadro di una Madonna col Bambino e il Battista.

A parte qualche congettura di scarso valore probatorio, restano ignote modalità e tempi di approdo del citato quadro della Madonna nella chiesa campestre, cosí come, per tanti anni, si è faticato a capire quando fosse stato dipinto. A riguardo, la tesi piú realistica riferisce di un periodo compreso fra il Quattrocento e il Cinquecento, giustappunto utile a motivare storicamente il trasferimento in paese.

Sta di fatto che dopo l’arrivo a Parete, sull’Effigie, sistemata inizialmente in un altare laterale della parrocchia San Pietro Apostolo, cominciò a confluire sia il nome e il ricordo della piccola chiesa campestre dove aveva soggiornato sia la reminiscenza dell’antica pratica dell’indulgenza. Da qui all’associazione all’Icona dell’appellativo di “Maria ss. della Rotonda” e di un periodo di celebrazioni sempre corrispondente alla Pasqua, il passo fu breve e un nuovo culto mariano venne definitivamente a galla. Quest’ultimo, poi, era destinato a non avere meno successo di quello di cui aveva preso il posto, visto che la società contadina, lungi dal conoscere qualche reale miglioramento delle condizioni di vita, trovava sempre conforto nel rivolgersi al Cielo per ottenere salute, e soprattutto, buoni raccolti.

Una storiografia decente attorno al culto di Maria ss. della Rotonda ha cominciato a formarsi solo agli inizi del Ventesimo secolo, grazie al compaesano G. Corrado che, in suo libro del 1912, diede per la prima volta una serie di informazioni che il sottoscritto ha cercato di sintetizzare poc’anzi. Intanto, però, nel paese (per mano di qualche membro del clero? di qualche esponente della locale "aristocrazia terriera"? del popolo?) aveva già preso piede il racconto leggendario che qui sotto viene riassunto.

Tale “leggenda” è ambientata in un Lunedí in Albis del XII secolo, quando un nobiluomo della città di Aversa si reca nelle campagne di Parete per cacciare in compagnia del proprio cane. Egli, però, giunto nella località “Rotonda”, comprende ad un certo momento che l’animale non lo segue piú. Tornato sui suoi passi, nota che la bestia è intenta a scavare una fossa nel terreno e di conseguenza la chiama sé innumerevoli volte per poter proseguire, ma invano; perciò il padrone, non senza qualche difficoltà, decide di portarla via legandola a sé.
Il cane, però, ha un comportamento cosí recalcitrante da liberarsi immediatamente e da tornare nel luogo precedente. Il nobile, ora colpito da siffatta cosa, decide di chiedere a un contadino che lavora nei paraggi di scavare nel medesimo posto. Quest’ultimo comincia la sua opera, ma, ad un tratto, dopo aver sentito un rumore secco, s’arresta, solleva la propria zappa e s’accorge che essa è macchiata di sangue. Colti da estrema ansia, cacciatore e villico decidono di andare avanti col dissotterramento con estrema prudenza finché, arrivati alla fine, estraggono dal suolo ciò che vi era contenuto: un quadro di Madonna con Bambino. Da qui a ciò che viene osservato è questione di un attimo: in modo incredibile, dal sopracciglio sinistro della raffigurazione del Cristo sgorga sangue vivo.
Subito altra gente, anch’essa presente nei dintorni e che è giunta ad assistere all’intera scena, grida al miracolo e la notizia si sparge immediatamente in tutte le località circostanti.
Dopo l’estasi, però, attorno al Quadro si formano due partiti: quello di Parete, che ne reclama la proprietà in virtú delle origini del contadino che lo ha disseppellito, e quello di Aversa, che pretende lo stesso riconoscimento dato che cane e nobiluomo sono di tale città. Infine, gli Aversani, in numero maggiore, hanno la meglio, prelevano l’Icona e si accingono a portarla via.
Ma qui, avviene l’altro grande prodigio: l’Effige, divenuta improvvisamente pesantissima, impedisce alle persone che l’hanno presa di proseguire; viene deciso allora di ricorrere a un carro tirato da buoi, ma anche costoro non riescono ad andare avanti cadendo sfiniti sulle ginocchia. Un Paretano, come obbedendo all’ispirazione celeste, si fa quindi avanti, solleva il Dipinto d’improvviso divenuto leggerissimo, e lo porta con sé, suggellando il legame fra la Madonna e il popolo che aveva scelto di proteggere.

Contadini, zappe, quadri che spuntano dal terreno come a rievocare le stagioni agrarie e, quindi, della vita, buoi e carri. Anche da ciò si nota il tentativo perpetrato nel tempo dalla realtà paretana di introdurre ulteriormente il culto locale di Maria ss. della Rotonda nel proprio “patrimonio immateriale”, composto pure da usanze e ritualità in grado di rievocare efficacemente un quotidiano legame Uomo-Territorio basato su cadenze di tipo di ciclico.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 13:03, modificato 5 volte in totale.

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POST 60.2 – Il rischio di anacronismo del culto e della festa di Maria ss. della Rotonda a Parete

Fino a qualche decennio addietro, Parete aveva ancora un territorio comunale nettamente contrassegnato da un’agricoltura la quale era sia “vera economia” sia (in quanto “vera economia”) un modello perfetto di rapporto Uomo-Territorio su scala locale poiché portava a preservare le superfici pur utilizzandole diversamente a seconda dei casi (semina, potatura, raccolto…).

In questo contesto, il culto di Maria ss. della Rotonda rappresentava una parte del patrimonio immateriale comunitario che giocava un ruolo assai funzionale; in particolare, la cadenza annua della ricorrenza festiva (Pasqua e settimana successiva) costituiva un lampante indizio di quell’idea di ciclicità alla base di un sano rapporto Uomo-Territorio.

Facendo un balzo ad oggigiorno, invece, emerge una Parete sovrappopolata e avviata alla “post economia”, a causa sia del processo di cementificazione che non pare volersi arrestare (per fini abitativi e infrastrutturali) sia della difficile localizzazione di un’alternativa all’agricoltura di tipo artigianale (per mancanza di ampi spazi e lontananza da grandi assi di comunicazione). In buona sostanza, viene fuori un contrasto di fondo fra il "moderno" rapporto Uomo-Territorio, contraddistinto da un diffuso fenomeno di consumo di suolo "vergine", e l’ideale di ciclicità che ancora trasudano dal culto e dalla ricorrenza patronale del paese.

Ed è in virtú di tale contrasto che s’avverte il rischio di anacronismo del culto e della ricorrenza di Maria ss. della Rotonda, cioè dell’eventualità che entrambi diventino dei ‘fatti superati’, con buona pace di chi la pensa legittimamente in modo opposto.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 13:10, modificato 4 volte in totale.

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POST 60.3 – Il VERO SENSO del culto e della festa di Maria ss. della Rotonda in quel di Parete

Mettendo da parte ogni comprensibile significato strettamente dottrinale, è quanto mai necessario sottolineare come, a maggior ragione oggi, il senso piú profondo del culto e della ricorrenza mariana di Parete resti proprio la rappresentazione di quell’idea di ciclicità nel rapporto Uomo-Territorio menzionata nel precedente messaggio.

A riguardo, va ricordata pure la genesi del culto, la quale rimanda ad una piccola chiesa un tempo sita in aperta campagna (e ricostruita piú volte fino ad assumere l’aspetto attuale), meta di pellegrinaggio della popolazione campestre durante la Pasqua. Soprattutto, va ribadito che la scelta di tale periodo da parte delle autorità preposte non è mai stata casuale né legata a solo ragioni religiose, ma costituiva una preziosa occasione per cercare di richiamare collettivamente il favore del Cielo agli esordi della stagione agraria, appena varcate le soglie della primavera.

Rinnegare palesemente questa duplice ricostruzione significa concepire (o, peggio ancora, far concepire) il culto e la kermesse patronale mariana come ‘elementi vuoti’, come ‘scuse’ per immergersi (o, peggio ancora, far immergere) in un’orgia sensoriale ripetuta in modo meccanico, magari nell’attesa che un altro evento ‘alla moda’ ne possa prendere il posto; significa immaginare (o, peggio ancora, fare immaginare) culto e kermesse mariana come una bella farfalla catturata e messa in un barattolo la quale prima sbatte con frenesia le ali e poi muore inesorabilmente.

Quindi, è auspicio del sottoscritto che la realtà paretana abbia un approccio piú consapevole al culto e alla ricorrenza di Maria ss. della Rotonda, cioè al di là di un’associazione puramente esteriore al pompatissimo “Volo degli Angeli”, alle illuminazioni “ballerine” (a riguardo, basta cercare qualche video su Youtube per avere un’idea), ai momenti canori, alle esibizioni cabarettistiche e alle rassegne sportive.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 13:23, modificato 3 volte in totale.

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POST 61 – Il territorio locale come “corpo” e le usanze/ritualità come “anima” di ogni singola comunità

Parafrasando l’antica massima, ciascuna persona raggiunge uno stato di armonia quando il corpo e l’anima sono sfruttati appieno secondo le proprie peculiarità originarie fino ad apparire l’uno correlato all’altra.

All’istessa maniera, solo un territorio comunale gestito secondo criteri volti ad esaltarne l’integrità “fisica” e l’utilità “economica” (per l’agricoltura, l’allevamento, la pesca, l’artigianato, l’industria, in alternativa o assieme, in base all’ampiezza e all’ubicazione geografica dei tenimenti, nonché alla vicinanza di quest’ultimi a grandi infrastrutture) dà ‘spessore’ al complesso di usanze e ritualità di una singola comunità.

Difficilmente vale l’opposto, nel senso che le usanze e le ritualità sono destinate a essere progressivamente ridimensionate fino a sparire laddove avviene un inopportuno stravolgimento ‘fisico’ di un luogo.

In parole semplici. Per ciascuna comunità, il territorio funge da “corpo” e le usanze e le ritualità costituiscono l’anima ovvero il “patrimonio immateriale”, secondo l’espressione ripetuta oramai svariate volte nel corso della presente trattazione. Quindi se il corpo è sano, lo è anche l’anima; se il primo è insano, lo risulta pure la seconda.

Caso mai non fosse ancora chiaro, va precisato che solo il corpo e l’anima ASSIEME determinano l’identità locale e che quindi è impossibile fare a meno di uno dei due.

Nel POST 56 è stato poi osservato che il complesso delle usanze e delle ritualità che compongono un singolo “patrimonio immateriale” locale è financo ‘generatore di immortalità’. Ciò significa che solo una continuità nel tempo di entrambe ne consente il passaggio di generazione in generazione contribuendo a suscitare nella gente la sensazione di “sopravvivere”. Va tuttavia sottolineato che un siffatto transito riesce soltanto innanzi alla trasmissione ereditaria di un’idea responsabile della gestione territoriale nell’ambito quotidiano.

Occorre ribadire, allora, che solo tenendo al riparo la superficie comunale di Parete da ogni inopportuno fenomeno di consumo di suolo "vergine" si aiuta a dare un reale senso al locale patrimonio immateriale, del quale fanno parte il culto e la festa di Maria ss. della Rotonda.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 13:38, modificato 4 volte in totale.

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POST 62 – Conclusioni

La terza parte della presente trattazione (POST dal 23 al 59 - dalla pagina 6) sui mutamenti del territorio comunale di Parete (CE) è consistita nell’elencare una serie di proposte che, a parere del sottoscritto, se fossero fatte proprie dalla locale Amministrazione (ovviamente entro i limiti delle competenze affidate a essa dalla legge), potrebbero contribuire a rilanciare il paese come “entità fisica”, come “centro di vera produzione economica” e come “patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri”.
In particolare, sono state evidenziate l’assoluta necessità di un vasto riordino urbanistico (edificabilità tendenzialmente in verticale per gli edifici di tipo in prevalenza residenziale e concentrazione dell’antropizzazione extragricola nella porzione orientale); l’irrinunciabile centralità dell’agricoltura (semina e raccolto delle derrate alimentari), vista come unica “economia” possibile su scala locale; la non piú rinviabile promozione di una mentalità paesana volta al fattivo contenimento delle nascite.

Fare di un eventuale riordino urbanistico, del rilancio del settore primario e della promozione di una mentalità mirata alla concreta limitazione delle nascite gli scopi essenziali dell’azione amministrativa e del confronto partitico paretano, però, implicherebbe fin da subito pure l’approvazione di un P.U.C. che non fosse il solito “Piano Unicamente Cementizio”, magari celato sotto la maschera di un potenziamento dei c.d. ‘servizi’.

In particolare, l’Amministrazione Comunale e la classe politica di Parete dovrebbero aiutare la popolazione del posto a prendere coscienza del fatto che occorre invertire immediatamente il trend riguardante il consumo di suolo “vergine”, anche se questo servisse a non corrispondere a delle legittime ambizioni personali. Ciò perché hanno incontestabilmente molta piú importanza il mantenimento dello “spazio fisico” specifico e dell’identità comunitaria, la preservazione della vivibilità utile ad evitare ripercussioni sulla salute anche psicologica, la ricerca di autentiche occasioni di sostentamento legate alla “economia” (sempre attorno all’agricoltura, si badi!) e non alla semplice occupazione.

È INDISPENSABILE CHE IL TERRITORIO DI PARETE VENGA MESSO AL RIPARO DA QUALSIASI SPINTA CEMENTIZIA CHE RISCHIA DI DISGREGARLO E DI PORTARLO ALLA «CANCELLAZIONE». È VITALE, INSOMMA, CHE PARETE VENGA DIFESA SOPRATTUTTO DA SÉ STESSA, CIOÈ DA QUELLE FORZE CAOTICHE E SPECULATIVE CHE ALBERGANO IN SENO ALLA MEDESIMA GENTE, MA PURE ALL’INTERNO DEL CETO DIRIGENTE LOCALE.

Mi fermo qui, non avendo altro da aggiungere sui mutamenti inopportuni e auspicabili riguardanti il tenimento paretano. Chiedendo soltanto scusa per la lunghezza della trattazione, ringrazio in anticipo ogni eventuale lettore e resto in attesa di una serena interazione.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 18 agosto 2015, 13:55, modificato 6 volte in totale.

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TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). ULTIMISSIME MODIFICHE AI TESTI DEI MESSAGGI FINORA PRESENTI SU PIROVAGANDO.IT: prima metà del mese di Agosto 2015 – parte 1

Salve a tutti. Approfittando delle festività agostane appena trascorse, ho deciso di sottoporre tutta quella pur ampia parte della trattazione del sottoscritto pubblicata finora a un’ulteriore drastica revisione sia a livello di testo sia a livello di immagini allo scopo di agevolare la comprensione altrui.
Si confida per l’ennesima volta nella pazienza dei lettori, sperando di non averne già abusato, e si elencano immediatamente i messaggi oggetto delle rettifiche avvenute.
  • Pagina 4 del corrente topic
POST 13: nel III blocco testuale è stato modificato il terzo punto in elenco.
POST 15.6: ha il titolo modificato in «Mutamenti del territorio comunale di Parete (CE). L’INOPPORTUNITÀ DELLA CONTINUA ESPANSIONE EDILIZIA RESIDENZIALE. Cautela massima attorno alla c.d. edilizia popolare poiché probabile causa di insediamento di forestieri totalmente avulso dall’indirizzo “economico” prevalente o, almeno, da qualsiasi fabbisogno locale legato all’occupazione». Inoltre, risulta eliminato quello che era il III blocco testuale, mentre altri leggeri ritocchi hanno riguardato il II e l’ultimo blocco testuale.
  • Pagina 5
POST 17: ha il titolo modificato in «AREA (O AREE) PIP A PARETE: IL DOVERE DI AGIRE CON ENORME PONDERATEZZA CIRCA UN EVENTUALE POSIZIONAMENTO NEL TERRITORIO COMUNALE E COMUNQUE L’ASSOLUTA INOPPORTUNITÀ DI PROCEDERE CON UNA LOCALIZZAZIONE NELLA PARTE OCCIDENTALE. Cenni introduttivi. Particolare riferimento alla zona omogenea D1 del vigente PRG di Parete».
POST 17.1: ha il titolo modificato in «Brevi considerazioni sulla grandissima difficoltà nel dare al territorio di Parete una significativa svolta economica di tipo artigianale e/o industriale».
POST 17.3: ha il titolo modificato in «Un mito da sfatare: qualsiasi area P.I.P. non garantisce mai automaticamente nuovo lavoro per i disoccupati del paese in cui dovrebbe sorgere».
POST 17.4: il nuovo titolo è «Un brutto rischio legato alle aree P.I.P.: il trionfo di logiche speculative di carattere infrastrutturale, a stretto giro di posta, e di carattere residenziale nel lungo periodo»; inoltre appare riscritto daccapo tutto il messaggio.
POST 17.5: il nuovo titolo è «La necessità dell’ente municipale di Parete di puntare su un’eventuale localizzazione P.I.P. unicamente nella parte est del comune»; inoltre appare riscritto daccapo tutto il messaggio.
POST 21: ha il titolo modificato in «Mutamenti del territorio comunale di Parete (CE). LA CARICA ANTIECONOMICA, ANTISOCIALE, ILLOGICA E ANTISTORICA DEL CONSUMO DI SUOLO "VERGINE" ATTUALE E POSSIBILE IN FUTURO»; inoltre, nel messaggio le parole “antieconomicità”, “antisocialità”, “antilogicità” e “antistoricità” sono state rispettivamente sostituite come nel titolo. Leggera modifica nel IV periodo testuale.
  • Pagina 6
POST 24: aggiunto un post scriptum alla fine.
POST 25: nel II blocco testuale è stata effettuata una leggera modifica nel settimo punto elencato.
POST 29: modifiche nel VI e VII periodo; aggiunto un nuovo blocco testuale prima della fine: è il penultimo.
  • Pagina 7
POST 32: ha il titolo modificato in «Mutamenti del territorio comunale di Parete (CE). PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO VOLTE A RILANCIARE IL PAESE COME ENTITÀ FISICA, COME CENTRO DI VERA PRODUZIONE ECONOMICA E COMEPATRIMONIO IMMATERIALE RICONOSCIBILE DAGLI ALTRI. Il vasto riordino urbanistico: insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la loro peculiarità, possono rimanere a ovest del paese».
  • Pagina 8
POST 37.1: riformulato daccapo il testo.
POST 37.2: cancellato quello che era il III periodo testuale in precedenza; modifiche nell’attuale III blocco, nonché nel IV e VI.
POST 37.4: accorciato il primo blocco testuale verso la fine; accorciato il secondo blocco testuale all’inizio.
POST 38.2: ha il titolo modificato in «Insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la loro peculiarità, possono rimanere a ovest del paese»; effettuata pure una leggera modifica nel I blocco testuale.
POST 39: aggiunto richiamo al comma 2 art. 15 DPR 380/2001.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 3 settembre 2015, 1:12, modificato 2 volte in totale.

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TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). ULTIMISSIME MODIFICHE AI TESTI DEI MESSAGGI FINORA PRESENTI SU PIROVAGANDO.IT: prima metà del mese di Agosto 2015 – parte 2
  • Pagina 9 del corrente topic
POST 39-bis: riscritto daccapo con nuovo contenuto e nuovo titolo «Un onorevole atteggiamento dei privati che già beneficiano del permesso di costruzione, ma che ancora non hanno fatto avviare i lavori di costruzione in quelle sezioni del territorio di Parete eventualmente contrastanti con una successiva pianificazione urbanistica generale».
POST 39-ter: NUOVO. Qui è stato spostato il contenuto del POST 39-bis. Cambiato numero sentenza e specificata sez. del Consiglio di Stato (sent. N. 2045/2012) nel V blocco testuale.
POST 39-quater: qui sono stati raggruppati tutti i link delle fonti citate nel POST 39-ter. Sostituito il link per sentenza TAR Calabria; idem per quello del TAR Milano (è stato sostituito pure il numero della sentenza di riferimento); cambiati il relativi alla link decisione Cons. Stato 3217/2010.
POST 39.1: nel VI blocco testuale appaiono citati assieme i commi 3 e 4 dell’art. 13 DPR 327/2001 (e non i commi 2 e 3 come effettuato erroneamente); nel VII blocco testuale è stata tagliata una parte della prima frase assolutamente errata.
POST 39.2: NUOVO. Ha il seguente titolo: «Il recupero di suolo per uso agricolo: chiarimento sull’eventualità o meno di approvare un Piano Attuativo nell’ambito della procedura espropriativa».
POST 39.3: trasferito qui il contenuto del POST 39.2; nel V e VII blocco testuale il richiamo all’art. 10 del DPR 327/2001 è stato correttamente sostituito col rimando all’art. 9; l’ultimo blocco testuale è stato riformulato sotto forma di post scriptum.
POST 39.4 (in precedenza 39.3): ha il titolo modificato in «Due ipotesi, una espropriativa e l’altra non espropriativa, per il terreno dove ora sorge la nuova chiesa della “Madonnella”»; rettificato, tramite leggerissimo allungamento, l’ultimo periodo testuale.
POST 40: corretto refuso nell’ultimo blocco testuale.
POST 40.2: modifiche approfondite in ultimi tre blocchi testuali.
POST 43: nel V blocco testuale specificazione ulteriore prima dei due punti.
  • Pagina 10
POST 45: nel V blocco testuale è stata aggiunta l’espressione ‘discontinuità degli insediamenti nel verde’ che il sottoscritto ha tratto dalla Relazione A1 del PTCP.
POST 47.1.2: cancellati gli ultimi tre blocchi testuali poiché ritenuti irrilevanti.
  • Pagina 11
POST 50: nel VI blocco testuale è stata tagliata la seconda frase; il VII blocco testuale è stato riformulato meglio.
  • Pagina 13
POST 62: riformulato IV blocco testuale.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 3 settembre 2015, 1:04, modificato 1 volta in totale.

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Re: Urbanistica Città di Parete (Ce) a cura di Raffaele2012

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TERRITORIO COMUNALE DI PARETE (CE). ULTIMISSIME MODIFICHE ALLE IMMAGINI CONTENUTE NEI POST FINORA PRESENTI SU PIROVAGANDO.IT: prima metà del mese di Agosto 2015 – parte 3

Pagina 5 - POST 17.1: corrette le diciture delle immagini presenti.
Pagina 6 - POST 25: corretta dicitura nella II immagine presente.
Pagina 7 - POST 32: corrette le diciture delle tre immagini presenti.
Pagina 8 - POST 37.1: rifatte daccapo tutte le immagini presenti, le quali da 4 sono diventate solo 3.
Pagina 8 - POST 37.3: corretta dicitura nella I immagine presente; rifatta daccapo la VII immagine.
Pagina 8 - POST 38: corrette le diciture nella II e nella IV immagine.
Pagina 10 - POST 47.1: sostituite la V, VI e VII immagine in modo da rendere piú comprensibili le didascalie.


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Si avvisano i lettori che, a partire dal 04-09-2015, sarà pubblicato nel corrente topic un breve ulteriore ciclo di messaggi sempre con oggetto i mutamenti passati, presenti ed eventuali futuri del territorio comunale di Parete (CE).

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Raffaele2012
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Re: Urbanistica Città di Parete (Ce) a cura di Raffaele2012

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Raffaele2012
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Re: Urbanistica Città di Parete (Ce) a cura di Raffaele2012

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POST SPECIALE “di introduzione” – Sempre sul territorio comunale di Parete (CE)

Dopo aver esposto nelle pagine passate di questo topic delle riflessioni e proposte aventi per oggetto il territorio comunale di Parete e un suo rilancio come “entità fisica”, come “centro di vera produzione economica” e come “patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri circostanti”, il sottoscritto procederà alla pubblicazione, possibilmente con scansione giornaliera, di una breve serie di messaggi che hanno fondamentalmente valore di “integrazione” rispetto al precedente.

I ‘POST SPECIALI’ dal 63 fino al 65.1 tenteranno di mostrare che i suggerimenti e gli auspici legati al futuro del tenimento comunale di Parete non sono frutto di improvvisazione solitaria, ma di una ponderatezza di cui si trova traccia anche in testi di pianificazione sovraordinati a quelli comunali: il Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) e Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta (PTCP), con quest’ultimo, peraltro, citato già diverse volte in passato.
In particolare, si ricorrerà nei vari titoli all’espressione “certa affinità” per indicare che, pur muovendosi da presupposti non sempre identici, pur ponendosi traguardi non sempre eguali e pur profilando interventi comunque di intensità differente, esiste un legame fra quanto delineato dal sottoscritto e quanto dalla pianificazione degli enti extralocali.

I ‘POST SPECIALI’ 66 e 66.1, infine, daranno spazio a una veloce serie di considerazioni sul dimensionamento prettamente abitativo.


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