ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA nelle Feste del Sud Italia – 3

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Raffaele2012
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ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA nelle Feste del Sud Italia – 3

Messaggio da Raffaele2012 »

Salve a tutti. Apro questo topic valevole come terza e ultima parte della riflessione del sottoscritto sull’Eccesso di Moneta in Entrata nell’ambito delle Feste Patronali “Esterne” del sud Italia.

Ora un breve riepilogo di quanto considerato le due volte precedenti.

Nella prima parte (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.php?f=6&t=4973) dopo una serie di messaggi introduttivi valevoli per tutta la trattazione in corso [POST dal 3 al 5.1] , si è affrontato il cosiddetto “versante” dei Comitati e del popolo attraverso la descrizione di un caso-esempio e coll’elenco dei principali fattori che, nella realtà concreta, tendono ad incidere rispetto alla generalità delle kermesse patronali meridionali [POST dal 6 al 10] .

Nella seconda parte (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.php?f=6&t=4984), invece, la questione è stata anzitutto considerata dal solo “versante” delle ditte esecutrici e/o organizzatrici di eventi, scenografie e quant’altro per conto di un Comitato F.P. Esterna/sud Italia [POST dal 11 al 15] .
Successivamente i due succitati “versanti” sono stati messi assieme per produrre un’unica sintesi concettuale [POST dal 16 al 18].
Infine ha trovato spazio l’elencazione delle possibili conseguenze dell’eccesso di moneta in entrata [POST dal 19 al 22] .
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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Raffaele2012
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Re: ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA nelle Feste del Sud Italia

Messaggio da Raffaele2012 »

Nel corso di questo terzo e ultimo topic, invece, trovano spazio:
  • la responsabilità artistico-artigianale dei Comitati;
  • i principali rimedi, oggettivamente validi, per la soluzione del problema, suddivisi in due categorie: comportamentali e programmatici;
  • i motivi di pessimismo circa la rimozione dell’eccesso monetario in entrata;
  • le considerazioni conclusive a titolo generale.
Anche i post a seguire hanno, ovviamente, numerazione progressiva rispetto a quelli della prima e della seconda parte.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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Raffaele2012
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Re: ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA nelle Feste del Sud Italia

Messaggio da Raffaele2012 »

AVVISO “PRATICO” CIRCA LA PUBBLICAZIONE DEI POST IN QUESTO TERZO E ULTIMO TOPIC

Per consentire ai lettori non solo una più agevole lettura ma anche una più rapida risposta, si è optato per una pubblicazione dei messaggi di questo ultimo topic in modo scaglionato.

Il giorno 02-04-2013 con l’immediata pubblicazione di un gruppo di tredici messaggi dopo questo.
Il giorno 04-04-2013 con l’esposizione di altri sei
Il giorno 05-04-2013, infine, con gli ultimi sei messaggi.
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Re: ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA nelle Feste del Sud Italia

Messaggio da Raffaele2012 »

POST 23 – La RESPONSABILITÀ “ARTISTICO-ARTIGIANALE” dei COMITATI rispetto all’ECCESSO DI MONETA IN ENTRATA

Dei 3 personaggi individuati (Comitati; popolo; ditte e/o organizzatrici di eventi, scenografie e quant’altro) quale ha la maggiore responsabilità dell’eccesso di moneta in entrata?
I Comitati, ovvio.

L’eccesso di moneta in entrata nelle F.P. Esterne/sud Italia rivela dunque una decisa responsabilità artistico-artigianale dei Comitati.

Ma perché proprio i Comitati? Perché sono i Comitati che, col passare degli anni, hanno chiesto/chiedono/chiederanno sempre di più al popolo (“Lotterie”, “Sponsor privati”, ecc.) con strumenti sempre più variegati, dispersivi e invasivi. Sono i Comitati che, col passare degli anni, tramite parroci ed associazioni (esistenti o appositamente costituite) hanno bussato/bussano/busseranno alle porte degli enti pubblici per ricevere stanziamenti. E sono sempre i Comitati che, col passare degli anni, hanno reso/rendono/renderanno più bella la Festa Esterna senza avvedersi di una necessaria comprensione storica e specifica della stessa; senza soppesare a sufficienza eventuali ipotesi di rottura dei precedenti equilibri artistico-artigianali; senza alcun senso del limite; stringendo solo mani a destra e manca; sbandierando fantomatici ideali di riscatto socio-morali proporzionati esclusivamente al numero di urla strozzate sotto il palco del cantante; e collegando la riuscita delle celebrazioni soltanto al soldo in più.
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Messaggio da Raffaele2012 »

POST 24

Rispetto ai Comitati, allora, il popolo rappresenta soltanto “un’immagine riflessa”.

Infatti se un Comitato dice al popolo: «A!», il popolo risponde pur esso: «A!». Se dice «B!», si sente rispondere: «B!». Idem per «C!». E via discorrendo.

Questo accade per tre ragioni.

In primis perché il popolo, al di là di questo o quel mugolio, mostra generalmente fiducia nell’operato dei Comitati. D’altronde va sottolineato che un’esperienza come la F.P. Esterna/sud Italia si poggia anzitutto proprio sul binomio popolo-Comitati.

In secundis perché esistono frange di popolo, come quelle accennate nel POST 7.5 e 7.5 bis (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.p ... 3&start=30), che hanno un rapporto di chi va là colla Festa, e soprattutto con chi la svolge, e che sono sempre pronte a verificare l’esistenza di spiragli sui quali provare a costruire una convenienza pure per sé. In tale ottica il consenso alla kermesse è meramente strategico e nulla più.
In tale ottica si può ricordare l’esempio della persona che nulla obietta innanzi al conflitto di interessi di un componente-lumista e che, anzi, contribuisce economicamente di più allo scopo di avere addobbata la facciata del proprio negozio nel periodo natalizio secondo modalità particolarmente vantaggiose.

In tertiis perché il popolo può essere perfino così umanamente disinteressato alla kermesse patronale di turno da dare una sorta di proprio automatico assenso ad ogni novità.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 2 aprile 2013, 11:02, modificato 3 volte in totale.
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Messaggio da Raffaele2012 »

POST 24.1

In virtù di quanto scritto nel messaggio di sopra, insomma, si evince che il popolo non ha l’obbligo di acculturarsi da solo dal punto di vista festaiolo (anche se sarebbe auspicabile).

E' invece giusto approfittare dell'occasione per scrivere che il dovere di apprendimento, neppure tanto ideale, spetta in particolare agli iscritti ai Comitati i quali si presuppone che abbiano più tempo di altre persone da dedicare a cose extra-famigliari ed extra-lavoro.

Di più: i Comitati hanno il dovere di un insegnare fattivamente al popolo cosa sia realmente una F.P. Esterna/sud Italia. E non tanto, come s’intuisce, attraverso l’apertura di chissà quale fantomatica scuola, ma attraverso un’impostazione programmatica storica, specifica, semplice, corretta e priva di pericolosi fronzoli (come ad esempio sono il cosiddetto piromusicale, fontane danzanti, scatoloni cinesi, le sagre enogastronomiche, cortei, palii, luci LED, eccetera).
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 2 aprile 2013, 11:06, modificato 1 volta in totale.
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POST 25

Oltre al popolo, anche le ditte esecutrici e/o organizzatrici di eventi, scenografie e quant’altro rappresentano, in linea generale, un’immagine riflessa delle decisioni prese dai Comitati.

I cantanti vengono proposti? Ma basta un gentile diniego per farne a meno.
I cosiddetti piromusicali avanzano? Ma basta non concedersi a simili ipotesi.
I lumi si fanno a LED? Ma imprese di categoria che usano lampadine incandescenti ne esistono ancora!
C’è chi viene col cappello in mano per suggerire sagre, cortei storici, gare sportive, impianti di amplificazione, maxi schermi, commedie teatrali? Ma anche in questo caso basta un no per fare piazza pulita.
Dunque le ditte propongono ma sono i Comitati che dispongono.

A queste semplici osservazioni si può replicare ricordando come attorno ai Comitati tendono assai spesso a permanere vincoli e/o pressioni ambientali di vario tipo.
Come non prenderne atto! Ciò nonostante la succitata responsabilità artistico-artigianale degli organizzatori non cessa di esistere e di primeggiare rispetto al resto.
E perché? Perché o vincoli e pressioni ambientali si affrontano direttamente, oppure è più conveniente trascurarli del tutto per guardare avanti.
Comunque va sempre sottolineato che i medici non prescrivono di programmare delle Feste Esterne. Meglio allora lasciare l’incombenza organizzativa direttamente a chi è all’origine di suddetti vincoli e pressioni (anche se nulla impedisce di ipotizzare che simili soggetti siano perfino in grado di innalzare il livello finanziario e/o artistico-artigianale della Festa!).

Di seguito si ricorda una particolare fattispecie con cui è possibile notare un pesante condizionamento del potere decisionale dei Comitati:
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 2 aprile 2013, 11:08, modificato 1 volta in totale.
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POST 26 – I principali RIMEDI che i Comitati devono seguire PER CONTRASTARE l’eccesso di moneta in entrata

Ai gentili lettori si propongono ora ulteriori occasioni di riflessione che riguardano i principali RIMEDI, oggettivamente validi, per contrastare l’eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle F.P. Esterne/sud Italia.

Alcune precisazioni. Anzitutto che i ragionamenti di questa parte di trattazione, onde evitare dispersive divagazioni, si soffermano solo sui Comitati. D’altronde non può essere diversamente se, e solo, a quest’ultimi appartiene la responsabilità artistico-artigianale per l’eccesso di moneta in entrata.

L’altra puntualizzazione riguarda le finalità di un’azione riparatrice: giammai discriminatoria ma indirizzata a fare in modo che la Festa Patronale Esterna/sud Italia torni a ruotare (ovvero continui a ruotare) principalmente attorno alle sue specificità, ossia Concerti Bandistici e Pirotecnica Aerea.

Ciò, a sua volta, implica due cose.

Che la definizione delle fonti di entrata va, in primis, costantemente rapportata alla necessità di puntellare i livelli di performance (per quantità e qualità) dei succitati tipi di appuntamenti.

Inoltre che DIRE NO al concertino, ad esempio, non significa automaticamente DIRE SI (come gli asinelli…) a qualsiasi ritocco verso l’alto dei compensi bandistici e pirotecnici. Un Comitato deve invece dosare bene fermezza e accondiscendenza nel corso del tempo.


Per comodità espositiva i veri rimedi sono stati divisi in due categorie: comportamentali e programmatici.
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POST 27 I Rimedi comportamentali

La prima categoria di rimedi indirizzati ai Comitati è definita comportamentale perché verte su un più corretto approccio individuale degli iscritti.

Da notare, soprattutto, come i rimedi citati in questo post e nei sei seguenti rappresentino una vera e propria risposta alle fattispecie individuate proprio nel “versante” dei Comitati (e del popolo) nei POST 7.2, 7.3 (link: https://forum.pirovagando.it/viewtopic.p ... 3&start=15), 8.5, 8.6 e 8.6 bis (link: https://forum.pirovagando.it/viewtopic.p ... 3&start=30).

Innanzitutto a ciascun componente va spiegato che fare 1 soldo in più di introito non vuol dire realizzare automaticamente una F.P. Esterna migliore dell’anno prima.
La quantità/qualità di un evento/scenografia NON si valuta MAI unicamente in base al capitale stanziato all’inizio. Ad esempio: “100 soldi di Lumi LED” non significano meccanicamente una prestazione migliore rispetto a quella con “50 soldi e a lampadine incandescenti”; andrebbero infatti valutati “il grado di dispersione luminosa nell’ambiente circostante”, i “disegni” in sè, la combinazione dei colori e il possibile abuso di alcuni di essi, l’eventuale uso di parti a movimento, l’altezza delle spalliere, eccetera.

L’associato che, invece, desidera condizionare lo svolgimento ludico per ottenerne un “lucro diretto” a favore del proprio esercizio commerciale, in via prevalente o perfina esclusiva (esempio: cantante nei pressi del bar di cui è proprietario), deve essere risolutamente invitato dal Comitato a mutare atteggiamento se ancora entusiasta dell’esperienza festaiola.
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POST 28 – Rimedi comportamentali nel caso di conflitto di interessi in sede di Comitato

E’ certo che il componente del Comitato facente parte in contemporanea di una “ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro" si trova in una situazione di conflitto di interessi.

In buona sostanza il caso di conflitto di interessi si pone automaticamente nel momento di iscrizione al Comitato di una persona che lavora in contemporanea per una qualsiasi ditta in grado di essere messa sotto contratto dall’ente organizzatore.

Ecco perché, già nel corso della riunione istitutiva del Comitato, il problema deve essere risolto lasciando alla persona “che è automaticamente in conflitto di interessi” il diritto di scelta:
  • o membro del Comitato che si astiene dall’effettuare prestazioni lavorative nell’ambito della Festa
  • oppure impresa che si astiene dall’essere committente.
Si parla di diritto di scelta giacché non si può chiedere ad un associato-ditta di lasciare il proprio lavoro se vuole restare in un Comitato.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 2 aprile 2013, 11:11, modificato 1 volta in totale.
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POST 28 bis

Per comodità di lettura si allega anche qui la definizione di conflitto di interessi già considerata altre volte.

Per conflitto di interessi s’intende il caso in cui l’iscritto ad un Comitato risulta anche essere in contemporanea titolare, cotitolare, socio di minoranza, semplice dipendente di una ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro.

Per conflitto di interessi, poi, s’intende il caso in cui l’iscritto ad un Comitato risulta anche essere in contemporanea “collaboratore esterno continuativo” oppure “collaboratore abituale ma soltanto in occasione della Festa Patronale” della succitata tipologia di ditta.


Da precisare che per “collaboratore esterno continuativo” si rimanda financo alla figura di fornitore di materie prime alla ditta esecutrice e/o organizzatrice.
Per “collaboratore abituale ma soltanto in occasione della Festa”, invece, si rimanda a colui che presta lavoro per la succitata ditta unicamente in vista della kermesse patronale (ad esempio: componente del Comitato che esegue attività per conto del lumista o del paratore solo durante i dì di celebrazione e/o solo tempo prima).

Ovvio che il conflitto di interesse può tendere ad aggravarsi proprio nel caso di una ditta esecutrice e/o organizzatrice la quale è “talmente di casa” da non riuscire ad immaginare la kermesse senza la sua presenza.
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POST 28.1

Come collegata conseguenza dei rimedi suggeriti nel POST 28, un Comitato che mantiene al suo interno uno o più iscritti in conflitto di interessi deve tassativamente astenersi dal rivolgersi alla ditta in questione.

Quindi non è mai assolutamente opportuno che un Comitato desideri da un associato che funge da “ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro” delle prestazioni né gratuite né sottocosto.

E ciò per due ragioni.

In primo luogo perché possono innescarsi (a stretto giro di posta o nel lungo periodo) delle logiche di gratitudine per cui la ditta di turno viene di fatto a ripigliarsi la somma maggiorata financo di un certo numero di volte. Ad esempio: un’impresa che oggi fa risparmiare 1.000 soldi e che poi ottiene successivi aumenti contrattuali per 5.000.

La prestazione sottocosto, poi, comporta pur sempre un’uscita a carico del Comitato e di certo non aiuterebbe il popolo a comprendere il confine fra “componente” e “gente sotto contratto”.
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POST 28.2

Nei POST 28 e 28.1, il conflitto di interessi è sempre supposto come precedente all’iscrizione al Comitato. Tuttavia le necessità della vita spesso sorgono d’improvviso e quindi può capitare che un individuo si ritrovi a lavorare per conto di un lumista, di un paratore o di chissa cos’altro solo dopo il suo ingresso nell’ente organizzatore.

In tale ottica rimangono ben validi i rimedi suggeriti nel POST 28 fra l’essere solo membro del Comitato - che si astiene dall’effettuare prestazioni lavorative nell’ambito della Festa - oppure impresa - che si astiene dall’essere committente.
Di conseguenza, inoltre, rimane ben valido quanto scritto nel POST 28.1 circa la necessità del Comitato di non contattare mai la ditta di turno se l’associato coinvolto rimane poi all’interno della macchina organizzativa della Festa.

Il quadro, però, può complicarsi fortemente quando la persona coinvolta comincia a trovarsi in conflitto di interessi solo dopo che il Comitato ha perfezionato il suo accordo proprio colla ditta esecutrice e/o organizzatrice per la quale lavora.

A tal riguardo, infatti, essendo non corretta l’ipotesi di una persona che smette di lavorare, al Comitato non rimane altro che la scelta fra una delle due seguenti opzioni:
  • o la conferma in gruppo dell’associato coinvolto e la contemporanea rottura del precedente accordo riguardante la ditta per la quale tale persona ora lavora;
  • oppure l’allontanamento del medesimo associato dal gruppo organizzativo.
Resta sempre, sempre, sempre fondamentale, d’altro canto, che mai il popolo faccia confusione fra “componente” e “gente sotto contratto”.
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POST 29 – Rimedi comportamentali nel caso di visibilità politica in sede di Comitato

Anche i rimedi individuati per contrastare questa forma di visibilità extrafestaiola necessitano di qualche post a sé.

La suprema necessità di salvaguardare l’apartiticità dell’esperienza festaiola spinge a considerare due grandi categorie di fattispecie:
  • nel POST 29.1, la contemporanea iscrizione ad un partito (o simili) e ad un Comitato di F.P. Esterna/Sud Italia;
  • nel POST 29.2, la contemporanea candidatura alle elezioni e presenza in un Comitato di F.P. Esterna/Sud Italia.
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POST 29.1 – Rimedi comportamentali nel caso di visibilità politica in sede di Comitato / La contemporanea iscrizione ad un partito politico, lista civica, o simili.

In merito all’ipotesi di contemporanea iscrizione ad un partito (o ad una lista civica o ad un qualcosa di equivalente) bisogna verificare se la persona coinvolta:
  • ricopre, nel suo movimento politico, un qualsiasi ruolo dirigenziale (coordinatore, segretario, presidente, tesoriere, e quant’altro di assimilabile) a tutti i livelli (locale, provinciale, regionale, nazionale, internazionale);
  • ha, a stretto giro di posta, l’intenzione di ricoprire uno dei succitati ruoli dirigenziali nell’ambito del suo movimento politico di appartenenza;
  • è un semplice militante di partito e nulla più.
Circa l’eventualità della prima e della seconda circostanza (copertura effettiva - intenzione di ricoprire un incarico di partito), un’usanza che dovrebbe assolutamente consolidarsi in sede di Comitato sarebbe quella di chiedere a ciascun associato, nel corso della riunione costitutiva del gruppo stesso, se già ricopre (o ha l’intenzione di ricoprire) un qualsiasi ruolo dirigenziale presso il proprio movimento politico. Con risposta affermativa, infatti, non resterebbe altra soluzione che l’allontanamento dell’individuo coinvolto, onde evitare sospetti esterni di un Comitato tramutato in potenziale e personale cassa di risonanza.

Tuttavia innanzi alla specifica possibilità di ricoprire, a stretto giro di posta, degli incarichi dirigenziali nel proprio partito, all’associato coinvolto potrebbe perfino convenire (a torto o a ragione) il silenzio, tenendo anche conto di eventuali “giochi politici”. Ciò malgrado null’altro provvedimento che l’espulsione dovrebbe rimanere al Comitato nel caso di un iscritto definitivamente in lizza per questo o quell’incarico di dirigente partitico.

In quest’ultima ottica, inoltre, poco dovrebbe importare ad un Comitato di una nomina a dirigente di partito sancita formalmente 3 mesi prima o 30 giorni dopo la kermesse patronale poiché la differenza in negativo potrebbe venire fatta, nel frattempo, dalla effettiva trasformazione del medesimo Comitato in una personale cassa di risonanza.

Va da sé che l’espulsione tenderebbe a limitarsi alla sola edizione festaiola corrente ovvero ad estendersi all’intero periodo di durata del mandato in caso di ottenuta nomina a dirigente di partito.

Nel terzo e ultimo caso considerato in questo post, invece, al semplice militante di partito non si può, in linea di principio, negare l’accesso ad un ente di F.P. Esterna poiché resta illogica ogni ipotesi di restrizione della libertà associativa. Ciò malgrado si tratta pur sempre di comprendere, di volta in volta, se la presenza di costui in Comitato è unicamente per fini festaioli oppure per fini di visibilità individuale presso il popolo (ad esempio: non per questuare, ma per bussare ai citofoni delle case solo per discorrere di politica comunale) e tale da giustificare un risoluto invito a mutare atteggiamento in vista della kermesse patronale.
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