Comitati Feste del Sud Italia e LOTTERIE? No, grazie!

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Raffaele2012
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POST 1

Salve a tutti. Apro quest’ultima discussione inserita, come le precedenti sugli sponsor privati (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.php?f=6&t=4953) e sui contributi pubblici in denaro (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.php?f=6&t=4961), all’interno del breve ciclo di 3 riflessioni concernenti alcune occasioni di entrata finanziaria potenzialmente disponibili per ogni Comitato di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Scopo di questo topic è, in particolare, quello di dimostrare l’inutilità sostanziale delle cosiddette Sottoscrizioni a Pagamento (più comunemente conosciute col nome di Lotterie) organizzate dai vari Comitati di Feste Patronali Esterne del sud Italia.

Prima di ciò occorre, però, comprendere brevemente la giustificazione che ne ispira la presenza.

La giustificazione comune a cui si appellano i committenti è, in genere, una sola: una paventata scarsità di denaro, in assoluto oppure in relazione al desiderio di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente” e non soltanto “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”. A questo si cerca di ovviare, appunto, con Lotterie, e quindi con biglietti da vendere al popolo in cambio di premi dotati, a seconda dei casi, di maggiore o minore valore.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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Raffaele2012
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POST 2

Malgrado la succitata giustificazione, comunque, le Lotterie, nell’ambito delle kermesse patronali meridionali, restano sostanzialmente inutili.

Prima di entrare nel merito della trattazione in oggetto si precisa che essa è prevalentemente affrontata da un punto di vista dei Comitati Festa pur essendovi importanti passaggi in grado di considerare l’ottica popolare.

I post a seguire, inoltre, sono divisibili in cinque parti.

Nella prima (POST dal 3 al 7) sono considerate le negativissime implicazioni causate dall’adozione di una Lotteria, capaci di neutralizzare, nel corso del tempo, gli immediati vantaggi di un flusso maggiorato di introiti.

Nella seconda (POST dall’8 al 9) si motiva l’inutilità diffusa delle Lotterie anche per talune tipologie di località meridionali, pur riconoscendo un solo estremo caso che ne giustifica l’adozione.

Nella terza parte (POST dall’10 all’10-ter ter) si dà spazio al peggior tipo di Lotteria in assoluto: quella con sorteggio dei premi collegata all’estrazione tv dei numeri del Lotto.

Nella quarta parte (POST dal 11 al 14) si fanno presenti le possibili dinamiche interne ad un Comitato circa la permanenza di una Lotteria: da un lato con una giustificazione che rimanda alla tanta buonafede dispiegata, però, in maniera equivoca; dall’altro lato con la presenza di associati desiderosi di portare avanti solo delle proprie e discutibilissime finalità extrafestaiole.

Nella quinta e utima parte (POST 15, 15 - bis, e 16), infine, trovano spazio considerazioni conclusive e un’ultimissima precisazione.

Buona, serena e gioiosa lettura. A riguardo lo stesso umile consiglio delle volte passate, specie per gli utenti stanchi di una lunga giornata di lavoro: proseguire un po’ alla volta e sempre col sorriso sulle labbra.
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POST 3 – CONSEGUENZE NEGATIVE TIPICHE DELLE LOTTERIE CAPACI DI NEUTRALIZZARE, NEL CORSO DEL TEMPO, GLI IMMEDIATI VANTAGGI DI UN FLUSSO MAGGIORATO DI INTROITI

Colla presenza delle Lotterie si può notare anzitutto uno svilimento del concetto di “gruppo” all’interno del Comitato Festa Patronale di turno.

Per comprendere il senso di quest’affermazione occorre sottolineare l’usanza comune di affidare un blocchetto di biglietti a ciascuna persona del grupppo committenti. In tale ottica, però, non mancano casi in cui ad un soggetto sono affidati anche due o più blocchetti, e senza alcun rispetto dei tempi di consegna di un eventuale primo.

Colla Lotteria, in buona sostanza, la raccolta dei fondi per una F.P. Esterna/sud Italia cessa di essere un’azione di gruppo distribuito sul territorio per divenire un fatto individuale, come se tutto ciò rispondesse sempre e soltanto ad un semplice interesse del singolo.

Ovviamente lo svilimento del concetto di “gruppo” può essere appena ulteriore, cioè aggiungersi ad altre forme di attrito, se il Comitato di turno è già caratterizzato dalla presenza di fazioni contrapposte.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 18:51, modificato 1 volta in totale.
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POST 4

Colla presenza delle Lotterie e il collegato svilimento del concetto di “gruppo” all’interno del Comitato Festa Patronale di turno, si può notare l’avvento di vere e proprie GARE FRA ASSOCIATI e quindi l’affermazione in sede decisionale di sole talune individualità.

Colle Lotterie la raccolta dei fondi per una F.P. Esterna/sud Italia può divenire, infatti, una vera e propria gara a chi stacca più biglietti, una competizione senza esclusione di colpi in cui ha maggiori probabilità di prevalere solo chi conosce più gente. Specie nei contesti dove tale modalità di raccolta fondi ha un ruolo centrale (o progressivamente centrale), però, ciò può determinare situazioni di equivoco o perfino di tensione all’interno del Comitato Festa di turno fra coloro che vendono più tagliandi e coloro che ne vendono di meno.

Il motivo di questa eventualità di equivoco, o financo di tensione, può essere sintetizzato nel descrivere il seguente scenario:
  • da un lato, associati che vendono più biglietti e che arrogano a sé il diritto (paventandone una fantomatica conquista sul campo) di decidere in maniera sempre più esclusiva lo svolgimento della kermesse di turno, in misura separata dalla loro esperienza festaiola e/o dalla cognizione del percorso storico e specifico legato alla centralità dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea;
  • dall’altro lato, associati che vendono di meno e che si sentono in crescente disagio, malgrado la loro partecipazione attiva ad altre eventuali forme di raccolta dei fondi.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 18:52, modificato 2 volte in totale.
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POST 4 - bis

Ma può non finire qui in seno al Comitato Festa Patronale di turno. Infatti l’equivoco, o financo tensione, fra “capaci” e “meno capaci” nella vendita dei biglietti di una Lotteria rischia di divenire addirittura insostenbile in almeno tre casi, più o meno contemporanei.

In primo luogo quando il Comitato stabilisce, per ciascun associato, l’obbligo di auto-acquisizione dei biglietti del proprio blocchetto (o dei propri blocchetti) rimasti invenduti, specie se il prezzo unitario di questi è considerato come alto (per esempio dai 5 euro in su).

In secondo luogo quando una significativa fetta del Comitato di turno è composta da persone inserite in una medesima comitiva di amici e/o di conoscenti.
In quest’ultima fattispecie, infatti, si creano all’interno della medesima comitiva delle situazioni potenzialmente CAOTICHE durante le quali un medesimo compratore è letteralmente assillato da più committenti-venditori di biglietti.
E la cosa può tendere a peggiorare nell’ambito di località sempre più piccole: nell’ipotesi comune, infatti, risulta difficile vendere i biglietti lontano dal luogo di Festa, e ciò indipendentemente dal premio messo in palio e dalla grandezza della località.
Insomma: “chi vende a chi?”.

In terzo luogo, quando durante i giorni di Festa (massima occasione di vendita dei biglietti), ai componenti “meno capaci” del Comitato sono affidate delle mansioni che li tengono altresì ben distanti dal contatto immediato colla folla (per esempio: quando ad essi è affidato il compito di fornire ogni tipo di appoggio ai pirotecnici che allestiscono le sparate sul campo fuochi).
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 18:55, modificato 2 volte in totale.
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POST 5

Grazie alle Lotterie, il Comitato sottopone il popolo ad uno squallido baratto biglietto-premio. E ciò può oscurare molto facilmente l’importanza della vera ricompensa festaiola: l’allargamento delle esperienze umane e cognitive ottenuto in primo luogo attraverso le specificità artistico-artigianali dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.

Un modo spiccio di vendere i biglietti da parte dei committenti consta nel prospettare la possibilità di premi via via sempre più ambiziosi: un viaggio estero, un ciclomotore di grossa cilindrata, un’automobile di molti cavalli, e via discorrendo.

Tuttavia, specie nei contesti dove le Lotterie coprono un ruolo centrale (o progressivamente centrale) nella raccolta dei fondi, il pericolo consta nell’alterazione percettiva della stessa Festa Patronale, sempre più concepita dal Comitato e dal popolo come una sorta di squallido baratto dove, in cambio del pagamento del biglietto, si offrono, appunto, premi di questo o quel tipo.

Da parte dei committenti, invece, è necessario definire in primo luogo l’offerta festaiola nei succitati termini artistico-artigianali salvo poi lasciare alla collettività ogni diritto di risposta. D'altronde al popolo che ci tiene alla Festa può bastare financo la sola bussata di citofono durante la questua porta a porta: in caso opposto è meglio abolire ogni cosa piuttosto che inseguire vanamente delle mode momentanee e sfociare in un’inutile e prolungata agonia.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 18:59, modificato 6 volte in totale.
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POST 6

Grazie alle Lotterie, il Comitato sottopone il popolo ad un’insopportabile compravendita dei tagliandi proprio in occasione dei giorni di Festa.


Che trascorrano quattro mesi o quattro settimane dalla riunione di consegna dei blocchetti a ciascun associato coll’obbligo della vendita, poco cambia. In linea generale, infatti (come peraltro già accennato nel POST 4-bis), parte schiacciante dei biglietti delle Lotterie è venduta soltanto durante i giorni di celebrazione.

Specie nelle località in cui sussistono altre e più consistenti forme di offerta in moneta (questua porta a porta, processioni, incanto di doni in natura, stanghe dell’effige patronale, cassette nei bar, sponsor), però, la vendita dei biglietti della Lotteria può venire affrontata dal popolo con crescente malcelato fastidio. Non poche volte, ad esempio, è capitato al sottoscritto di assistere alla scena di famiglie e di coppiette di fidanzatini (impegnate nello struscio lungo il corso o nel mangiarsi una pizza in un locale) che venivano letteralmente prese d’assalto da più committenti-venditori di biglietti e che venivano costrette, loro malgrado, a cacciare ulteriori quattrini.

Sicchè in situazioni simili a quelle succitate a mò di esempio, il popolo, che può aver contribuito fin dai mesi precedenti, viene sottoposto ad una sorta di “shock” il quale tende a far fuggire dai luoghi di festa anziché arrivare; e ciò dovrebbe essere interpretato come un controsenso da parte del Comitato di turno.

L’offerta popolare in denaro, nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia, deve invece rimanere soprattutto una questione di libera volontà. Guai a fissarvi un prezzo, non si è innanzi a un abbonamento pay-tv!
E ciò perché la libera offerta è anche testiominianza di entusiasmo.
Lo stesso sottoscritto, d’altronde, ha potuto constatare dal vivo il rifiuto di persone a spendere 5 euro per un biglietto di una Lotteria e la contestuale scelta di versarne liberamente 40 senza l’allettante prospettiva di premi.
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POST 7

Le Lotterie possono costituire il sintomo di una negativa situazione di eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia.


Assai spesso i Comitati ricorrono alle Lotterie colla legittima (eppure discutibile, sia nel caso di assoluta buonafede sia, soprattutto, nel caso di conflitti di interesse) speranza di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente”, oltre “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

In buona sostanza si ricorre alle Lotterie per “rinforzare” il concerto di musica leggera oppure l’impianto di Lumi o per introdurre qualsialtra manifestazione secondaria che si ritiene utile al calendario degli eventi.

Messo innanzi a tali “necessità”, il popolo, in genere, contribuisce poiché mostra un certo entusiasmo iniziale.

Ciò, però, può tradursi alla lunga in una situazione di ingestibilità del nuovo flusso di entrate da parte dei Comitati, specie se quest’ultimo tende a essere costante o financo crescente. Le più disparate aspettative in buonafede ed eventuali conflitti di interesse che maturano in essi, infatti, possono giungere a contrapporsi sino a culminare un’involuzione artistico-artigianale proprio degli eventi specifici di una F.P. Esterna/sud Italia (Concerti Bandistici e Pirotecnica Aerea) e, quindi, di tutta la kermesse.

Anche il popolo, infine, se deluso nelle sue aspettative, può tendere a contribuire di meno ad una Lotteria e può concorrere ad un ulteriore calo del livello festaiolo complessivo.

Il sottoscritto s’impegna a risolvere la legittima perplessità dei lettori di questo post coll’avvio, oramai imminente, di una nuova occasione di riflessione sull’eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia.
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POST 8 – L’INUTILITÀ DIFFUSA DELLE LOTTERIE

Le Lotterie sono un’infelice soluzione anche per quelle località del sud Italia caratterizzate da una forte emigrazione e/o da una rapidissima successione temporale di più Feste Patronali.

I casi qui citati sono due, anche se nel concreto possono benissimo incrociarsi fra loro venendone a creare uno solo.

Il primo rimanda a quelle località del sud Italia contraddistinte da un forte fenomeno emigratorio e che, dunque, si ripopolano soltanto in occasione della Festa Patronale. Qui la giustificazione in uso rimanda allo scarso (o nullo) successo di altre forme di questua nel periodo precedente le celebrazioni a causa dell’abitato pressochè deserto.

Il secondo rimanda a quelle località del sud Italia in cui, per ragioni anche storiche e/o climatiche, è usanza concentrare tutte le kermesse patronali in un limitato periodo dell’anno (specie d’estate). Qui, invece, la giustificazione in uso (specie per l’agire in successione di differenti Comitati) rimanda al brevissimo intervallo di tempo che separa una Festa da quella/e precedente/i.

Tuttavia entrambi i casi di ricorso alle Lotterie non scrollano i Comitati dalle negative implicazioni viste nei POST dal 3 al 7.
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POST 8 - bis

Le alternative all’uso delle Lotterie nei contesti evidenziati nel precedente messaggio, invece, non mancano. E quelle suggerite dal sottoscritto, peraltro, possono addirittura essere soltanto alcune di quelle disponibili in toto.

Nel caso di località del sud Italia contraddistinte soprattutto da un forte fenomeno emigratorio, è possibile organizzare, in primis, delle forme di contatto coi residenti in altre parti dello Stivale e/o all’Estero fin da alcuni mesi (o settimane) precedenti la kermesse.
Una di queste può vedere il Comitato di turno comunicare (tramite uno o più mezzi prescelti) le proprie coordinate bancarie (e/o postali) grazie alle quali far arrivare le offerte altrui.
Altrenativa interessante a ciò può essere la promozione di collette fra gli stessi residenti in altre parti d’Italia e/o del Mondo, specie quando essi risultano concentrati in territori tutto sommato adiacenti.

Nel caso di località del sud Italia contraddistinte dalla rapidissima successione di kermesse, poi, può risultare di grande utilità l’adozione di accorgimenti in grado di farne abbassare il “fabbisogno unitario” agli occhi della comunità di turno. Fra i vari possono benissimo spiccare: il mantenimento al solo essenziale della paratura luminosa e/o serica; il progressivo taglio delle manifestazioni non storiche e non specifiche di una F.P. Esterna/sud Italia (come, ad esempio, le esibizioni canore); la “specializzazione ludica” di ciascuna di esse (ad esempio: una più indirizzata sui Fuochi, l’altra più sui Concerti Bandistici).

Nelle località del sud Italia contraddistinte sia dal forte fenomeno emigratorio sia da più kermesse svolgentesi in rapidissima successione di tempo, infine, possono rimanere disponibili:
  • una questua porta a porta nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’inizio delle celebrazioni;
  • la definizione di un punto di raccolta delle offerte nei luoghi di maggiore ritrovo collettivo;
  • l’adozione di eventi, come ad esempio la gara per le stanghe dell’effige patronale, in grado di far convergere forti offerte nel giro di pochi minuti.
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POST 9

Fare a meno delle Lotterie È DOVERE di ogni Comitato Festa Patronale Esterna/sud Italia che si rispetti a causa delle negative implicazioni elencate in precedenza.

Tuttavia una sola eccezione può essere ammissibile: quando la kermesse patronale riguarda quelle “grandi” località del sud Italia contraddistinte da un alto numero di abitanti.


Con simile fattispecie, infatti, momenti come la questua a domicilio possono divenire un’impresa realmente ardua, specie se si considerano i ristretti intervalli di tempo spesso disponibili per la raccolta dei fondi.

Nelle “grandi” località, invece, la Lotteria si può rivelare perfino di aiuto perché la distribuzione dei biglietti fra tutti i potenziali vincitori assume forme certamente più accettabili, se è vero che qui abitano più persone e se è vero, quindi, che ciascuna di esse può essere scocciata per un numero di volte tendenzialmente inferiore dal committente-venditore.

In linea ragionevole è possibile definire “grande” ogni località del sud Italia avente più di 20.000 abitanti. Considerando che per “Meridione” il sottoscritto intende le 7 regioni di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, e le province di Frosinone e Latina (quindi una vastissima area che fin dal Tardo Medioevo ha costituito più volte un unico regno), e considerando che per le zone qui indicate si contano 2.304 comuni, è anzitutto possibile definire “grandi” appena 216 di essi, cioè il 9% del totale.

Inoltre il dato del 9% può ulteriormente calare se per località s’intendono ogni “comune” e ogni “frazione in misura separata dal comune di appartenenza”.
Un esempio fra i tanti è la città di Caserta, in realtà circondata da almeno una ventina di frazioni, molte delle quali con una fisionomia storico-territoriale di certo separabile dal comune di appartenenza.

N.B. Le cifre numeriche qui evidenziate sono frutto di ricerche effettuate per lo più in ambito Wikipedia e vanno perciò considerate come prive di una definitiva e/o aggiornata esattezza.
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POST 10 – LA PEGGIORE LOTTERIA IN ASSOLUTO

La peggiore Lotteria in assoluto è quella avente il sorteggio dei premi abbinato all’estrazione televisiva dei numeri del Lotto.

Per comprenderne gli svantaggi è necessario dare cenno della modalità tipica di estrazione e proseguire poi colla descizione di un caso-esempio.

In occasione della data dell’estrazione tv del Lotto indicata sul biglietto, ci si affida ai numeri estratti di alcune specifiche “ruote” (in genere due, per esempio quella di Palermo e quella di Bari). In cotal guisa è immediata l’individuazione, per ciascun biglietto vincente, del “numero della serie” e del “numero interno alla stessa serie”.

Supponiamo adesso la presenza di una determinata Festa Patronale X e di una relativa Lotteria abbinata all’estrazione tv del Lotto. Supponiamo altresì la decisione del locale Comitato di distribuire 90 blocchetti (serie da 1 a 90), ciascuno dei quali avente 90 tagliandi (da 1 a 90) e un prezzo unitario pari a 5 euro.
In buona sostanza la riuscita di una simile iniziativa entro la data indicata sul biglietto obbliga gli associati a vendere in totale ben 8.100 biglietti. Partendo però dal presupposto che è raro avere novanta componenti in un Comitato, si può immaginare con facilità l’ipotesi di dotare quest’ultimi di almeno 2 (se non di più) blocchetti a testa e la contestuale scelta di affidarne degli altri pure a soggetti esterni.

Le controindicazioni che scaturiscono, più generale, dalle Lotterie abbinate all’estrazione tv del Lotto sono dunque:
  • l’impossibilità di limitare l’estrazione ai soli biglietti ceduti, pena il fallimento di codesto tipo di Lotteria, dato che i Monopoli di Stato di Roma non possono sorteggiare al netto dei tagliandi rimasti invenduti nella sperdutissima località X;
  • l’esigenza di non ferire la suscettibilità dei “membri del Comitato più capaci” e dunque la necessità per “quelli meno capaci” di auto-acquistare quei tagliandi che essi stessi non sono riusciti a vendere;
  • l’assillo crescente perpretato dal Comitato ai danni del popolo, vista l’esigenza di vendere tutti i biglietti entro la data di estrazione indicata su di essi.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 19:06, modificato 1 volta in totale.
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POST 10 - bis

I rimedi individuabili per fronteggiare le controindicazioni della Lotteria abbinata alla estrazione televisiva del Lotto possono perfino aggravare la portata del problema iniziale.

Una prima categoria di rimedio può indurre a considerare l’ipotesi di mantenimento a livelli assai bassi del prezzo di ogni biglietto (ad esempio: 50 centesimi o 1 euro).
Tuttavia la necessità di puntare poi su premi di scarso valore può causare:
  • motivi di tensione (o di ulteriore tensione) in sede di Comitato fra associati favorevoli e associati non favorevoli a biglietti della Lotteria dal prezzo più basso;
  • calo (o ulteriore calo) del gradimento della Lotteria presso il popolo;
  • definitiva inefficacia di una così capillare iniziativa come quella della Lotteria abbinata all’estrazione tv del Lotto.
Una seconda categoria di rimedio consta nel lasciare invenduti i biglietti rimasti attaccati al blocchetto posticipando l’assegnazione dei premi all’estrazione successiva o addirittura a più estrazioni successive.
È possibile ipotizzare i seguenti motivi alla base di una simile decisione del Comitato di turno:
  • la consapevolezza di non riuscire a vendere tutti i tagliandi entro la prima data di estrazione;
  • il tentativo, dunque, di vendita dei biglietti inceduti anche oltre la prima data, in vista delle estrazioni a seguire;
  • la concessione di ulteriore tempo agli associati “meno capaci” in modo da fargli evitare l’obbligo di auto-acquisizione dei tagliandi rimasti inizialmente invenduti.
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POST 10 - ter

Eppure anche il posticipo dell’assegnazione dei premi all’estrazione successiva o addirittura a più estrazioni successive può determinare gravissima incertezza presso il popolo, specie quando un Comitato non indica sui biglietti nessuna data di recupero delle estrazioni tv del Lotto.


Un esempio lampante di ciò è quello desumibile dal seguente reale caso. Da precisare (per evitare qualsiasi forma di polemica) che il luogo della Festa, l’anno di estrazione, la serie e il numero del biglietto nonchè i premi sono volutamente non riportati dal sottoscritto.

NOTA BENE: Succitata precisazione sulle omissioni non fa altro che rimandare a terzi la piena responsabilità di qualsiasi eventuale tentativo di ricerca della specifica kermesse e di pubblicazione dei relativi esiti su questo sito.

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Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 15 marzo 2013, 12:27, modificato 2 volte in totale.
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POST 10 – ter ter

In relazione al suddetto reale caso si soffermi in particolare l’attenzione su ciò che compare scritto esattamente “a tergo” del biglietto, all’interno di un riquadro:

NB: Qualora, nella data di estrazione non vengano assegnati i premi, si procederà all’assegnazione degli stessi nelle estrazioni successive.

Ebbene, volendo giungere a conclusioni di carattere generale, diventa possibile sostenere che l’assenza sul biglietto di qualsiasi data di recupero è il massimo del massimo della vaghezza poiché l’estrazione tv del Lotto avviene tre volte a settimana durante l’intero anno. Dalla succitata assenza, peraltro, possono profilarsi all’orizzonte sia la paradossale prospettiva di una vendita dei biglietti trascinata per lunghi mesi sia, addirittura, la molto discutibile speranza dei committenti di turno di far piombare nel dimenticatoio tutta l’iniziativa.

La vaghezza circa le date di recupero delle estrazioni tv del Lotto può, infine, contribuire al sorgere di attriti in sede di Comitato, al calo di appeal presso il popolo della Lotteria, alla definitiva inefficacia del tipo di iniziativa in modi non dissimili a quelli accennati in occasione della prima categoria di rimedio.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 15 marzo 2013, 12:32, modificato 9 volte in totale.
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