Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, grazie!

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Raffaele2012
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Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, grazie!

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POST 1

Salve a tutti. Apro questa discussione inserita, come la precedente sugli sponsor privati (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.php?f=6&t=4953), all’interno del breve ciclo di 3 riflessioni concernenti alcune occasioni di entrata finanziaria potenzialmente disponibili per ogni Comitato di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Scopo primario di questo topic è, in particolare, quello di dimostrare l’inutilità sostanziale dei contributi pubblici in denaro erogati, dalle Amministrazioni locali e non, direttamente ai vari Comitati di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Si tratta in buona sostanza di precisare il NO all’assegno, al bonifico o a quant’altro di simile che viene emesso dall’ente statale e che giunge al gruppo organizzatore di succitate kermesse.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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Raffaele2012
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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz

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POST 1.1

Come atto di educazione verso gli utenti eventualmente interessati a questo topic, preme ora ribadire la quadrupla premessa evidenziata già nella precedente discussione sugli sponsor privati.

In primo luogo per “Comitato” s’intende l’associazione (più o meno occasionale) privata di persone che, separata formalmente e fattivamente da ogni espressione istituzionale religiosa e civile, realizza una kermesse patronale.

La nozione di “Comitato” si rivela decisiva per chiarire che, nell’ambito di questo topic, sono effettuate riflessioni solo a riguardo di quelle celebrazioni organizzate da gruppi privati di persone coll’aggiunta di una somma di denaro pubblico.
V’è dunque l’esclusione di tutte quelle kermesse patronali organizzate per intero dall’assessore di turno o comunque da pubblici referenti.


Va inoltre ribadito che per “Comitato” rientrante nelle considerazioni di questo topic s’intendono pure quei gruppi “parziali” che, nella fase di allestimento e nei giorni di Festa, convivono con una formazione “centrale” e che in genere curano solo uno o alcuni aspetti (Fuochi Pirotecnici, ad esempio): “Comitati rionali”, “Partiti”, “Associazioni”, e simili, secondo l’espressione adottata nella specifica località.

In secondo luogo per “Patrono” s’intende ogni devozione con o senza la relativa “qualifica canonica”.

In terzo luogo va sottolineato che l’uso dell’aggettivo “Esterna” vuole rimandare unicamente al ramo ludico di suddette kermesse non volendo l’inclusione del settore liturgico per il solo rispetto delle sensibilità religiosa altrui.

In quarto luogo per “sud Italia” s’intende l’area comprendente le regioni di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e, grosso modo, le province laziali di Frosinone e Latina. Una parte dello Stivale contraddistinta, insomma, da un percorso storico plurisecolare (medievale, moderno e contemporaneo) condiviso per parti assai ampie.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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Raffaele2012
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POST 2

La giustificazione comune a cui si appellano i committenti circa la ricerca di contributi pubblici “liquidi” è, in genere, una sola: una paventata scarsità di denaro, in assoluto oppure in relazione al desiderio di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente” e non soltanto “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

A questo si cerca di ovviare, appunto, con la richiesta di contributi pubblici che si conclude, a seconda dei casi, con erogazioni più o meno cospicue.

E ora qualche altra precisazione preliminare.

Le considerazioni a seguire sono divise in quattro parti.

Nella prima (POST dal 3 al 13) sono spiegate le ragioni per cui un Comitato Feste deve rifiutare il contributo danaroso che giunge direttamente dagli enti pubblici.
In quest’ottica il POST 14 vale come appendice atta a dimostrare l’inopportunità del contributo statale anche quando si tratta invece di eventi e/o scenografie aggiunti all’originale programmazione festaiola.

Nella seconda (POST dal 15 al 17-ter) sono spiegati i principali motivi, di maggiore o minore buonafede, alberganti nel Comitato Festa, circa la reiterata ricerca di diretti contributi pubblici in denaro.

Nella terza parte (POST dal 18 al 22) è indicata la più importante necessità di un rapporto fra Comitato e ogni autorità pubblica (da quell eletta a quella in divisa) basato su un supporto prettamente logistico-fiscale da parte di quest’ultima.

Il POST 23 rappresenta, colle conclusioni, la quarta e ultima parte.

Si precisa che suddette considerazioni sono prevalentemente affrontate da un punto di vista dei Comitati Festa pur essendovi importanti passaggi in grado di considerare l’ottica popolare e quella degli organi pubblici.

Buona, serena e gioiosa lettura. A riguardo lo stesso umile consiglio, specie per gli utenti stanchi di una lunga giornata di lavoro: proseguire un po’ alla volta e sempre col sorriso sulle labbra.
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POST 3 – LE RAGIONI CHE DEVONO SPINGERE I COMITATI FESTE PATRONALI “ESTERNE” DEL SUD ITALIA A RIFIUTARE I DIRETTI CONTRIBUTI IN MONETA EROGATI DALLE PUBBLICHE ISTITUZIONI

No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente che l’obolo privato a favore della F.P. Esterna/sud Italia è il segno di una libera adesione personale; mentre il contributo statale è solo un episodio di spesa pubblica.

Ogni kermesse patronale tende al richiamo collettivo, a cominciare dagli eventi imprescindibili dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea. Ma cos’è il richiamo collettivo se non il richiamo fatto a ciascun individuo? Dunque l’offerta privata è segno di adesione personale di chi prova gioia per codesto tipo di appuntamenti ludici.

Il versamento danaroso effettuato dagli enti pubblici ai Comitati, invece, è solo un episodio di spesa pubblica corrente. In termini più semplici, esso consta in una sorta di pagamento simbolico di tutta un’indistinta cittadinanza la quale, però, nel merito e/o nell’ammontare, può dissentire, e neppure a torto, per le più per svariate ragioni. Si pensi, ad esempio, alle proteste di chi vorrebbe quei soldi investiti in opere sociali più urgenti.

In parole povere. Se è vero che ogni F.P. Esterna/sud Italia ha vocazione collettiva, è altrettanto vero che essa diviene indizio di gioia solo per la persona che vi aderisce privatamente e non per l’indistinta cittadinanza.

Da notare che codesta affermazione è, purtroppo, al “netto” di quei furbacchioni che godono delle kermesse patronali senza versare nessun contributo. Che Zeus li fulimini!
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POST 4

No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente che la F.P. Esterna/sud Italia reca in sé l’idea di un’identità comunitaria non necessariamente collegata a quella del riconoscimento delle Istituzioni statali.


Le F.P. Esterne/sud Italia hanno costituito in passato e costituiscono ancora tutt’oggi una formidabile occasione di esercizio del potere da parte delle Istituzioni Pubbliche: e ciò non soltanto coll’erogazione di soldi “liquidi” direttamente ai Comitati, ma anche collo svolgimento di cerimonie alla presenza di questo o quel rappresentante governativo.

Eppure se esse hanno resistito agli anni è certamente pure per la loro capacità di trasmettere un’idea di identità comunitaria non necessariamente collegata alla manifestazione di pubblico consenso di uno specifico periodo storico. Anche esse, in buona sostanza, hanno saputo essere una sorta di riferimento meno apparente e meno occasionale di quanto si pensi nel mare monstrum dei tornaconti quotidiani contrapposti e dei conflitti sociali.

Tuttavia la F.P. Esterna/sud Italia riesce a ribadire con efficacia succitata idea di identità comunitaria solo attraverso una questua fatta tra la gente. Soltanto con una costruzione concreta della kermesse che procede casa per casa, settimana per settimana, circostanza per circostanza.
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POST 5

No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente che essi allontanano idealmente il popolo dalla kermesse ovvero ne favoriscono un approccio indifferente o meramente lunatico.


La questua fatta in mezzo al popolo è l’unico modo per rendere quest’ultimo davvero partecipe dell’evento Festa. In quest’ottica, invece, i soldi pubblici “liquidi” tendono soltanto ad allontanare, in primis in termini ideali.

Lontananza ideale significa non tanto conteggiare gli individui in strada nei giorni di gala (d’altro canto chi non si precipiterebbe a mangiare gratis in un ristorante?), ma distanza dalla collettività nella fase di allestimento quando può non essere contattata in alcun modo.

D’altro canto la F.P. Esterna/sud Italia è anche attesa della Festa stessa fin dai mesi precedenti.

Un popolo lontano dalla Festa, poi, è indifferente verso di essa o, tutt’al più, manifesta una condotta lunatica fatta, a seconda delle annate, di sfrenato entusiasmo e di feroce contestazione, manco fosse trasporto pubblico.

Una F.P. Esterna/sud Italia che giunge a dipendere per il 100% da contributi pubblici è il massimo della lontananza dal popolo e non ha alcuna ragione di esistere. Neppure se prevedesse mille sparate e duemila Concerti Bandistici.
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POST 6

No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente la frequentissima centralità della F.P. Esterna/sud Italia nel contesto ambientale meridionale e la diffusa tendenza di oboli privati di almeno un certo livello.


Secoli e secoli di storia fanno sì che ancora oggi, nella stramaggioranza delle località del sud Italia, le Feste Patronali rappresentino il massimo momento di aggregazione collettiva. Ciò si traduce, nel concreto, nella diffusa situazione di questue di almeno un certo livello e tali da evitare l’urgenza (?!?!?!) di diretti contributi pubblici.

Ciò malgrado non mancano località meridionali dove le kermesse patronali faticano a trovare, per differenti ragioni, una consistente risposta popolare. Tale tipologia di fattispecie, però, rende ancor più inutile il ricorso allo stanziamento “liquido” statale permanendo una voglia non popolare di fare e vedere la Festa.

Una collettività devota o, più in genere, affezionata alla Festa, o, ancor più in senso lato, ben consapevole dell’importanza delle occasioni di identità comunitaria non si pone mai il problema di contribuire né in denaro né in altro modo, né una volta né mille, né si nasconde dietro l’eventuale ruolo di autorità che tutto concede. Per cui un popolo che non paga è un popolo che non vede: forse ha solo altri piaceri, punto.
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POST 7

No ai soldi pubblici! In primis a quelli del Municipio! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente la probabilità di “maggioranze” e di “minoranze” pronte a ricamarvi sopra secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.


Il versamento di denaro pubblico direttamente ai Comitati è, da un punto di vista amministrativo, un semplice atto di spesa. Su questa premessa illudersi dell’intoccabilità della Festa può divenire sempre più un sogno se trovano spazio delle parti politicanti contrapposte secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.

Un semplice esempio di logica delle posizioni automaticamente divergenti è quello di una “maggioranza” che dice “A” e una “minoranza” che risponde “B”, o viceversa.

Tale logica di contrapposizione segue difficilmente dei criteri obiettivi, ma risponde soltanto alla necessità di “battere un colpo” come tanti spiriti in cerca di pace, cercando altresì di suscitare una qualche reazione, più o meno interessata, anche fra gli strati popolari.

Per cui all’assessore di turno che si accampa meriti grazie al «proprio tempestivo interessamento», tramite il quale tale determinata manifestazione può divenire «un volano per lo sviluppo dell’economia del territorio», può rispondere a stretto giro di posta il rappresentante delle “opposizioni” che ricorda la necessità di «provvedimenti più urgenti come il piano casa o quello degli insediamenti produttivi». E viceversa se chi sta al potere parla di «provvedimenti più urgenti della Festa», e il gruppo di minoranza ricorda «l’esigenza di difendere le tradizioni».

L’ottenimento di soldi pubblici “liquidi”, insomma, può portare un qualsiasi Comitato Festa, gruppo privato proteso alla coesione collettiva, a trovarsi al centro di un’assurda partita di ping pong, coll’implicazione aggiuntiva di attirarsi anche gli strali di quelle fasce popolari poco attente all’argomento festaiolo, interessate ad un terzo fine o, più tristemente, povere ed arrabbiate verso il Mondo.

E tutto ciò in maniera indipendente dall’ammontare specifico del contributo danaroso.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 7 marzo 2013, 19:01, modificato 1 volta in totale.
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POST 8

No ai soldi pubblici! D’altro canto che c’azzecca il contributo di enti extracomunali come le Province e le Regioni?


Norme e leggine permettono spesso alle associazioni locali di mungere vacche ben più grasse di quella rappresentata dall’ente di casa. In quest’ottica i Comitati Feste non sono da meno e spesso, tramite parrocchie e terzi soggetti, non mancano di effettuare la loro richiesta a enti come le Province e le Regioni.

Ebbene tale richiesta dei Comitati Feste è legittima ma, nel merito, totalmente inopportuna. Per quanto celeberrima possa essere, infatti, ogni kermesse patronale rimane espressione di ogni singolo campanile e difficilmente si presta all’esportazione come una marca di jeans o come il marchio di una squadra di calcio come il Real Madrid.

Non va mai, mai, mai dimenticato che ogni Festa Patronale Esterna/sud Italia diviene anche un’occasione di manifestazione dell’identità umana, storica e fisico-territoriale del posto in cui si svolge. E ciò, che è pregio e non limite, non può essere calpestato da discutibili logiche arraffatutto dei Comitati.
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POST 9

No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente la probabilità di ingerenze dell’ente erogatore il quale ha, per propria natura, delle finalità previdenziali che sono ben distanti da quella legata alla valorizzazione artistico-artigianale, in primis, dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.


Come scritto nel POST 4, la F.P. Esterna/sud Italia reca in sé l’idea di un’identità comunitaria a sé stante. Motivi storici e di buon senso, però, non consentono a un Comitato di escludere la centralità degli eventi specifici della Pirotecnica Aerea e dei Concerti Bandistici poiché l’esperienza festaiola è finalizzata in primis all’allargamento delle esperienze umane e cognitive di ciascuna persona del popolo.

Tuttavia simile assetto può venire meno nel caso di contributi pubblici “liquidi” a crescere e di “sinergie fra il Comitato e l’Assessorato di turno, in concerto colle altre realtà territoriali”. Un nuovo mefistofelico scenario, infatti, tende a svelarsi dallo strombazzato proclama della “Festa aperta a tutte le sensibilità”: quello del dover “dare alimento” e visibilità a chiunque si presenti senza alcuna logica programmatica, solo nell’ottica di raccomandazioni e/o segnalazioni volte a favorire i “paisani” e gli “amici degli amici”.

Una F.P. Esterna/sud Italia che giunge a dipendere per il 100% dai contributi pubblici può divenire il massimo in tal senso. D’altro canto qui cessa ogni distinzione fattiva fra l’ente pubblico e il Comitato, malgrado quest’ultimo abbia un proprio organico separato; la kermesse patronale diviene un vero e proprio servizio statale, come la mensa all’asilo nido; l’obolo entusiasta del semplice appassionato lascia il passo all’obbligatorietà delle tasse pagate da ogni cittadino.
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POST 10

No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente che le erogazioni degli enti statali peccano, alla lunga, di stabilità.


Il versamento di denaro pubblico direttamente ai Comitati è, da un punto di vista politico, un semplice atto di ricerca del consenso. Ciò implica che l’assetto di un giorno può non valere in quello seguente, e viceversa.

In quest’ottica il politicante, a parte le dichiarazioni di facciata a mezzo stampa, non trova alcuna differenza fra il mercatino delle pulci, la squadretta di calcio e la Festa Patronale. Per egli, poi, i soldi statali “liquidi” non sono altro che le pedine di una partita a scacchi che non finisce mai e che ogni volta cambia pedoni e pedine.

L’instabilità dell’erogazione statale di soldi “liquidi” al Comitato, poi, può essere, in alternativa e/o nel contempo, collegata a oggettivi motivi di ristrettezza dei bilanci.

Dunque male fa un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia a poggiare parti crescenti dei propri introiti sul bonifico in arrivo dal soggetto pubblico. Da un anno all’altro la “Festa grande” può divenire “piccola” e ciò può rallentare l’idea di un percorso festaiolo in cui, causa necessità, il progressivo miglioramento artistico-artigianale non può trascendere del tutto da una disponibilità dei fondi almeno costante.

Nessuna pianta dà frutti con 100 giorni di siccità e 24 ore di pioggia torrenziale. Meglio che un Comitato, allora, faccia affidamento su entrate sempre più adiacenti al porta a porta, in moltissimi casi paradossalmente più stabili pure in tempi di crisi generalizzata.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 7 marzo 2013, 19:05, modificato 1 volta in totale.
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POST 10-bis

Va altresì considerata una conseguenza negativissima della mancata stabilità dei soldi pubblici “liquidi”.

Esiste, infatti, anche la possibilità (molte volte verificatasi nella realtà) di contributi statali promessi, Comitati che ingaggiano sulla base delle relative cifre, e ditte di turno che poi non possono essere successivamente pagate.

Al di là dei rimedi concretamente individuabili viene anzitutto da chiedersi se è corretto per un Comitato vendere la pelle dell’orso senza averla fra le mani e se è corretto posticipare perfino di mesi e mesi il pagamento di lavori altrui.

Viene allora da chiedersi se non sia meglio un ente organizzatore poggiato sulle proprie sostanze e non disposto a fare la figura dell’arraffatutto.
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POST 11

No ai soldi pubblici! Di essi è possibile fare a meno anche nelle grandi città meridionali dove l’inefficacia di raccolte fra i privati è soltanto un problema aggirablissimo.


Nelle città meridionali di 20.000, 50.000, 100.000 e più abitanti, un Comitato di Festa Patronale ha comprensibili problemi nel giungere a bussare a tutte le porte. Ecco, allora, la richiesta di contributi pubblici “liquidi” in grado di ovviare a tale esigenza.

Eppure le considerazioni dei precedenti post non sono proporzionali all’estensione dell’abitato ma valgono sempre. In buona sostanza resta la possibilità di puntare su forme alternative di entrata come, ad esempio, gli sponsor privati non incompatibili (alla luce di quanto precisato nel POST 16 del precedente topic https://forum.pirovagando.it/viewtopic.p ... 3&start=15).

Anche la creazione di singoli punti di raccolta dei fondi costituisce un buon rimedio, partendo però dall’esigenza di una preliminare attività di segnalazione alla collettività e da quella di circoscrivere sempre più i relativi luoghi col crescere dell’abitato, data la maggiore probabilità di gazebo (e simili) gestiti da “mele marce”.

Il problema delle 20.000 o 200.000 persone, soprattutto, non esiste perché la persona affezionata alla kermesse non pone MAI alcun problema a metter mano al portafoglio, ovviamente nei limiti del possibile.

Va da sé, in maniera comprensibilissima, che una F.P. Esterna/sud Italia ha poche probabilità di successone in città via via sempre più grandi: sia per la presenza di altre e più costanti occasioni di aggregazione sia per una certa naturale diffidenza verso committenti che, comunque, l’abitante della metropoli ha minori probabilità di conoscere (pure soltanto di vista) rispetto a quanto accade nel minuscolo paesino o nella località di 10-15.000 persone.
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POST 12

No ai soldi pubblici! Nel contesto dove il Comitato ha già a disposizione altre forme di introito popolare più o meno consistenti, infatti, esse possono divenire sintomo di una negativa situazione di eccesso di moneta in entrata nell’ambito della locale kermesse patronale.


Come scritto nel POST 2 i Comitati ricorrono ai soldi pubblici “liquidi” nell’ottica di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente”, oltre “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

In buona sostanza vi si ricorre per “rinforzare” il concerto di musica leggera oppure l’impianto di Lumi o per introdurre qualsialtra manifestazione secondaria che si ritiene utile al calendario degli eventi.

Ciò, però, può tradursi alla lunga in una situazione di ingestibilità del nuovo flusso di entrate da parte dei Comitati, specie se quest’ultimo tende a essere costante o financo crescente. Le più disparate aspettative in buonafede ed eventuali conflitti di interesse che maturano in essi, infatti, possono giungere a contrapporsi sino a culminare un’involuzione artistico-artigianale proprio degli eventi specifici di una F.P. Esterna/sud Italia (Concerti Bandistici e Pirotecnica Aerea) e, quindi, di tutta la kermesse.

Il sottoscritto ribadisce il proprio impegno al superamento della legittima perplessità dei lettori di questo post coll’avvio, entro qualche settimana, di una nuova occasione di riflessione sull’eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 7 marzo 2013, 19:08, modificato 1 volta in totale.
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POST 13

Esistono, insomma, almeno 10 ragioni alla base di un doveroso rifiuto dei soldi pubblici "liquidi" da parte di ogni singolo Comitato di F.P. Esterna/sud Italia.

  • Le offerte private nell’ambito della kermesse patronale sono il segno di una libera volontà di tutte le persone contribuenti; il contributo statale, invece, è solo un episodio di spesa pubblica non condivisibile da tutta una cittadinanza.
  • La kermesse patronale reca in sé l’idea di un’identità comunitaria non necessariamente collegata a quella del riconoscimento delle Istituzioni statali.
  • I soldi pubblici “liquidi” allontanano idealmente il popolo dalla kermesse ovvero ne favoriscono un approccio indifferente o meramente lunatico.
  • Le F.P. Esterne/sud Italia occupano, in genere, un ruolo massimo nella vita collettiva della stramaggioranza delle località meridionali tale da evitare un urgente (?!?) ricorso ai soldi pubblici “liquidi”. In caso di cronico insuccesso della raccolta fondi, invece, non resta che abolire la kermesse vista l’indifferenza collettiva.
  • A cominciare dall’erogazione municipale, v’è la probabilità di “maggioranze” e di “minoranze” pronte a ricamarvi sopra secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.
  • Lo specifico contributo degli enti extracomunali, come le Province e le Regioni, lede l’idea di F.P. Esterna/sud Italia come manifestazione dell’identità umana, storica e fisico-territoriale del posto in cui si svolge.
  • V’è la probabilità di ingerenze da parte dell’ente erogatore il quale ha, per propria natura, delle finalità previdenziali che sono ben distanti da quella legata alla valorizzazione artistico-artigianale, in primis, dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.
  • Le erogazioni degli enti statali peccano, alla lunga, di stabilità.
  • Nelle località meridionali con più di 20.000 abitanti il Comitato organizzatore può sempre individuare altre forme di questua popolare tenendo anche conto della crescente difficoltà a portare a termine delle raccolte fondi simile a quelle a domicilio.
  • I soldi pubblici “liquidi” possono concorrere a determinare un eccesso di moneta in entrata nell’ambito della kermesse patronale.
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