Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, grazie!

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Raffaele2012
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POST 14 – IL << NO >> AL DIRETTO AIUTO MONETARIO STATALE DEVE ESSERE PURE IL << NO >> AL DIRETTO AIUTO STATALE SOTTO FORMA DI EVENTI E/O SCENOGRAFIE

Questo topic è sviluppato attorno al NO al contributo pubblico sotto forma di diretto versamento monetario. Ciò malgrado esperienza insegna che, talvolta, l’aiuto statale giunge (pure) sotto forma di veri e propri eventi e/o scenografie aggiunte alla programmazione.

A tal riguardo è opportuno sottolineare che un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia ha il dovere di evitare financo codesta fattispecie perché, in realtà, essa suscita considerazioni e implicazioni del tutto simili a quelle elencate dal POST 4 al POST 10 - e riepilogate dal primo al penultimo punto del messaggio precedente.

Ad esempio è vero che la sostanza della spesa a carico dell’indistinta cittadinanza resta comunque. Così come rimangono intatti i rischi legati ad una progressiva lontananza emozionale del popolo dalla kermesse. Così come rimangono intatti i rischi legati ad un ente organizzatore in balia di “maggioranze” e “minoranze” litigiose. Così come rimangono intatti i rischi legati ad una concezione previdenziale delle cerimonie da parte del soggetto statale che va ad inficiare l’imparzialità dell’offerta festaiola, a cominciare da quella dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.

Fatta questa precisazione non irrilevante, ora si invita ciascun utente a riportare l’attenzione sul diretto contributo statale sotto forma di moneta “liquida”.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 7 marzo 2013, 19:12, modificato 1 volta in totale.
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POST 15 – CENNI SULLE DINAMICHE INTERNE AI COMITATI FESTA CHE DETERMINANO, IN PREVALENZA, LA RICHIESTA DI DIRETTI CONTRIBUTI PUBBLICI IN MONETA

I soldi pubblici “liquidi”, nell’ambito delle F.P. Esterne/sud Italia, sono sostanzialmente inutili. Tuttavia la ricerca di essi può permanere in sede di Comitato per motivi considerati nei post a seguire.

Da notare che le riflessioni dal POST 16 al POST 17-ter richiamano quelle già affrontate nel topic sugli sponsor privati (https://forum.pirovagando.it/viewtopic.p ... 3&start=30). Tuttavia la loro estrema attinenza consente di ribadirne i contenuti (pur se alla luce di alcune opportune modifiche) pure in questa discussione perchè è ben ipotizzabile l’esistenza di utenti non a conoscenza della passata trattazione o per nulla interessati ad essa.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 14 marzo 2013, 19:13, modificato 2 volte in totale.
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POST 16

La ricerca di soldi pubblici “liquidi” può essere indizio della mentalità in buonafede del tutto e subito radicata all’interno di un Comitato Festa Patronale.


Come scritto nel POST 2 la giustificazione dei Comitati circa il ricorso al denaro pubblico si rifà al desiderio di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente” e non soltanto “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

Ma, come dimostrato finora, neppure l’eventuale buonafede dei componenti basterebbe a motivare succitata ricerca. Meglio, allora, organizzare una kermesse patronale con minore pompa magna, se per maggiore pompa s’intende la volontà di rafforzamento dei lumi e/o del parco cantanti, elementi per niente centrali del tipo di kermesse qui considerato.

Come scritto nel precedente topic sugli sponsor privati, invece, occorre assolutamente superare la mentalità del tutto e subito. Oggi, grazie al Cielo e malgrado la crisi economica corrente, infatti, si campa più a lungo di 100 anni fa quando bastava appena mezzo raffreddore per passare a miglior vita e quando anche certe esuberanze festaiole di oggi (lumi, cantanti) avrebbero trovato migliore giustificazione.

Occorre superare la mentalità del tutto e subito perché oggi la F.P. Esterna non ha più il “predominante monopolio del tempo libero”, così com’è accaduto fino a qualche decennio fa in moltissimi contesti del sud Italia. Per cui diviene pleonastico l’accattonaggio a tutti i costi per l’aumento dei lumi con microlampadine se ve ne sono di identici finanziati dai Comuni nel periodo natalizio; diviene pleonastico l’ingaggio di cantanti e di gruppi di recitazione varia se a tal fine non mancano associazioni di questo e quel tipo; diviene pleonastica l’organizzazione gare sportive se esistono a tal riguardo perfino delle minuscole società dilettantistiche e amatoriali.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 7 marzo 2013, 19:15, modificato 1 volta in totale.
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POST 16 - bis

La ricerca di soldi pubblici “liquidi”, va ammesso, può essere indizio dell’umanissima (e quindi in altrettanta buonafede) esigenza dei Comitati Feste Patronali Esterne/sud Italia di non rimanere con disavanzi di bilancio.


In tale ottica, comunque, il rimedio è piuttosto semplice e consta nel taglio degli apparati luminosi e serici e/o nel taglio (o perfino abolizione) degli eventi secondari (dai cantanti a scendere): due categorie di spesa che spessissimo giustificano l’adozione di introiti come quello oggetto della presente trattazione.

In buona sostanza si tratta di tagliare all’unisono entrate inutili (come quelle dei soldi pubblici direttamente erogati dagli organi statali) e uscite progressivamente illogiche in modo da non tramutare l’attività dei Comitati in quella di gruppi arraffatutto dotati di un’offerta programmatica alquanto contraddittoria nella sua sostanza artistico-artigianale.

È fondamentale che ogni componente di Comitato F.P. Esterna/sud Italia non tramuti la pur necessaria ricerca di oboli in un assillo personale in grado perfino di azzerare l’importanza formativa (anzitutto per lui!) della gioiosa esperienza festaiola, a cominciare, ovviamente da quelle specificatamente collegate ai Concerti Bandistici e alla Pirotecnica Aerea.
Che degli anni di militanza in una commissione patronale non rimanga soltanto una lunga sequela di numeri! Ma che primeggino il ricordo del repertorio serale dell’orchestra di fiati e la riuscita della migliore bomba da tiro stutata!
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POST 17

È possibile affermare che il discutibile ricorso ai soldi pubblici “liquidi” sia contraddistinto, nella maggioranza dei casi, dalla sola buonafede.
Ciò malgrado il diretto contributo danaroso statale può divenire indizio pure di una contemporanea affermazione di finalità extrafestaiole in capo a uno o più membri del Comitato Festa Patronale di turno.


In buona sostanza nulla impedisce di pensare ad una richiesta di soldi “liquidi” pubblici che viene sponsorizzata e/o portata avanti da uno o più iscritti al Comitato più protesi al raggiungimento di finalità individuali che al successo della kermesse festaiola.

In tale ottica le fattispecie da considerare sono le 3 sottostanti.
  • Caso di conflitto di interesse, se vi è coincidenza nella stessa persona delle figure del committente e della ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro (ad esempio: lumista, paratore, il singolo impresario di bande e l’agenzia di spettacolo).
    Circa la definizione di conflitto di interessi in questa discussione sui contributi pubblici in moneta si rimanda al POST 17-ter.
  • Caso di diretto profitto commerciale, se vi è coincidenza nella stessa persona della figura del committente e di quella dell’esercente.
    Un esempio a tal proposito è quello del componente in grado di far piazzare il palco di un’esibizione canora dall’abituale luogo ai pressi del proprio bar.
  • Caso di visibilità politica, se emerge coincidenza nella stessa persona della figura del committente e di quella del soggetto candidato ad un’elezione oppure avente un ruolo dirigenziale di partito (a livello tanto locale quanto extralocale).
    Un esempio a tal proposito può essere quello del committente-candidato in grado di far lavorare un lumista in realtà per il solo fatto di suo “grande” elettore. Oppure quello del committente-coordinatore della sezione cittadina di un partito in grado di far mettere sotto contratto Tizio o Caio al solo scopo di coltivare delle “proprie relazioni”.
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POST 17 - bis

Nelle 3 fattispecie presentate nel precedente messaggio, il trarre vantaggio (pure) dall’introito legato alla diretta erogazione danarosa pubblica si concretizza con la capacità di taluni componenti di incidere sull’impostazione e/o la localizzazione di eventi e/o scenografie realizzate da apposite ditte e pagate da tutto il Comitato (cioè da tutto il popolo).


In parole povere, quindi, per i committenti che si ritrovano pure in una delle tre situazioni di sopra, la possibilità legata al versamento monetario statale può implicare:

a) l’ipotesi di un profitto proprio;

b) l’ipotesi di sfruttare un’occasione di spesa statale per far colpo su Tizio, su Caio e/o sull’intero popolo in vista, ad esempio, di una propria candidatura elettorale.

Stando (anche) così le cose, l’esistenza di “tornaconti individuali” legati ad alcuni associati al Comitato di turno richiederebbe, fin da subito, il tentativo di individuare degli appositi rimedi.

Tuttavia, non essendo oggetto della presente trattazione la condotta spiccatamente personale di ogni componente di un Comitato, si preferisce rinviare ogni ulteriore considerazione a riguardo alla discussione, che il sottoscritto ha intenzione di avviare entro qualche settimana, sul più generale tema dell’eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia (cosa, peraltro, già precisata nella precedenti riflessioni sul NO agli sponsor pivati incompatibili e nel POST 12 di questa in corso).
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POST 17 - ter

In virtù di quanto scritto nel POST 17 si ribadisce, per comodità dei lettori, pure la definizione di conflitto di interessi.

Per conflitto di interessi s’intende il caso in cui l’iscritto ad un Comitato risulta anche essere in contemporanea titolare, cotitolare, socio di minoranza, semplice dipendente di una ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro.

Per conflitto di interessi, poi, s’intende il caso in cui l’iscritto ad un Comitato risulta anche essere in contemporanea “collaboratore esterno continuativo” oppure “collaboratore abituale ma soltanto in occasione della Festa Patronale” della succitata tipologia di ditta.


Da precisare che per “collaboratore esterno continuativo” si rimanda financo alla figura di fornitore di materie prime alla ditta esecutrice e/o organizzatrice.
Per “collaboratore abituale ma soltanto in occasione della Festa”, invece, si rimanda a colui che presta lavoro per la succitata ditta unicamente in vista della kermesse patronale (ad esempio: componente del Comitato che esegue attività per conto del lumista o del paratore solo durante i dì di celebrazione e/o solo tempo prima).

Ovvio che il conflitto di interesse può tendere ad aggravarsi proprio nel caso di una ditta esecutrice e/o organizzatrice la quale è “talmente di casa” da non riuscire ad immaginare la kermesse senza la sua presenza.
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POST 18 – COMITATI FESTE E ISTITUZIONI PUBBLICHE: L’IMPORTANZA DELLA COLLABORAZIONE SUI VERSANTI LOGISTICO E FISCALE

La necessità di evitare il diretto contributo in denaro degli enti pubblici non significa, logicamente, rinnegare tutte le ipotesi di collaborazione con costoro. Fatta salva l’opportunità di provvedere finanziaramente da sé, infatti, è naturale che un Comitato F.P. Esterna/sud Itallia interagisca con ogni autorità locale: da quella eletta a quella di pubblica sicurezza.

Ciò implica, per l’esattezza, l’ottenimento da parte delle varie autorità di un COMPLETO SUPPORTO LOGISTICO e di un PIÙ AMPIO SUPPORTO FISCALE attraverso l’adozione di accorgimenti e provvedimenti e l’impiego di risorse umane e economiche che sono impossibili da gestire per il solo Comitato, il quale fa svolgere le sue manifestazioni ludiche in luoghi frequentati da migliaia di persone in contemporanea.
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POST 19

I presupposti concettuali che giustificano il COMPLETO SUPPORTO LOGISTICO sono, comprensibilmente, quelli dell’ordine pubblico e della sicurezza. Questi, però, vanno necessariamente interpretati dal Comitato e dalle varie autorità con approccio financo derogatorio rispetto alle normative vigenti, specie se si tratta degli eventi specifici e storici di ogni kermesse patronale meridionale: i Concerti Bandistici e la Pirotecnica Aerea.


Suddetto approccio si spiega, in modo logico, col ruolo centrale della kermesse patronale nella vita di ogni comunità meridionale.
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POST 19 - bis

Qualche esempio di supporto logistico può aiutare. Di circolari sindacali sulle zone pedonali nei dì di Festa non ne mancano. Ciò malgrado la presenza dei soggetti incaricati dell’ordine pubblico nel luogo di esibizione dei Concerti Bandistici deve proseguire fino all’ultima nota dell’esibizione, anche se tutto si concludesse alle tre del mattino. È esperienza del sottoscritto, invece, aver notato il dispegamento delle divise fino alla prima serata, salvo poi lasciare l’orchestra di fiati e gli spettatori in balia di assordanti motocicli e di auto che sparavano musica a palla degli sterei.

Sul versante pirotecnico non si può, in maniera comprensibile, sperare in apposite varianti al piano regolatore; almeno a stretto giro di posta. Ciò malgrado l’incolumità degli spettatori può, talvolta, essere assicurata già stabilendo dei punti di visione delle sparate a 300-400 metri (e più) dal punto di partenza deigli artifizi. Infatti vi sono frangenti in cui il problema dello spessore e dell’altezza dei mortai a crescere scompare del tutto se si procede per una tenuta a bada della folla entro prestabilite distanze.
Qualcuno può giustamente osservare che la segnalazione dell’area di sparo spetta, in primis, ai Comitati. Ma i Comitati cosa possono di fronte ad una folla al momento indisciplinata? Perché è corretto scontare future riduzioni di sparate per colpa di 10-100-1.000 imbecilli? Anche in casi simili migliori risultati può dare l’appostamento di gente in divisa… a meno che non diventi prassi fissare le sparate durante il periodo di Carnevale.

Supporto logistico nell’ambito della Pirotecnica Aerea, e/o della kermesse in toto, può significare pure l’installazione di bagni mobili. In questo caso, poi, è sempre auspicabile un’organizzazione a carico delle autorità poichè un Comitato che spende a riguardo, molto meno può spendere in termini di manifestazioni dirette alla collettività.
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POST 20

La giustificazione alla base del PIÙ AMPIO SUPPORTO FISCALE è da incentrare sullo scarso ammontare delle offerte in genere collegato ad un Comitato F.P. Esterna/sud Italia. Anche a singolo livello comunale, d’altro canto, la kermesse patronale più famosa ha di certo introiti insignificanti rispetto a quelli legati, ad esempio, ad un’imposizione sugli immobili.

Più approfondite implicazioni, tuttavia, non possono non tenere conto del soggetto pubblico col quale un Comitato tende a relazionarsi.

In materia di marche da bollo per i permessi di pubblica sicurezza, ad esempio, lo sforzo finanziario da parte di un Comitato è più che sostenibile.

Il problema, invece, potrebbe divenire significativo per quelle località meridionali in cui l’ente Comune pretende il pagamento di alti tributi legati all’occupazione del suolo e a quant’altro di equivalente. In casi simili, perciò, è quanto mai auspicabile che un Comitato ottenga (o mantenga) l’esenzione dal prelievo, facendo leva sia sulla generalissima apertura all’intera collettività delle varie manifestazioni sia sul fatto che più si paga di tassa e meno si offre alla stessa collettività in termini di programmazione festaiola.

Discorso, purtroppo, molto complicato da affrontare resta quello relativo a tassazioni più generiche come l’IVA. A riguardo un ostacolo rilevantissimo sembra essere l’effimera esistenza dei Comitati Feste (in genere qualche mese) poichè impedisce, ad esempio, ogni ricerca di singoli accordi cogli enti statali di turno volti all’abbassamento dei prelievi in percentuale.
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POST 21

Arrivati a questo punto, però, urge qualche importante chiarimento. In effetti un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia che rifiuta i diretti contributi in moneta degli enti pubblici ma che ne accetta, invece, il supporto logistico-fiscale può sembrare alquanto contraddittorio nel suo atteggiamento.

In primo luogo si può infatti osservare che pure il supporto logistico comporta una spesa pubblica, maggiore o minore a seconda dei casi, riguardante solo l’eventuale straordinario della polizia municipale o financo l’installazione di bagni mobili.

In secondo luogo si può poi osservare che il supporto fiscale comporta un danno per l’indistinta cittadinanza in termini di mancate entrate finanziarie.

Ciò malgrado le tre fattispecie di fatto considerate in questo topic consentono un discernimento concettuale e pratico alquanto evidente.

  • L’erogazione diretta di moneta da parte delle Istituzioni vede i Comitati spendere la relativa somma, punto.

  • Il completo supporto logistico, invece, riguarda l’offerta di taluni servizi pubblici (come quelli poc’anzi accennati) di certo non gestibili con sufficiente facilità da un gruppo privato di persone come un Comitato Festa Patronale Meridionale.
    Che poi l’esecuzione di questi servizi comporti delle spese per le Istituzioni (più o meno) locali è abbastanza inevitabile.
  • Il più ampio supporto fiscale e l’eventuale affermazione, specie a livello comunale, di una soluzione esentasse, infine, trovano giustificazione in una sorta di logica compensativa nel rapporto fra Comitato e ente pubblico, col primo che DEVE rifiutare il diretto denaro statale e il secondo che SCEGLIE di rinunciare alla riscossione del prelievo.


Quello che conta, insomma, è che un Comitato deve spendere moneta solo in base ai vari ricavati delle proprie questue, mentre la Pubblica Istituzione gioca un ruolo, non meno secondario, di supporto logistico e fiscale.

Trattasi, in buona sostanza, di un legame tra le parti basato su premesse alquanto facili da memorizzare e tendente ad evitare delle ipotesi di reciproca invasione di campo.
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POST 22

In buona sostanza l’ottenimento (o mantenimento) del supporto logistico-fiscale deve essere ricercato dai Comitati Feste in virtù, anzitutto, della massima valorizzazione dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea e in virtù, inoltre, della più generale valorizzazione festaiola.

Ciò può eventualmente implicare la necessità di ungere le ruote del carro del rappresentante eletto e/o dell’uomo in divisa attraverso modi desumibili, comunque, dall’esperienza concreta.

In termini di unzione tramite regalie e simili, tuttavia, è altrettanto opportuno che un Comitato eviti, alla lunga, eccessive pretese a proprio carico, facendo perfino presente (in casi estremi) che più si spende a riguardo e meno si investe per le manifestazioni dirette alla collettività.

Nello specifico caso dell’autorità eletta, poi, è assai probabile che un Comitato debba concedere occasionali momenti di visibilità (ad esempio col discorso di circostanza fatto durante l’omaggio ai caduti in guerra). Ciò malgrado è fondamentale non mettere mai a repentaglio la sostanziale apoliticità e apartiticità dell’esperienza festaiola.

A quest'ultimo riguardo, poi, va sottolineata la necessità di tenere lontano da ogni carica festaiola, perfino onoraria, la succitata autorità.

In circostanze estreme è financo doveroso ricordare all’autorità eletta che non esiste potente senza sottoposto e che pure a quest’ultimo, rappresentato in sede festaiola proprio dal Comitato, vanno garantiti momenti di gioia e perfino di sfogo liberatorio dai gangli oppressivi di alcuni momenti della vita quotidiana.
Ultima modifica di Raffaele2012 il martedì 19 marzo 2013, 17:23, modificato 1 volta in totale.
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POST 23 – CONCLUSIONI

Dal POST 3 al POST 12 sono state considerate le ragioni per cui un Comitato DEVE necessariamente dire di << NO >> alla moneta erogata direttamente dagli organi pubblici. Tali ragioni, va precisato, non costituiscono l’ennesimo esercizio di stile da parte del sottoscritto, ma vogliono piuttosto evidenziare l’illogicità della ricerca a tutti i costi di aggiuntive entrate da parte del medesimo ente organizzatore di F.P. Esterna/sud Italia.

In parole povere. Neppure la devozione più nobile può alla lunga assecondare logiche arraffatutto da parte dei Comitati. Servono invece un approccio mentale e un agire pratico strettamente concatenati fra loro sulla base di considerazioni volte a fare dell’ente organizzatore un’identità a sé stante, perfettamente separata da quella di ogni suo associato, ma in grado perfino di arricchire il profilo esistenziale quotidiano di ciascuno di essi e dell’intera comunità di turno.

Anche il NO al denaro pubblico elargito direttamente e il SÌ a più efficaci forme di supporto logistico-fiscale rientrano in questa logica. Chi organizza la Festa Patronale “Esterna”, infatti, non deve trasmettere l’immagine di un’attività di accattonaggio a tutti i costi, ma dialogare con ogni autorità statale (da quella eletta a quella in divisa) nella piena (o almeno crescente) consapevolezza della propria specifica dimensione culturale, artistica e artigianale.

Ovviamente un Comitato dovrebbe cercare pure di effettuare un repulisti interno circa le situazioni di conflitto di interessi, di diretto profitto commerciale e di visibilità politica per meglio aumentare la propria credibilità agli occhi dei vari interlocutori istituzionali e di pubblica sicurezza.
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Messaggio da Raffaele2012 »

Ho terminato. Ci tengo infine a sottolineare che il titolo di questo topic non deve ingannare. Malgrado la sostanziale inutilità del diretto versamento di denaro pubblico a favore dei Comitati F.P. Esterne/sud Italia, infatti, è auspicio del sottoscritto qualsiasi forma di interazione con altri utenti eventualmente interessati all’argomento.

Nell’attesa di ciò non mi resta che ringraziare in anticipo sia questo sito per la possibilità concessami di intervenire costantemente sia gli eventuali lettori.

Gli spezzettamenti (-bis, -ter) qua e là effettuati sono testimoni del mio tentativo di scrivere nella maniera più concisa possibile. Faccio comunque, e umilmente, presente il frequente uso di spazi vuoti per non appesantire eccessivamente l’occhio lettore.

In ultimo ribadisco che sono pronto fin da ora a scusarmi per l’uso di qualche parola ritenuta licenziosa, ma che rimango altrettanto pronto a difendere a spada tratta il contenuto dei vari post.
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