Comitati Feste del Sud Italia e SPONSOR PRIVATI? Non sempre!

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Comitati Feste del Sud Italia e SPONSOR PRIVATI? Non sempre!

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Post Introduttivo

Salve a tutti. Con questo topic è intenzione del sottoscritto avviare un breve ciclo di 3 riflessioni concernenti alcune tipologie di introito in genere disponibili per ogni Comitato di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Quadrupla precisazione sull’espressione di sopra che resterà valida per tutto il ciclo di riflessioni.

In primo luogo per “Comitato” s’intende l’associazione (più o meno occasionale) privata di persone che, separata formalmente e fattivamente da ogni espressione istituzionale religiosa e civile, realizza una kermesse patronale.
Sono assimilati a questa definizione anche quei Comitati “parziali” che, nella fase di allestimento e nei giorni di Festa, convivono con il Comitato “centrale” e che in genere curano solo uno o alcuni aspetti (Fuochi Pirotecnici, ad esempio): “Comitati rionali”, “Partiti”, “Associazioni”, e simili, secondo l’espressione adottata nella specifica località.

In secondo luogo per “Patrono” s’intende ogni devozione con o senza la relativa “qualifica canonica”.

In terzo luogo va sottolineato che l’uso dell’aggettivo “Esterna” vuole rimandare unicamente al ramo ludico di suddette kermesse non volendo l’inclusione del settore liturgico per il solo rispetto delle sensibilità religiosa altrui.

In quarto luogo per “sud Italia” s’intende l’area comprendente le regioni di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e, grosso modo, le province laziali di Frosinone e Latina. Una parte dello Stivale contraddistinta, insomma, da un percorso storico plurisecolare (medievale, moderno e contemporaneo) condiviso per parti assai ampie.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 28 febbraio 2013, 18:11, modificato 1 volta in totale.
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POST 1 – GLI “SPONSOR PRIVATI”

Oggetto di riflessione di questo topic è il ricorso agli “sponsor privati” effettuato in genere dagli enti organizzatori di ogni Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Scopo, poi, è quello di dimostrare un’incompatibilità per tipologia di codesto ricorso quando si crea una situazione di contrasto colla valorizzazione artistico-artigianale dei Concerti Bandistici, della Pirotecnica Aerea e dell’intera programmazione festaiola.


È possibile definire lo “sponsor privato” come l’attività concernente la produzione e la vendita di beni e servizi alla collettività che riguarda:
  • ogni attività economica;
  • ogni attività economica tendente allo speculativo;
  • ogni attività anti-economica.
NB. Ogni suggerimento sulla definizione di «economia», essendo di natura generale e non prettamente festaiola, verrà fornita dal sottoscritto solo in caso di eventuale richiesta da parte di qualsiasi utente.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)

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POST 2 – ASPIRAZIONE GENERICA DI ABBELLIMENTO E PIU’ REALE NECESSITA’ DI APPROCCIO A TUTELA DEI CONCERTI BANDISTICI, DELLA PIROTECNICA AEREA E QUINDI DI TUTTA LA KERMESSE PATRONALE.

La giustificazione che un Comitato Feste Patronale Esterna del sud Italia fornisce in genere per il ricorso allo sponsor privato è quella di rimpinguare il fondo cassa più o meno asfittico. Si può quindi individuare, al netto delle dinamiche interne di un Comitato, un desiderio di rendere ancora più grandiosa la medesima kermesse.

Eppure il succitato desiderio non rende altrettanto opportuno il ricorso a tutte le indistinte categorie di sponsor privato.

È assolutamente necessario, infatti, che l’ente preposto non tramuti se stesso in gruppo arraffatutto poiché si pecca gravemente sia nell’approccio mentale e pratico volto alla massimizzazione artistico-artigianale degli eventi specifici quali i Concerti Bandistici e la Pirotecnica Aerea, sia nella valorizzazione complessiva di ogni kermesse patronale meridionale.

Inoltre verrebbe a mancare una decisiva coerenza comportamentale da parte dei committenti.

Per qunto possa sembrare in apparenza strano, allora, ogni ente preposto alla realizzazione di una F.P. Esterna/sud Italia ha il necessario DOVERE di non cercare e perfino di rifiutare l’apporto di talune categorie di sponsor privati.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 28 febbraio 2013, 20:07, modificato 1 volta in totale.
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POST 3 – CENNI SULLO SVILUPPO DELLA RIFLESSIONE IN OGGETTO

Gli interventi a seguire sono divisibili in quattro distinte parti.

Nella prima parte (post dal 4 al 12.1) si procede coll’esposizione delle tipologie di sponsor privati incompatibili con ogni F.P. Esterna/sud Italia. Da precisare che tale elenco tiene conto delle situazioni socio-produttivo-ambientali tipiche un po’ di tutto il Meridione e non solo di una percentuale tendenzialmente ristretta di località.

Nella seconda parte (post dal 13 al 17) sono forniti chiarimenti fondamentali atti a dimostrare ancora una volta l’assoluta imparzialità delle esclusioni da farsi per taluni tipi di sponsor privati.

Nella terza parte (post dal 18 al 19.3) sono forniti elementi atti a spiegare la permanenza della scelta indifferenziata degli sponsor privati da parte dei Comitati e riconducibili a dinamiche interne di quest’ultimi.

Nella quarta parte (post 20 e 21) seguono interventi aggiuntivi e conclusivi rispetto alla trattazione in oggetto.

Da notare come le riflessioni a seguire siano fatte nell’ottica dell’ente organizzatore. Ciò malgrado non mancheranno passaggi più adiacenti al punto di vista del popolo e di quegli sponsor non incompatibili (il cui profilo è accennato in termini residuali nel POST 16).

Buona, serena e gioiosa lettura. A riguardo un solo umile consiglio, specie per gli utenti stanchi di una lunga giornata di lavoro: proseguire un po’ alla volta e sempre col sorriso sulle labbra.
Ultima modifica di Raffaele2012 il venerdì 15 marzo 2013, 16:31, modificato 2 volte in totale.
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PRIMA PARTE – LE SPONSORIZZAZIONI PRIVATE INCOMPATIBILI

POST 4 – SPONSOR PRIVATI EDILI? NO, GRAZIE!

Per sponsor privato edile è possibile intendere ogni ditta riconducibile, in via prevalente o esclusiva, alle costruzioni civili (case, negozi, uffici, strutture ricettive di ogni tipo), industriali e infrastrutturali.

Di seguito, a scanso di equivoci, l’elenco del tipo di ditte edili a cui è assolutamente opportuno che un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia NON si rivolga mai.

In primo luogo sono da escludere quelle ditte, dotate di conduzione familiare e non, riconducibili in senso stretto a:
  • costruzioni di appartamenti, uffici, negozi, strutture ricettive di ogni tipo; costruzioni di case e capannoni prefabbricati; costruzione di fabbricati ad uso industriale.
In secondo luogo sono da escludere quelle ditte, dotate di conduzione familiare e non, collegate al ramo più propriamente infrastrutturale:
  • costruzioni di strade, ponti e simili, gallerie, sovrapassaggi e sottopassaggi, binari e stazioni ferroviarie e metropolitane, aeroporti;
  • costruzioni delle cd. infrastrutture di servizi (ad esempio i parcheggi multilivello, le aree mercato, gli impianti sportivi);
  • costruzioni delle cd. infrastrutture di supporto sia civili sia industriali: impianti di illluminazione viaria, acquedotti e condotto fognario, rete gas metano, opere “a verde” (parchi giochi e simili), cd. arredamento urbano (esempio: panchine su marciapiedi).
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POST 4.1 – SPONSOR PRIVATI EDILI? NO, GRAZIE! (segue da sopra)

In terzo luogo sono da escludere quelle ditte, dotate di conduzione familiare e non, collegate ad alcuni specifici momenti della vita edile:
  • sondaggio e trivellazione; escavazione e movimento terra; calcestruzzo; cementificio;
  • produzione e vendita di marmi, sabbie, pietre, gesso, mattoni, e simili;
  • produzione e vendita di strutture ed elementi in legno, ferro, acciaio, alluminio e simili (come, ad esempio, travi, cancelli, porte blindate);
  • punti vendita di mezzi e attrezzi esclusivamente tipici del comparto edile (dai camion–betoniere fino alle vernici e ai parati);
  • specializzazione, in via prevalente o esclusiva, di trasporto di ogni tipo di materiale edile.
In quarto luogo sono da escludere quelle ditte, dotate di conduzione familiare e non, riconducibili alla singola utenza (casa, singolo ufficio e negozio, fabbrica, struttura ricettiva) e riguardanti i soli punti vendita e l’impiantistica di:
  • materiale elettrico e idraulico (inclusi gruppi elettrogeni, pannelli solari e botti d’acqua);riscaldamento e refrigerazione (esempio: camini, stufe); pavimentazione e simili; arredamento legno/ferro/vetro/ceramica (dai mobili ai sanitari);
  • specializzazione, in via prevalente o esclusiva, in traslochi.
In ultimo luogo sono assolutamente da escludere quelle sponsorizzazioni “edili” riconducibili al ramo delle professioni quali:
  • gli studi di architetto, gli studi di geometra, gli studi di ingegneria dei trasporti;
  • le agenzie di intermediazione nella vendita immobiliare (dalle case ai soli terreni agricoli), le agenzie finanziarie specializzate nella compravendita immobiliare in via prevalente o addirittura esclusiva.
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POST 4.2 – IL << NO >> AGLI SPONSOR PRIVATI EDILI DOVUTO ALL’EROSIONE DEGLI SPAZI A DANNO DELLA PIROTECNICA AEREA

Per comprendere a fondo la doverosa esclusione degli sponsor privati edili occorre considerare che il momento di guadagno a questi più congeniale coincide, in linea generale, non con operazioni di ristrutturazione dell’esistente bensì con il costruire ex novo all’interno di ulteriori spazi “vergini”. E ciò è dimostrato dalla quotidiana invasione edile un po’ di tutto il sud Italia: dai quartieri dormitorio, tipici di un’incomprensibile delocalizzazione popolare verso le zone premetropolitane, alle famigerate aree PIP; dagli edifici di culto, malgrado cronica crisi vocazionale, fino alle seconde case delle aree costiere.

L’erosione degli spazi territorali “vergini” tipica dell’attività edile, però, cozza inevitabilmente coll’esigenza di qualsiasi Comitato F.P. Esterna/sud Italia di procedere colla massima valorizzazione artistico-artigianale della Pirotecnica Aerea la quale, per ogni sparata di giorno e di sera, deve prevedere:
  • almeno 9 “bombe da tiro”, con altezza e larghezza confacenti all’ambizione storica di continuo miglioramento del livello dei fuochi artificiali e quindi di tutta la kermesse patronale di turno;
  • 20-30, massimo 40 “fermate”, dotate di altezza e larghezza crescenti, aventi tutte 1 solo sfondo, e inclusive di controbomba nel caso di batterie finali di sera;
  • almeno 50 “spacchi e botta” nel caso di batteria finale serale.


Ecco dimostrata, infine, pure l’esistenza di un problema di coerenza comportamentale in capo al Comitato di turno attraverso il ricorso allo sponsor privato edile. Infatti è un po’ come se una qualsiasi lega antifumo si facesse finanziare da una delle tante marche di sigarette, o come se un gruppo pacifista si facesse finanziare da un’impresa produttrice di armi e munizioni.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 3 marzo 2013, 12:34, modificato 5 volte in totale.
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POST 4.3 – IL << NO >> AGLI SPONSOR PRIVATI EDILI È A PRESCINDERE

Essendo la ragione del diniego agli sponsor edili collegata all’esigenza di massima valorizzazione artistico-artigianale della Pirotecnica Aera, è certo che il tutto non si riduce a mere e infantili beghe individuali. Ciò significa che il NO agli sponsor edili deve necessariamente valere pure per quelle località del sud Italia dove non vi è significativa traccia o dove non compare alcuna traccia di espansione edile sia a titolo speculativo sia a titolo anti-economico; ad esempio anche per quelle località inserite in un parco naturale.

Il NO a prescindere non si estingue neppure per quei processi di edificazione che momentaneamente escludono un’area di sparo, più o meno grande, più o meno tradizionale.

Anche da simili frangenti, insomma, può emergere pure un grave problema di coerenza comportamentale in capo al Comitato di turno se pervale la logica poco opportuna di arraffare tutto il possibile.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 28 febbraio 2013, 18:58, modificato 1 volta in totale.
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POST 4.4 – ESCAVAZIONE, MOVIMENTO TERRA, TRINCEE PER L’ALLESTIMENTO DI SPARATE AEREE

Nel POST 4.1 si è stabilita l’incompatibità di sponsorizzazione anche per quelle ditte specializzate nell’escavazione e nel movimento terra la cui utilità può invece rivelarsi decisiva per un Comitato Festa nel caso di creazione di trincee o di postazioni di riparo durante l’allestimento di sparate aeree.

Permanendo tale incompatibilità si tratta allora di procedere per un ingaggio a pagamento della ditta oppure di favorire un contribuito gratuito nel caso di gestione della medesima da parte di un componente del Comitato oppure di iniziare un’attività di allestimento “a mano” da parte dei componenti dell’ente organizzatore grazie all’uso di vanga e zappa e con, più o meno, il supporto di mezzi meccanici come il rimorchio.

Il presente topic è imperniato sugli sponsor. Ciò malgrado rimane altrettanto vero che quest’ultimi possono essere benissimo presieduti da compaesani non iscritti al Comitato che, in frangenti come questo, avrebbero una sorta di dovere civico nel prestare gratuitamente la propria opera, specie se limitata a poco tempo.
D’altro canto, se si è devoti, se si è affezionati alla Festa, se si è consapevoli dell’importanza delle occasioni di riconoscimento dell’identità comunitaria, mai risulterebbe d’impiccio un contributo volontario per tutte le volte che serve (1,2,3 volte e più) e senza che si tratti costantemente di un versamento in moneta.
Ovviamente la realizzazione di suddetto auspicio tende a complicarsi ulteriormente se in sede di Comitato emergono forme di conflitto di interesse e talaltre finalità extrafestaiole che sono motivo di grave perplessità fra la gente (e che qui saranno considerate nei POST 19, 19.1, 19.2, 19.3).

Da precisare, infine, che le considerazioni di questo topic sono perfettamente estendibili a quei frangenti in cui un Comitato può aver bisogno invece di sacchi di vario contenuto a fini di sicurezza.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 28 febbraio 2013, 19:01, modificato 2 volte in totale.
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POST 5 – SPONSOR COME I NEGOZI DI GIOCHI PIRICI? NO, GRAZIE!

Fattispecie, purtroppo, in crescente diffusione. Trattasi in particolare di punti vendita al dettaglio di giochi pirici che sono in genere aperti tutto l’anno e che sono protesi ad offrire alla clientela spettacolini fai-da-te come i famigerati scatoloni (e simili).

In codesto caso il contrasto con l’esigenza di piena valorizzazione della Pirotecnica Aerea (che però si estende fino alla Pirotecnica “di Terra”) sorge dal fatto che per i giochi pirici sfugge in genere la percezione di una creazione con approccio essenzialmente artigianale e, soprattutto, di ogni resa realmente artistica.

Qualche domanda-esempio a quest’ultimo riguardo può aiutare. Cos’ha di artistico uno scatolone rispetto ad una bomba da tiro? Cos’ha di artistico uno scatolone rispetto ad una batteria di terra napoletana? Nulla, nulla e poi nulla!

Il rifiuto a questa sponsorizzazione risulta quindi importante per ogni Comitato, ente di specifica promozione artistico-artigianale che giammai deve tramutarsi in gruppo arraffatutto peccando pure in termini di coerenza comportamentale.

In definitiva è assolutamente opportuno che un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia NON si rivolga mai ai punti di vendita al dettaglio di giochi pirici a fini di sponsorizzazione. Anche se trattasi di attività gestite da veri e propri fuochini-produttori e non da semplici venditori.
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POST 6 – SPONSOR COME I CENTRI COMMERCIALI E I CINEMA MULTISALA? NO, GRAZIE!

Fino a questo punto si è circoscritto il doveroso diniego dei Comitati F.P. Esterne/sud Italia a talune ipotesi di sponsorizzazione a causa dell’irrinunciabile valorizzazione della Pirotecnica Aerea (e della Pirotecnica “di Terra”) nell’ambito del tipo di kermesse qui intesa. Tuttavia l’azione di valorizzazione artistico-artigianale tende, in altri casi, a considerare l’intera programmazione ludica, a cominciare da un altro elemento imprescindibile come i Concerti Bandistici.

Il riferimento è adesso per i centri commerciali e i cinema multisala ai quali è assolutamente opportuno che un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia NON si rivolga mai.

I centri commerciali sono complessi edilizi omogenei estesi su superfici assai vaste in cui si concentrano numerosissimi punti di vendita al dettaglio contraddistinti per l’offerta di numerosi beni e serivizi (dall’alimentare al prelievo di contante) e di punti di ristorazione (bar, ristoranti, eccetera). In genere essi restano aperti al pubblico per più di trecento giorni l’anno e per almeno una decina di ore alla volta. Tendono inoltre a dotarsi con facilità di iniziative di richiamo (arrivo vips, sfilate di vario tipo, financo mostre acquatiche) le quali possono facilmente provocare un allungamento della fase di apertura fino ad ore della sera piuttosto avanzate.
A codesta categoria si possono associare i cd. parchi commerciali, ossia un'aggregazione di negozi di medie-grandi dimensioni (ipermercati, mercatoni, mobilifici, casalinghi, outlet, grandi magazzini, centri bricolage, eccetera) dotati ciascuno di entrata indipendente.

Un cinema multisala è, invece, un luogo di riproduzione cinematografica provvisto di numerose sale di proiezione e quindi della possibilità di trasmettere più film in contemporanea. Tuttavia la frequente presenza al loro interno di punti di vendita al dettaglio e di ristorazione li rende sostanzialmente non dissimili ai centri e ai parchi commerciali.

N.B. Si precisa, a maggiore garanzia dell’imparzialità delle considerazioni del sottoscritto, che le definizioni delle attività indicate in questo post traggono spunto dalle relative pagine Wikipedia.
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POST 6.1 – IL << NO >> AGLI SPONSOR COME I CENTRI COMMERCIALI E I CINEMA MULTISALA DOVUTO PROPRIO ALLA LORO CAPACITA’ DI RICHIAMO COLLETTIVO

Esperienza insegna, molta facilimente, che attività come i centri commerciali (e simili) e i cinema multisala “incrociano” i Comitati di turno solo all’inizio della loro attività, nell’ambito di una più vasta e capillare strategia promozionale la quale porta a farsi notare pure in occasioni di rilievo assoluto per la vita di una qualsiasi comunità come le Feste Patronali Esterne/sud Italia.

Una volta avviata l’attività, però, le occasioni di “contatto” possono scemare progressivamente quando lo scopo di attrarre migliaia e migliaia di persone per molte e molte ore al giorno (e spessissimo fino a sera inoltrata) viene centrato.

Al di là del numero di “occasioni di contatto”, comunque, i centri commerciali (e simili) e i cinema multisala restano dei “mondi a parte” totalmente avulsi dall’ambiente in cui sorgono. Nell’ambito delle F.P. Esterne/sud Italia, tutto ciò può favorire in primo luogo un vistoso danno di valorizzazione artistico-artigianale complessiva per i Comitati che si verifica quando le piazze e le strade del comune X sono sì in gala, ma restano nel contempo poco frequentate per lunghe e lunghe ore a causa del centro commerciale o del cinema multisala presente proprio nella stessa località X. E allora a che pro l’organizzazione degli eventi mattutini? e di quelli pomeridiani? e di quelli perfino serali? Si dovrebbe allora “fare Festa Patronale” solo dalle 21 di sera in poi? oppure attendere la settimana di ferie agostana?
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POST 6.2 – IL << NO >> AGLI SPONSOR COME I CENTRI COMMERCIALI E I CINEMA MULTISALA DOVUTO PROPRIO ALLA LORO CAPACITA’ DI RICHIAMO COLLETTIVO (segue da sopra)

Succitata prospettiva deve spingere un Comitato Festa a considerare poi lo specifico danno per il popolo, il quale viene ostacolato nell’allargamento delle proprie esperienze emozionali e cognitive grazie all’impossibilità sostanziale di visionare e di ascoltare, in primis, eventi specifici e non quotidiani come la Pirotecnica Aerea e i Concerti Bandistici. D’altro canto la scelta meramente istintiva della folla nel gestire il proprio tempo libero non tende a favorire gli strumenti a fiato né, molto spesso, i mortai.

A margine dello scenario qui prospettato va altresì sottolineato che la mancanza di gente in paese può riverberarsi ai danni di quegli sponsor locali (come i bar della piazza o il piccolo negozio di abbigliamento lungo il corso principale) i quali invece tendono a non tirarsi indietro, malgrado il diffusissimo assillo di “tasse ufficiali” e di “tasse ufficiose” capaci di ridurre al lumicino gli utili.
Anche una simile considerazione dovrebbe spingere i Comitati Feste a chiedersi se davvero valga la pena fare la figura degli arraffatutto.
Ultima modifica di Raffaele2012 il domenica 3 marzo 2013, 12:40, modificato 2 volte in totale.
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POST 6.3 – IL << NO >> AGLI SPONSOR COME I CENTRI COMMERCIALI E I CINEMA MULTISALA È PURE IL << NO >> AI SINGOLI PUNTI VENDITA SITI IN ESSI

Per la proprietà transitiva, un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve necessariamente estendere il proprio NO anche a quelle ipotesi di sponsorizzazione legate ai singoli punti vendita siti nei centri commerciali (e simili) e nei cinema multisala (es. negozio di scarpe all’interno di un centro commerciale).

I singoli punti vendita, infatti, non sono concettualmente né praticamente scindibili dal loro tutto di appartenenza poiché ne ricalcano appieno una logica di richiamo che danneggia la valorizzazione artistico-artigianale complessiva messa in atto proprio dai Comitati a favore della comunità locale di turno e la posssibilità per quest’ultima di allargare le esperienze cognitive tramite, in primis, eventi specifici e non quotidiani come la Pirotecnica Aerea e i Concerti Bandistici.

Vale anche in questi frangenti la considerazione di buon senso già vista nel post di sopra in merito agli sponsor siti in paese.

Meglio non peccare pure di mancata coerenza neppure stavolta.
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POST 7 - SPONSOR COME LE STRUTTURE DI DIVERTIMENTI “MISTI”? CRITERIO DI STAGIONALITÀ!

Per struttura di divertimenti “misti” è possibile intendere quella singola attività dotata però di intrattenimenti molteplici (ad esempio: giostre, bar, ristorante, sale da ballo, campetti sportivi) e situata nell’entroterra o nei pressi del mare.
All’interno di essa gente autoctona e turisti hanno la possibilità di trascorrere delle intere giornate o perfino delle intere settimane senza prevalenti ragioni di contatto col mondo esterno.

A scanso di equivoci, sono fatte rientrare in questa categoria solo le seguenti iniziative:
  • la polistruttura di paese, della cittadina;
  • il parco divertimenti (meccanico, tematico, acquatico, didattico, faunistico);
  • l’agriturismo, se dotato di servizi di intrattenimento quotidiano di tipo ricreativo, culturale, didattico, sportivo, escursionistico (trekking, mountain bike, cd. equiturismo);
  • lo stabilimento balneare;
  • i villaggi turistici.
In buona sostanza trattasi di attività che seguono uno schema di richiamo collettivo non dissimile a quello dei centri commerciali e dei cinema multisala. A differenza di quest’ultimi, però, esse tendono ad essere aperti solo per alcuni specifici periodi dell’anno e ciò rende possibile l’applicazione di un criterio di inclusione/esclusione in relazione al periodo di svolgimento della F.P. Esterna di turno.

Se la kermesse patronale ha luogo nel periodo di apertura della struttura di divertimenti “misti”, diviene quanto mai necessario il rifiuto alla sponsorizzazione, secondo ragioni già intraviste nei POST 6.1 e 6.2.

Se la kermesse patronale ha luogo in un periodo dell’anno in cui la struttura di divertimenti “misti” è chiusa o è solo parzialmente aperta, allora si ritiene possibile un’ipotesi di sponsorizzazione, non sussistendo le motivazioni esposte nel POST 6.1 e 6.2.

In casi come quello quello considerato in questo messaggio, insomma, si ritiene quanto mai necessaria l’applicazione di una sorta di criterio di stagionalità.
Ultima modifica di Raffaele2012 il giovedì 28 febbraio 2013, 20:18, modificato 2 volte in totale.
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