DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

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Carlo
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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da Carlo »

stefano ha scritto:
Raffaele2012 ha scritto:
Il volume del cilindro si calcola colla seguente formula:

π r2 h

dove la lettera greca π (cioè pi) rimane ovviamente uguale a 3,14.

La formula, insomma, si legge così: 3,14 moltiplicato la misura del raggio elevata al quadrato moltiplicata l'altezza del cilindro.
Sembra di essere ritornati ai tempi del Liceo... :???: :???: :???:
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Raffaele2012
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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da Raffaele2012 »

stefano ha scritto:
Raffaele2012 ha scritto:POST 1.2

SFERA

Immagine

Da notare che il raggio della sfera corrisponde alla linea nera sopra cui è scritto "raggio".
Il doppio del raggio, poi, costituisce il diametro; in termini grafici basta immaginare la linea nera che si prolunga verso il lato opposto.
In maniera "tragicamente" impropria, ma comunque efficace per dare un minimo di idea ai lettori, si può sostenere che il diametro della sfera è, in buona sostanza, pure la sua altezza. Somigliando essa ad un palla, infatti, non può che risultare così.

Il volume della sfera si calcola colla seguente formula:

4 π r3 / 3

dove è risaputo che la lettera greca π (cioè pi) corrisponde al numero 3,14.

La formula, insomma, si legge così: 4 moltiplicato 3,14 moltiplicato la misura del raggio elevata al cubo; e tutto diviso per 3 .


CILINDRO

Immagine

La lettera r che s'intravede in basso (cioè alla base) indica il raggio del cilindro. Estendendolo fino al lato opposto il raggio diviene diametro (che poi è sempre il doppio del raggio).

Ai fini pratici, il diametro può essere desunto con un "immaginario collegamento orizzontale" fra due punti qualsiasi siti "su due lati esattamente opposti" del "tronco" del cilindro.
I due punti, però, devono trovarsi alla medesima altezza (cioè distanza) dalla base.

H indica l'altezza del cilindro: essa può misurare quanto il diametro della base oppure no, ma, in codesto caso, trattasi comunque di due concetti fattivamente distinti e separati.

Il volume del cilindro si calcola colla seguente formula:

π r2 h

dove la lettera greca π (cioè pi) rimane ovviamente uguale a 3,14.

La formula, insomma, si legge così: 3,14 moltiplicato la misura del raggio elevata al quadrato moltiplicata l'altezza del cilindro.
Sembra di essere ritornati ai tempi del Liceo... :???: :???: :???:
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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da Raffaele2012 »

Carlo ha scritto:
Occhio che finita la lezione Raffaele interroga...
Oh cielo, no! :D :D :D
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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da Carlo »

Ma alle bombe acquatiche si applica il principio di archimede?
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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da sparatore »

Carlo ha scritto:Ma alle bombe acquatiche si applica il principio di archimede?
Si, si applica il principio di Archimede, i materiali con i quali viene realizzata una bomba acquatica hanno tutti un peso specifico inferiore od uguale a quello dell'acqua e anche nel caso che il peso specifico di qualche componente sia superiore a quello dell'acqua, il tutto viene equilibrato dagli spazi presenti all'interno della bomba, come nel caso di una nave costruita in acciaio, con peso specifico superiore all'acqua e quindi materiale che dovrebbe affondare, gli spazi presenti nella nave che formano volume, fanno sì che questa galleggi.
Il volume della bomba sposta lo stesso volume d'acqua, se appoggiassimo la bomba sull'acqua, questa rimarrebbe a galla, tenuto conto che la bomba cade sull'acqua, e questo incide come moltiplicatore, inizialmente viene spinta verso il basso, una volta immersa la pressione esplica una forza verso l'alto che sarà tanto più forte quando più la bomba affonda. Il segreto è calcolare quanto più possibile la lunghezza e durata della cordamiccia, che deve esaurirsi quando la bomba spinta dalla pressione dell'acqua emerge sul pelo dell'acqua, dando fuoco agli elementi.
Questo è grosso modo il concetto.
Saluti

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Re: DISO (LE) - SS. Filippo e Giacomo 2013 - I VIDEO

Messaggio da Raffaele2012 »

Sempre sulla scia di quanto visto nelle sparate disine 2013, è possibile aggiungere un’altra riflessione in riferimento alla generalità delle sparate aeree.

Essa ruota attorno a questa osservazione: nelle sparate aeree odierne si nota un uso spesso perverso delle centraline in occasione del lancio delle bombe da tiro.

Capita con incresciosa frequenza, infatti, che una bomba da tiro salga in aria mentre fumo e pezzi di carta di quella precedente sono presenti ancora in modo abbondante.

Ebbene tale situazione alimenta, purtroppo, l'equivoco concetto della sparata aerea come mero show - dove lo scopo è solo quello di intasare caoticamente occhi e orecchie dello spettatore - e contribuisce così al passaggio dall'Era Pirotecnica all'Era Post Pirotecnica.

Diventa necessario, allora, sottolineare che ogni serie di bombe da tiro equivale un pò ad una partita di calcio la quale, come noto, è dotata di un tempo nominale di gioco e di un tempo effettivo di gioco.

Giusto spiegare.

Nel calcio il tempo nominale di gioco è di 90 minuti (+ recupero), mentre il tempo effettivo (cioè quello legato allo specifico svolgimento delle azioni) molto difficilmente oltrepassa i 60.

Anche per il lancio di bombe da tiro vale tale suddivisione. In particolare il “tempo nominale” è determinato dalla “somma cronologica dei vari lanci e delle varie pause fra quest’ultimi”.

La pausa fra il lancio di ogni bomba da tiro permette il commento degli appassionati e costituisce, in senso ampio, il momento della vera goliardia per le persone convenute che, altrimenti, non scorgerebbero alcuna differenza col comizio del politicante in piazza dove si va, si vede, si sente, si tace e si torna a casa senza aver neanche nulla di divertente o di bizzarro da ricordare.

Specie le gare pirotecniche delle F. P. Esterne/sud Italia (vere o presunte che siano), poi, restano ancora oggi (seppure con una frequenza minore rispetto al passato), occasione di vendita per gli ambulanti che, ovviamente, sperano in uno svolgimento "nominale" dei fuochi quanto più lungo possibile.

Salvo casi di maltempo, insomma, si ritiene che committenti ed esecutori debbano più opportunamente convenire per un lancio di ciascuna bomba da tiro ad intervalli di tempo di almeno 3 - 4 - 5 minuti.

Non va dimenticato, infine, che le centraline GIAMMAI nascono per trasformare il lancio di bombe da tiro in una fastidiosa pratica da sbrigare, bensì per allontanare (in primis e molto saggiamente) i fuochini dal punto di accensione dei mortai.

Più importanza per le bombe da tiro! D’altronde in Italia, specie nel contesto meridionale delle Feste Patronali Esterne, esse rappresentano da sole il 50% del livello artistico-artigianale di qualsiasi sparata aerea.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)


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