DISO (LE). Santi Filippo e Giacomo 1991

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Raffaele2012
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DISO (LE). Santi Filippo e Giacomo 1991

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POST 1/2

I video di Diso 1991 pubblicati da Pirovagando erano in realtà già stati condivisi on line anni addietro da un altro sito (disonline.it). Tuttavia siffatta condivisione recava con sé un evidente difetto: l'audio e le immagini procedevano in modo sfalsato. Ecco perché gli elogi da indirizzare a Pirovagando devono essere stavolta doppi: e per aver ripubblicato i filmati e per aver posto rimedio all'appena accennato difetto.
Si approfitta dell'occasione per ringraziare altresí l'autore delle riprese filmate, il quale (va evidenziato) fu presumibilmente sfortunato giacché si ritrovò a operare frontalmente al sole, implicazione che purtroppo ancora oggi, nonostante l'intervento riparatore di Pirovagando, rende difficoltosa una visualizzazione di tutti i dettagli delle varie performance aeree.

Passando al merito delle immagini filmate, in primo luogo, in relazione a ciascuna esibizione, si desidera effettuare una breve rassegna di quanto fu lanciato nel 1991 fra bombe da tiro e fermate della batteria finale.
È premessa soltanto un'impressione dello scrivente, per il quale, in verità, le bombe da tiro lanciate furono cinque, anziché quattro, per ogni partecipante; sensazione che pare diventare evidente osservando ad esempio l'esibizione del sig. G. Scudo.
A margine, si rammenta che i fuochini risultano elencati in ordine crescente (dal quinto al primo) sulla base della classifica stilata all'epoca dalla giuria.


DI MATTEO

I) 5 pigliate (3 + 2), 2 sfondi (in particolare, colpi scuri-intreccio-colpi scuri nel primo sfondo). La granata appare sí scandita in ogni suo passaggio (apertura della seconda pacca; fra le cinque pigliate), ma non si distingue per avere una dimensione ambiziosa; sotto quest'ultimo aspetto risulta piú piccola, ad esempio, della 5 riprese (IV lancio filmato) di G. Scudo.

II) 16 botti e 3 riprese, 3 sfondi. I botti deflagrano in maniera distinta e tutti gli sfondi aprono dopo la fine di tutte le guarnizioni di quello precedente.
Anche in questo caso, tuttavia, l'artificio appare privo di un dimensionamento ambizioso, come ad esempio testimoniano le 3 riprese scese tutte raccogliticce, "a grappolo".

III) 10 riprese (4 + 3 + 3), 3 sfondi. Il secondo e il terzo sfondo si succedono in maniera distinta rispetto all'ultima ripresa dello sfondo precedente. Anche le riprese bruciano parimenti all'istessa maniera, senza accavallamenti alcuni o scoppi comunque fuori tempo. Permane tuttavia la poca consistenza dimensionale della granata, visto che ogni ripresa dà l'impressione di non essere significativamente carica di colpetti.

IV) 4 riprese, 2 sfondi (stucchi e colpi scuri due volte). Lancio riuscito, ma che però non dà l'impressione di essere particolarmente elaborato.

Finale) 3 serie di n. 5 fermate l'una (4 botti e 1 ripresa; 8 botti; 3 riprese) + n. 2 fermate (4 botti e 1 ripresa x 2 sfondi) + n. 3 fermate (6 riprese, 2 sfondi) + n. 4 fermate (4 riprese, 1 sfondo, a colpi piú grossi) + n. 4 fermate (1 ripresa a colpi scuri). Totale delle fermate: n. 28.

In relazione alla batteria finale, si segnala come gli ultimi due gruppi di fermate, che dovrebbero rappresentare la parte culminate di questa sezione dell'intero sparo, non si distinguono particolarmente per la consistenza dimensionale.



IANNOTTA

I) 6 riprese, 2 sfondi (colpetti, colpetti, colpi scuri x 2 sfondi). Il secondo sfondo apre in maniera distinta rispetto all'ultima ripresa della pacca precedente. Le sei riprese si succedono in modo scandito. L'intera granata appare di una certa consistenza dimensionale, come prova la deflagrazione in ampiezza di entrambi gli sfondi.

II) 8 botti e 6 riprese, 3 sfondi. Botti e riprese deflagrano in modo distinto. Il terzo sfondo, viceversa, s'apre prima dell'ultima ripresa del secondo.

III) 12 riprese, 3 sfondi. La granata appare di certo dotata di una discreta dose di colpetti per ogni ripresa. Il secondo e il terzo sfondo aprono in maniera distinta dall'ultima ripresa, rispettivamente, della prima e della seconda pacca. Le prime 8 riprese s'incendiano in modo distinto, mentre le ultime 4 tendono a difettare sotto quest'ultimo aspetto.

IV) 4 riprese, 2 sfondi (colpetti e colpi scuri, alternati). La granata appare di una certa consistenza dimensionale. L'unica negativa implicazione consiste nell'apertura anticipata del secondo sfondo la quale avviene prima che bruci l'ultima ripresa del primo.

Finale) 3 serie di n. 5 fermate l'una (8 botti; 4 botti e 2 riprese; 6 riprese) + 3 serie di stutate (n. 2 da 2 riprese, colpetti e colpi scuri + n. 2 da 3 riprese, colpetti 2 volte e colpi scuri + n. 2 da 1 ripresa, a colpi scuri). Totale delle fermate: n. 21.

In relazione alla batteria finale, si evidenzia che vi è un accavallamento delle due riprese contenute nella tipologia di fermata "4 botti e due riprese". In positivo, invece, spiccano le 3 serie di stutate che precedono la scarica perché esse tendono a risultare di una certa consistenza dimensionale, superiore, ad esempio, agli ultimi due gruppi di fermate del Di Matteo.



GIUSEPPE SCUDO

I) 5 riprese (3 + 2), 2 sfondi. La seconda pacca apre durante la deflagrazione delle riprese del primo sfondo: tuttavia ciò non pare, almeno nel caso specifico, rappresentare una negativa circostanza. Difatti la prima ripresa del secondo sfondo sembra piú seguire "logicamente" la terza ripresa della pacca precedente fino a costituire una sorta di continuum. La quinta ripresa (a colpi scuri), invece, appare un "caso a sé stante", esplodendo piú tardi e disegnando un ampio cerchio nel cielo.
Qualora la ricostruzione del sottoscritto fosse corretta, codesta granata sarebbe a suo modo un piccolo gioiello, data la sua particolare impostazione.

II) 16 botti e 2 riprese (8 botti; 1 ripresa e 4 botti x 2 volte), 3 sfondi. Le due riprese, a colpetti, s'aprono abbastanza bene in aria. Il terzo sfondo, però, s'apre prima che bruci il quarto botto della pacca precedente.

III) 7 riprese (3 + 2 + 2), 3 sfondi. Il lancio si sviluppa in maniera distinta, se si considerano soltanto le riprese. Se si attenzionano le aperture del secondo e del terzo sfondo, invece, si nota che l'ultima pacca apre in anticipo, prima che brucino tutte le guarnizioni di quella precedente.

IV) 5 riprese (3 + 2), 2 sfondi. Granata che si apre in modo ampio nell'aria. Essa risulta altresí scandita fra le varie riprese e nell'apertura della pacca successiva alla prima.

Finale) 6 serie di n. 5 fermate l'una (8 botti; 1 ripresa e 4 botti; 2 riprese; 8 botti e 3 riprese; 16 botti; 5 stutate ad 1 ripresa di colpi scuri). Totale delle fermate: n. 30.

In relazione alla batteria finale, non sfugge una certa difficoltà nella riuscita delle fermate a due sfondi: se da un lato vi è perfino la sfortuna di due artifici che salgono assieme (entrambi aventi 8 botti e 3 riprese), dall'altro lato non manca l'inopportuna presenza di botti che scoppiano in contemporanea e di un secondo sfondo che s'apre in mezzo ai botti della pacca precedente (qui s'allude alle granate recanti 16 botti).
Al contrario, destano una buona impressione le 5 stutate ubicate prima della scarica, dato che recano una certa ampiezza, pur risultando piú piccole e meno elaborate (nonché comunque meno ambiziose) delle ultime tre serie di stutate del Iannotta.



SALVATORE DEL PRETE

I) 6 riprese, 2 sfondi. S'ode la granata bruciare nel cielo in modo scandito, sia nelle riprese sia per l'apertura del secondo sfondo. Altro purtroppo il filmato non permette di notare.

II) La prima impressione è che anche stavolta sia stata lanciata una granata avente 6 riprese per due sfondi, malgrado il sottoscritto abbia talvolta pensato a un artificio avente invece 9 pigliate per 3 sfondi e quindi a uno scoppio contemporaneo dei primi due sfondi. Orbene, se trattasi di una 6 riprese, essa risulta, per composizione, di maggiore consistenza della prima bomba da tiro; se trattasi di una 9 riprese, emerge la sfortuna che ha accompagnato la resa del lancio.
Ad ogni modo, l'ultimo sfondo si apre in maniera abbastanza ampia nel cielo, recando un interessante quantitativo di guarnizioni.

III) 8 botti e 8 riprese, 3 sfondi (4 botti e 2 riprese; 1 ripresa - 4 botti - 1 ripresa; 4 riprese). Le 2 riprese del primo sfondo si dispiegano bene nell'aria e paiono distinguersi ciascuna per un discreto quantitativo di colpetti; tutte le altre riprese, invece, sembrano non contraddistinguersi allo stesso modo. In aggiunta, soprattutto la seconda pacca dà l'impressione di aprirsi in anticipo, prima ancora che le riprese dello sfondo iniziale abbiano smesso di bruciare. Altro purtroppo il filmato impedisce di notare.
A parte quanto evidenziato, va comunque apprezzato l'impegno del sig. Del Prete, il quale, realizza la bomba da tiro piú lunga esibita in quel di Diso nel 1991 e il cui coefficiente di difficoltà appare accresciuto dalla continua alternanza di botti e di riprese.

4) 7 riprese (4 + 3), 2 sfondi. Granata ben scandita fra le riprese e nell'apertura della seconda pacca. In particolare, essa reca un'interessante quantità di colpetti.

Finale) 1 serie di n. 4 fermate (2 riprese, 4 botti) + 1 serie di n. 5 fermate (8 botti) + 1 serie di n. 6 fermate (2 riprese e 4 botti; ma a 2 e 2) + 1 serie di n. 6 fermate (16 botti + 6 riprese, alternate) + 1 serie di n. 4 fermate a 2 pigliate (stucchi, forse, e colpi grossi). Totale delle fermate: n. 25.

In relazione alla batteria finale, si segnala in positivo il ritmo scandito delle fermate aventi 2 riprese e 4 botti, le quali paiono meglio riuscite delle medesime lanciate da Iannotta.
In aggiunta, si evidenziano - sempre in positivo - le fermate conclusive a 2 pigliate, che, per dimensione, tendo a pareggiare le stutate di Iannotta.



DI CANDIA

I) 12 botti e 3 riprese, 3 sfondi. La granata non appare particolarmente ambiziosa sotto il profilo dimensionale. In corrispondenza dell'ultimo sfondo, essa assume anche un ritmo leggermente precipitoso.

II) 4 riprese (3 + 1), 2 sfondi. Granata scandita. Il secondo sfondo è a fumata e contiene piú colpetti di quelli che negli anni a seguire conterrà questo medesimo tipo di lancio.

III) 9 riprese, 3 sfondi. Sotto il versante quantitativo, è certa la presenza di un buon numero di colpetti per ogni ripresa. Tuttavia la granata scorre in maniera abbastanza precipitosa: la seconda e la terza pacca aprono mentre le guarnizioni precedenti devono ancora bruciare, e la stessa successione delle riprese è fin troppo veloce.

4) 3 riprese (2 + 1), 2 sfondi. La seconda e la terza ripresa recano ognuna un'interessante quantità di colpetti. La seconda pacca contiene un'altra fumata. Nell'insieme, la granata si libera con ampiezza nell'aria.

Finale) primo gruppo di fermate: 1 serie di n. 10 fermate (8 botti) + 1 serie di n. 20 fermate (8 botti + 2 riprese, alternate) ----- secondo gruppo di fermate: 1 serie di n. 10 fermate (2 riprese) ----- altro gruppo fermate: 1 serie di n. 5 stutate sferiche con spacco a fumata e colpetti + 1 serie di n. 8 fermate di stutatine cilindriche con spacco a fischi e lampi muti ----- ultimo gruppo di fermate: 1 serie di n. 8 fermate (8 botti) + 1 serie di n. 5 fermate (2 riprese). Totale delle fermate: n. 66.

La batteria finale presenta pregi e difetti di impostazione notevoli.
Sotto il primo aspetto, va felicemente evidenziata l'assenza di granate cilindriche a due o piú sfondi, dato che (lo si ripete instancabilmente) il loro posto è fra le bombe da tiro e giammai nel bel mezzo di un finale; e visto che, nello specifico di Diso 1991, perfino dei celeberrimi pirotecnici come G. Scudo paiono averle gestite con una certa difficoltà, come se fosse stata maggiormente impellente la necessità di scongiurare anzitutto una loro eventuale una caduta al suolo.
Altro pregio di impostazione è quello afferente alle 5 stutate conclusive: ampie (in modo simile a quelle di Iannotta) e con una seconda ripresa a colpetti, testimonianza di una realizzazione indubbiamente elaborata.

Il difetto di impostazione consiste soprattutto nella successione tendenzialmente dispersiva delle fermate: per l'esattezza, il finale decolla soltanto in corrispondenza delle ultime tredici granate, mentre le precedenti cinquantatrè (!!!), a causa anche della loro dimensione striminzita, rappresentano semplicemente uno spreco di materiale (che poteva essere evitato attraverso la realizzazione di un numero di artifici sí minore ma di calibro maggiore) e un modo un po' civettuolo (?!?!) per guadagnare del tempo, dato che si trasmette l'impressione di aver costruito chissà quale "enorme" catena di... bombe.
Soffermandosi lungo tale versante, insomma, il finale di V. Di Candia appare un inopportuno antipasto degli anni a seguire.


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Volendo tirare le somme, si possono elencare alcuni artifici senz'altro degni di nota per l'edizione 1991 della gara pirotecnica diurna di Diso, ben rammentando però i limiti che gravano ancora oggi sulla quantità e sulla qualità delle immagini filmate.

BOMBA DA TIRO: Scudo (IV lancio filmato), Iannotta (I lancio filmato), Scudo (I lancio filmato; seppure col dubbio illustrato in precedenza).
FINALE, FERMATE A UNO SFONDO: Del Prete (2 riprese e 4 botti - prima serie di fermate).
FINALE, FERMATE CON EFFETTO STUTATA: Iannotta (n. 2 da 2 riprese, colpetti e colpi scuri + n. 2 da 3 riprese, colpetti 2 volte e colpi scuri).

MENZIONE POSITIVA AGGIUNTIVA: Di Candia, per l'assenza di granate cilindriche a due o piú sfondi nella propria batteria finale.
Ultima modifica di Raffaele2012 il mercoledì 11 agosto 2021, 19:46, modificato 5 volte in totale.
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Re: DISO (LE). Santi Filippo e Giacomo 1991

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POST 2/2

Conclusa la breve rassegna su quanto fu lanciato, fra bombe da tiro e fermate della batteria finale, in occasione della gara pirotecnica aerea diurna dell'edizione del 1991 della festa patronale di Diso, si può procedere con una riflessione che, partendo dai cinque spari qui considerati, può assumere un carattere generale fino ad abbracciare i tempi attuali.

Innanzitutto colpisce in positivo il fatto che gli artifici piú ambiziosi in termini di "tenuta" oppure sotto l'aspetto puramente dimensionale restino puntualmente circoscritti alle bombe da tiro, cosí come dovrebbe essere, pena la perdita di specificità di questa sezione di una performance pirotecnica aerea.

Le batterie finali, poi, sono quasi tutte (eccetto quella del Di Candia) impostate in una maniera assai logica:
a) esordio con sbragata e successione di colpi scuri (e/o di spacchi e botta);
b) prosieguo con almeno 2, 3 o 4 serie di fermate cilindriche, ciascuna delle quali dotata di 5 (sissignore, 5!!!) granate della stessa tipologia (es. 8 botti, 4 botti e 2 riprese, ecc.);
c) continuazione con altra eventuale sbragata oppure con altri possibili colpi scuri;
d) almeno altre 2 serie di fermate cilindriche di maggiore calibro, composte da 2, 3, 4 o financo 5 (sissignore, ancora 5!) granate della stessa tipologia (es. 16 botti, 6 riprese per due sfondi; 2 riprese, 3 riprese, aventi un effetto stutata; ecc.);
e) chiusura con scarica, eventualmente seguita da un'altra stutata cilindrica.

La logicità dell'impostazione delle batterie finali può essere variamente motivata. Sono logiche perché si cerca di non cincischiare per troppo tempo su componenti di importanza relativamente secondaria (colpi scuri, spacchi e botta diurni, e simili), prediligendo un intrattenimento piú essenziale e ottenuto attraverso delle sbragate introduttive. Sono logiche perché si cerca di puntare su delle fermate cilindriche ad uno sfondo, ma dal calibro crescente, dato che un loro impiego fra le bombe da tiro risulta comunque improponibile. Sono logiche perché, anche qualora fanno capolino, le fermate lunghe si fermano ai due sfondi giacché una tenuta eccessiva potrebbe, nel peggiore dei casi, tradursi nella caduta, parziale o totale, dei medesimi artifici al suolo e, quindi, in una successione di indesiderate esplosioni capaci financo di mettere in pericolo l'incolumità di chicchessia negli immediati paraggi.

C'è chi potrebbe confutare l'idea appena tratteggiata di batterie finali "logicamente impostate", sostenendo viceversa l'opinione di una loro "mera semplicità", dovuta all'assenza di centraline elettriche, alla scarsità di budget e a quant'altro del genere. Ebbene a una simile osservazione - vera, ma solo fino a un certo punto - si può replicare affermando la necessità del pirotecnico di dar vita comunque a delle esibizioni in grado di essere soppesate, raffrontate con altre, e tenute a mente dalla gente in vista di eventuali assegnazione di premi e, in ultimo, di possibili ingaggi futuri.

Viaggiando nel tempo, e arrivando dal 1991 ai giorni nostri, viene ora da chiedersi quanta "logicità" permanga in tutte le parti di uno sparo aereo diurno. BEN POCA, PURTROPPO!!!
Tipicità dell'attuale Era Postpirotecnica, infatti, sono:
aa) bombe da tiro "a collo di giraffa" e dal calibro striminzito (recanti ad esempio 20, 30, 40 botti oppure 10, 12, 15 riprese) che però sembrano non fare neppure piú "rumore";
bb) diverse serie di scariche nella batteria finale che s'innalzano da ogni direzione;
cc) giochi e giochini di differente tipo lanciati da un miriade di postazioni;
dd) 50, 60 fino a 100 fermate cilindriche che nell'insieme paiono seguire il gioco dell'oca, salendo dapprima di calibro, ritornando poi ad un calibro 10 o 13, dirottando poscia verso ulteriori "colli di giraffa" o delle ennesime bombe da tiro, talvolta addirittura un calibro maggiore di quelle ubicate preliminarmente alle batterie stesse;
ee) scariche conclusive che salgono verso il cielo da qualsivoglia punto, ma sempre piú incasinate.

In questo lugubre contesto viene da chiedersi in che cosa sperare.
Di certo si può confidare nel fatto che (Covid permettendo) i committenti e gli esecutori degli spari aerei diurni rinsaviscano, mettendo la parola "fine" a delle modalità di impostazione del tutto deleterie e prive di qualsivoglia gusto artistico.
D'altronde delle performance come quelle viste fino ai primissimi mesi del 2020 cozzano anche contro il buon senso, il senso del limite e l'incolumità di chiunque si trovi nei pressi di un'area di sparo.
Che la visione on line di esibizioni come quella di Diso dell'1 maggio 1991 risvegli fra i pirotecnici e i gruppi organizzatori delle relative manifestazioni la voglia, rispettivamente, di lanciare e di veder lanciati in aria degli artifici cilindrici degni di tal nome!


A margine, si auspica che la visione on line di spari come quelli di Diso del 1991 esorti i pirotecnici a non cadere nell'aggiuntiva e terribile tentazione di rifugiarsi definitivamente nei parcheggi dei ristoranti, degli alberghi sul lungomare o degli agriturismi a quattro passi da una strada provinciale: difatti un 50 euro guadagnato senza "troppi fastidi" (e magari ricorrendo ai famigerati pirobox) consente sí di portare a casa dell'onestissimo pane, ma rischia a lungo andare di trasformare l'esistenza di un fochino in qualcosa di grigio, di anonimo, di assolutamente insignificante.
I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)


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